La testimonianza: «Un hacker nel mio pc, vi racconto l’odissea»
La mia esperienza lo dimostra: sembra che la sicurezza online sia solo un mito. E credetemi, ciò che mi è accaduto potrebbe succedere a chiunque. Premetto che non sono un neofita del mondo digitale. Uso il computer dal 1992, dai tempi di Windows 3.1 e ho avuto modo di conoscere il linguaggio Ms.dos. Ho frequentato corsi di formazione e, complice un fratello tecnico informatico, qualcosa ho imparato. Gestisco un sito di e-commerce dove vendo fotografie e ogni giorno utilizzo pc, app e piattaforme digitali. Eppure, di recente, ho dovuto fare i conti con un attacco hacker.
Tutto è iniziato con strane attività nel mio account Instagram. Richieste di amicizia sospette da utenti di lingua araba e indiana hanno cominciato ad arrivare in massa. Inizialmente, ho pensato che fosse solo spam. Ma presto la situazione è degenerata. Ho cominciato a ricevere segnalazioni di attività sospette anche su Facebook, mentre Instagram mi avvisava di un numero eccessivo di richieste di amicizia. Ho capito che qualcosa di più serio stava accadendo, dato che uso Instagram molto raramente. Ho cambiato subito le password, pensando di essere al sicuro. Ho anche contattato Vodafone per verificare se ci fossero accessi non autorizzati alla mia rete wi-fi, che utilizzo principalmente per la tv e per i cellulari a casa. In ufficio e sul mio portatile uso antivirus, firewall e conservo documenti su dischi esterni. Ma sembra che per ogni misura di sicurezza ci sia sempre qualcuno pronto a penetrare il nostro rifugio digitale.
Il 18 ottobre, durante una cena al ristorante, è arrivato il vero colpo di scena: ho ricevuto dei messaggi che mi chiedevano di approvare l’accesso ai miei portali bancari. Grazie alla doppia autenticazione sul cellulare, sono riuscito a evitare una frode, ma quella che sembrava essere una piccola vittoria si è rivelata un’illusione. Tornato a casa, ho iniziato a ripristinare tutte le password e a controllare i miei dispositivi. Il 22 ottobre, ho ricevuto un sms dalla BBVA, una banca online con cui mi ero registrato anni fa, senza però aver mai aperto un vero conto. Mi avvisavano di una transazione sospetta di 890 euro per un soggiorno all’Hotel Golden Albania. Nel giro di poco il mio cellulare ha cominciato a squillare. Al telefono c’era un uomo con un accento meridionale che si è presentato come un agente del servizio antifrode della BBVA, informandomi della transazione e dicendo che, se non fossi stato io a farla, in via precauzionale mi limitava il conto. Qui è iniziato l’assurdo: l’uomo mi spiegava nei dettagli la transazione e mi inviava un sms di «limitazione» del mio conto, incredibilmente autentico. I messaggi sembravano perfettamente in linea con le comunicazioni ufficiali della banca, rendendo il tutto ancor più credibile.
La situazione meno invasiva ma sempre con relativa perdita di tempo, quando il mio account Facebook è stato bloccato a causa di un nuovo profilo Instagram creato utilizzando il mio account Facebook, a mia insaputa. Nonostante avessi disconnesso ogni apparecchio collegato e cambiato le password, ho scoperto che qualcuno aveva creato un altro account Instagram a mio nome, violando gli standard di sicurezza senza che potessi fare nulla. Ogni volta che ho cercato aiuto, mi sono trovato di fronte a risposte automatiche. Il mio profilo ora presenta un avviso con un countdown che segnala i giorni rimasti prima della chiusura definitiva dell’account e delle pagine professionali ad esso collegate. Mi spiegano che posso oppormi, ma solo di fronte a un ipotetico giudice della mia contea, senza però indicarmi come fare. Mi sono rivolto alla polizia postale, che mi ha spiegato come compilare il modulo di Facebook e mi ha invitato a recarmi in una stazione dei carabinieri per sporgere denuncia, in quanto erano pochi e i casi sono tanti, troppi, e il mio al momento ancora poco incisivo. Quanto tempo passerà prima che si intervenga?
Intanto continuo a ricevere messaggi e link sospetti, e la preoccupazione cresce: qualcuno sta sicuramente utilizzando i miei dati per registrarsi a giochi online o fare acquisti.
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