“Giustizia per Ramy”? Un rapinatore ammazzato dal compare? Ma vogliono dire impunità per tutti. Intanto Metropolis brucia

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Due rapinatori nordafricani attivi nella corso Como modaiola fuggono dai “caramba”, l’inseguimento parte da via Farini, si snoda per 9 chilometri, scooter impazzito e sirene blu che urlano, si conclude in via Ripamonti dove la moto si impasta, uno non si fa niente, l’altro, Ramy l’egiziano, 19 anni, ci lascia la pelle: addosso hanno l’armamentario dei ladri, dei rapinatori: soldi, coltelli, spray urticante, la gente dice uno di meno, due di meno, ma subito parte il coro progressista dei giornali, dei politici che latrano al razzismo, alla repressione. Che hanno ancora da delirare questi? Che ce ne vogliono di più di taglieggiati e tagliuzzati? “Giustizia per Ramy”, quanto a dire per un delinquente ucciso dal compare. Ma è un passepartout per invocare impunità e al Corvetto che è una delle fogne milanesi parte subito il sabba, mezzi pubblici devastati, roghi, sommosse, guerriglia e si salvi chi può. “Eccola la prima banlieu italiana” dice Federico Punzi di “Atlantico” ed è proprio così, finalmente la cloaca, il buco nero delle rivendicazioni impuni e delle pretese assurde, della integrazione onirica e bugiarda, si è trasformato in rivolta. E i giornali sotto sotto, ma neanche tanto, giustificano, sostengono. Perché lo fanno?, mi chiedono quelli in buona fede, e la risposta è semplicissima: hanno bisogno di soldi, se no chiudono e i soldi gli vengono dal solito giro propagandista che mette insieme rivolte, integrazioni, propensione al crimine immigrato, clima, patriarcato, quando uno non sa cosa dire subito tira fuori il patriarcato come fa il Gino Cecchettin alla cui conversione sociale siamo tenuti a credere.

Eccola la banlieu e chi fa opinione sorride compiaciuto: dai che magari ci scappa la rivoluzione, muoia Sansone tanto noi ci salviamo. Sicuri? Ma quando esonda il fiume velenoso, può toccare a tutti, anche ai privilegiati che stanno alla finestra. Questa Milano sarebbe la più vivibile d’Italia? Forse nel senso che altre città sono peggio, sono buchi ancora più neri e più fondi, sai che consolazione. Milano dell’effervescenza drogata, dei cambiamenti fasulli, dell’apparenza affarista, della politica immancabilmente ladronesca, ma se ti sposti coi mezzi, rischi, se vai in giro la sera, rischi, se ti avventuri in centro lo stesso rischi. I quartieri periferici fanno già paura, la cintura dell’hinterland fa orrore, quando cala la sera solo spettri spaventosi, da incubo di Romero, se da Pioltello, dove comanda la madrassa tollerata dalle istituzioni, sono quelli della chiusura delle scuole per il Ramadan, nella totale solidarietà della amministrazione e del clero, se da questi inferni che circondano Milano come una lebbra sociale devi andare in città, ti tocca prendere il passante ferroviario cioè rassegnarti a qualsiasi cosa, da lì arrivare alla metro dove è altamente probabile imbattersi in qualche baby gang, per niente baby ma definirli tali fa indulgenza, fa quasi tenerezza. Poi arrivi alle colonne di San Lorenzo e non ti salvi, alle logge dei Mercanti dall’incredibile acustica ti investono gli scippatori in sciame, alla Darsena negozi e ritrovi stanno chiudendo tutti non per mancanza di clienti, di affari ma per impotenza, per puro terrore. La propensione ai reati violenti è esplosiva negli immigrati arabi, africani, islamici ma si fa finta di niente, si ignorano le statistiche ufficiali e, se non è possibile ignorarle, le si truccano come faceva quel tale che a costo di fondere la calcolatrice, a forza di conti sballati riusciva a dimostrare a se stesso che uno più uno faceva tre. Allo stesso modo, le ragazzine cretine che sfilano contro il maschio bianco pretendono di mettere insieme Islam e genderismo. Ma se queste sono esaltate, dietro c’è una struttura precisa ed è la stessa che paga i giornali per farne dei megafoni. I nomi sono sempre gli stessi e sono noti: il ramo dei Kennedy petrolieri riconvertiti al green senza vergogna, gli stessi che fanno la forca al Bob Kennedy jr che vuol tagliare le unghie alla farmacopea finanziaria, più il solito Bill Gates dei vaccini e della carne sintetica, l’immancabile Soros finanziatore di sommovimenti e di teppismo anarcoide su scala globale, che però ha appena chiuso i rubinetti ai vandali dei musei e delle fontane, insieme a un curioso circuito, di stampo massonico o mafioso, che gravita intorno a Hollywood. Oceani di soldi che si disperdono tra l’eversione scafista, il terrorismo climatico, il vaccinismo a tout prix e le altre priorità di quella che per brevità chiamano “Agenda 2030”, che vede i suoi tramite tra Unione Europea e World Economic Forum, come dire la stessa cosa, che s’incaricano di estendere il bubbone woke nel vecchio continente. Svitare la testa all’occidente capitalista e riavvitargliera alla rovescia con la tecnologia moralista del controllo.

Cosa vogliono gli eserciti di “maranza” che scippano e bruciano, sfasciano e provocano la polizia? Anche questo è semplice: hanno trovato terreno fertile e perché mai dovrebbero abbandonarlo? Fedeli alla regola “più pretendo e più ottengo, più mi dai e più ti torturo”. Nel resto d’Europa, dopo 35 anni di scellerata politica irresponsabile a voler essere indulgenti, improntata al crimine organizzato di stampo mistico se si preferisce una chiave meno esorcistica e più realistica, si sono resi conto che la situazione era incontrollabile, probabilmente irreversibile, e hanno cominciato con le espulsioni, le deportazioni, come le chiama la civile Germania che per 30 anni ha comandato in UE, a suon di raffiche di mitra; e, in verità, non si vede altro modo per fronteggiare una situazione ormai esplosa. Checché ne dicano i propagandisti prezzolati. Nell’Italia a guida destra che ha totalmente rinnegato la sua vocazione parolaia del “legge e ordine”, continua a vigere il fatalismo provvidenzialistico ossia l’accettazione supina del fatto compiuto; le ragazzine delle scuole che vogliono “estinguere il maschio bianco” si definiscono rivoluzionarie e anche questi sono slogan impartiti dall’alto, la rivoluzione dei miliardari è la più cinica e feroce delle restaurazioni, affidata ai pupazzi. Cantanti in disarmo come la Mannoia incitano alla ribellione, ma lo status quo conviene soprattutto a quelli come lei che dal blocco unico di un politica totalmente sodale, sanremese, hanno solo da guadagnarci, possono tirare avanti fino alla pensione.

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Hanno fatto questa iniziativa demenziale, la Giornata per spegnere la violenza contro le donne, che è come voler andare su Marte a piedi, essendo la violenza, non solo sulle donne, consustanziale ad una civiltà ormai fuori controllo, monopolizzata da quelli che la scatenano ma dei quali non si parla se non per giustificarli; essendo una giornata contro la violenza, le “transfemministe” scandiscono “i morti non stuprano”: gli islam che fanno sparire le figlie ribelli invece? Ma i politici da circo dicono le stesse porcate, spingono per l’estinzione del “maschio bianco occidentale tossico”, altra formula di comodo, senza alcun senso, candidano e fanno eleggere pregiudicati e mascalzoni matricolati, e la premier se deve dire la verità e cioè che quella del migrantismo organizzato è a questo punto una peste incurabile, la dice quasi vergognandosene, quasi giustificandosi: “Adesso mi daranno pure della razzista…”. Ma non c’è razzismo, c’è saturazione, c’è il non capire perché diavolo si dovrebbe soccombere a tutto, c’è la reazione irrazionale di quello che ha travolto in macchina un blocco di facinorosi che non si toglievano di mezzo neanche davanti alle forze dell’ordine, chiamate alla missione impossibile della mediazione, del contenimento. Allora il più incazzato e terrorizzato ci ha pensato da solo. Sono sempre più quelli che dicono: ci vorrebbe il Giustiziere della notte e mi sa che comincio io. Parole, certo, ma prima o dopo l’arroganza, la pretesa balorda, la violenza inarginata, i suoi anticorpi, magari malati, li sortiscono. Cosa vogliono questi? Vogliono la totale libertà di delinquere, sapendo che la fanno franca, che i teppisti mascherati da trapper godono di privilegi speciali, che se un rapinatore seriale ci lascia la pelle da solo, per incerto del mestiere, chi fa opinione subito lo eleva al martirio e difende le escandescenze organizzate e, siccome non ha argomenti, scomoda il patriarcato. Intanto Metropolis brucia.





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