Dada Pascolo: “In questo momento dobbiamo pensare a fare le prestazioni, essere squadra e concentrati solo su noi stessi”

La Pallacanestro Forlì 2.015 vince in quel di Milano, ma ancora non convince, almeno non convince appieno. Alti e bassi tra una partita e l’altra e all’interno della stessa sfida sono ancora i rebus da risolvere per coach Antimo Martino che però può contare sul contributo, sia in termini di campo che di spogliatoio, del veterano Dada Pascolo (foto copertina di Stefano Albanese), che noi di Piazzale della Vittoria abbiamo raggiunto telefonicamente per ascoltare dalla sua voce le impressioni di questa prima fetta di stagione.

Buongiorno Pascolo, sabato avete portato a casa una vittoria molto importante per il morale e per la classifica. Su cosa ha concentrato le proprie energie il coach alla ripresa degli allenamenti?

“Buongiorno innanzitutto. Come detto è stata una vittoria molto importante per la classifica e per il morale perché ottenuta contro una squadra che arrivava da una striscia di sei vittorie consecutive e col coach siamo ripartiti ponendo l’attenzione sul come migliorare alcuni dettagli, sul migliorare la circolazione di palla ed il ritmo che dobbiamo cercare di avere anche nei momenti in cui andiamo in difficoltà. In pratica abbiamo posto l’attenzione su quelle che sono state le nostre difficoltà nel secondo tempo nel quale abbiamo subito un break importante da parte loro”.

Quella dell’Allianz Cloud è stata una partita a due facce nella quale avete disputato un primo tempo ai limiti della perfezione e una ripresa nella quale stavate per combinare una bella frittata contro un avversario privo del proprio miglior marcatore. Alla fine è andata bene, ma lei come si spiega queste metamorfosi?

“Sicuramente vanno dati ampi meriti anche all’Urania Milano che ha alzato l’aggressività in difesa ed è riuscita a metterci in difficoltà rompendo i nostri giochi. Noi dal canto nostro non siamo più riusciti ad essere puliti nelle esecuzioni e abbiamo concesso diversi contropiedi dai quali loro hanno preso fiducia e quindi, come dicevo prima, dovremo essere più attenti in queste situazioni cercando di mantenere l’inerzia della partita. Il finale di sabato è stato punto a punto, uno di quelli al cardiopalma, ma dopo una partita comandata per larghi tratti dovevamo indubbiamente chiuderla prima”.

Anche nelle sconfitte lei è risultato uno dei più positivi con un rendimento che è sempre piuttosto regolare. Cosa manca, invece, alla squadra in generale per raggiungere una certa regolarità di rendimento?

“Una delle nostre armi deve essere quella di trovare protagonisti differenti in tutte le partite, di essere una squadra versatile con tante possibilità e in questo momento di essere principalmente compatti in difesa e da quello costruire la nostra fase offensiva. A Milano lo abbiamo fatto in certi momenti della partita, a sprazzi, ma dovremo cercare di essere più continui, ma ci stiamo lavorando e credo che anche coach Antimo Martino possa essere d’accordo su questo”.

Questo è un campionato decisamente più difficile dei precedenti e lo abbiamo sottolineato più volte, ma al di là dell’alta competitività il tifoso ha la percezione di una squadra, quella di quest’anno, che non sia ancora riuscita ad esser squadra come invece lo era nelle due precedenti stagioni.

“Posso dire, guardando i risultati, che in questo momento dobbiamo cercare di essere più continui perché nelle precedenti due stagioni Forlì ha chiuso davanti a tutti e con un numero di sconfitte molto esiguo. Come ho spesso sottolineato la compattezza deve partire dalla difesa e quindi dobbiamo cercare di avere questo come punto di riferimento cercando di avere i giusti equilibri. E’ un aspetto sul quale stiamo lavorando anche se purtroppo non sempre si riesce ad arrivare all’obiettivo immediatamente, ma cercheremo di farlo per trovare per essere più compatti assolutamente”.

Veniamo a lei che domenica sarà l’ex della sfida contro Piacenza fanalino di coda di questa Serie A2 e reduce da 4 sconfitte consecutive. Da quali insidie dovete guardarvi per il match della 14^ giornata?

“Innanzitutto loro recupereranno domani (oggi per chi legge) la partita contro Torino e noi dovremo impattare la sfida nel migliore dei modi con grande aggressività. Poi va detto che Piacenza è una squadra molto giovane che ha grande freschezza ed atletismo e che fa della dinamicità e dell’aggressività la propria identità. Noi dovremo essere pronti alla battaglia perché la classifica è un po’ bugiarda avendo loro perso molte partite nel finale. Da ex colgo l’occasione per sottolineare quanto mi sia trovato bene nei due anni trascorsi a Piacenza, come ben sanno anche loro, perché in un mio momento di grande difficoltà mi diedero quell’opportunità e li ringrazierò sempre”.

Come cambia, se cambia per lei, il fatto che in campo ci sia un giocatore come Perkovic rispetto ad uno come Dawson?

“Ovviamente sono giocatori con caratteristiche diverse, ma per quanto mi riguarda mi trovo bene con entrambi perché cerco sempre di conoscere e di adattarmi ai compagni e credo sia quello che ognuno dovrebbe fare. Sicuramente hanno qualità diverse però possono essere ugualmente utili alla squadra. Potevamo o potremo tornare a sfruttarle con Dawson (ancora è infortunato) e possiamo sfruttarle con Perkovic che è più una guardia, giocatore molto dinamico, ma col quale mi trovo molto bene in campo. Dal punto di vista tattico per me non cambia niente, l’unica cosa che cambia è che con Dawson hai più fisicità a rimbalzo e in certe situazioni, mentre con Perkovic hai più soluzioni perimetrali che possono comunque fare bene alla squadra”.

Affrontiamo un tema caldo, attuale e che in questo scorcio di stagione spesso ha rappresentato un problema. La gestione dell’ultimo possesso. Perché spesso Forlì nell’ultimo possesso finisce per andare in confusione e privarsi dell’ultimo tiro? Siccome spesso è capitato ad Harper siamo sicuri sia lui l’uomo giusto a cui affidare la gestione dell’ultima azione?

“Diciamo che l’ultimo tiro è sempre un tiro particolare perché arriva in un momento in cui spesso sono saltati gli schemi, ma noi ci fidiamo ciecamente di Demonte. Il coach fa le sue scelte se ha a disposizione il time out oppure, se capita l’azione senza la possibilità del time out, a seconda di come va il gioco poi si trova la soluzione. Onestamente non lo vedo come un problema e, ripeto, noi abbiamo massima fiducia nelle nostre scelte. Se poi dovessimo arrivare all’ultimo tiro con la partita già in tasca sarebbe ancora meglio (ride)”.

Oggi siete settimi, ultimo posto utile per i playoff. Dove può piazzarsi secondo lei l’Unieuro e chi sarà la squadra che andrà direttamente in A1?

“In questo momento sarà banale dirlo, ma non dobbiamo pensare troppo alla classifica che chiaramente guardiamo, bensì dobbiamo pensare a fare le prestazioni, essere compatti ed essere squadra che deve macinare punti e quindi dobbiamo essere concentrati principalmente su noi stessi. Ovviamente la classifica c’è e non è che non la consideriamo, ma questo deve essere la nostra mentalità. Per quanto riguarda la squadra che andrà direttamente in A1 è presto per dirlo perché mancano ancora tante partite e tante squadre possono ambire alla promozione, ma se proprio dovessi dirne una, sulla carta la favorita è Cantù”.

Si ringraziano la Pallacanestro Forlì 2.015 e Davide “Dada” Pascolo per la disponibilità mostrata nel rilasciare la presente intervista.