La stabilità dei mercati, la tenuta delle istituzioni, le scelte di investimento individuali e quelle dei grandi gruppi industriali. Attorno al “gioco della fiducia” ruotano i piani di crescita e le grandi progettualità. Ma anche le incognite che possono minare lo sviluppo, facendo saltare equilibri e garanzie. La storia stessa ce lo insegna: alcune contingenze possono favorire l’economia e la prosperità, altre invece aprono la strada all’inflazione e all’instabilità. Quali sono le prospettive dell’attuale momento? E cosa influisce oggi sul gioco della fiducia? All’evento torinese de Il Giornale ne discutono Lorenzo Fiorillo (Director Technology, R&D & Digital di Eni), Roberto De Agostini (Head of Media&Public Relations, Banca Mediolanum) e Gregorio Moretti (Direttore Comunicazione, Marketing e DE&I di Autostrade per l’Italia). L’intervista è a cura del vicedirettore del Giornale, Osvaldo De Paolini.
Roberto De Agostini inizia il suo intervento, e forse non poteva essere diversamente, ricordando la figura di Ennio Doris: “La fiducia era fondamentale per lui, ma è anche un qualcosa che è connaturato al modo di fare banca da sempre: se ho la fiducia del risparmiatore ho i suoi quattrini e se ho fiducia in lui gli presto i soldi”. Ma non sempre è così, come abbiamo visto con i grandi eventi che ci hanno colpito negli ultimi anni, come la guerra: “Quando ci sono le crisi di fiducia è un problema perché si traduce in una corsa agli sportelli e, quindi, in una crisi di liquidità. Per le banche, quindi, la fiducia è cruciale. Banca Mediolanum e il suo fondatore, però, hanno fatto qualcosa di più. Il mio presidente ha inventato una banca senza filiali, che all’epoca sembrava una eresia. Ma, soprattutto, ha creato la figura del family banker e sviluppato una storia di coerenza e continuità“. Come nel caso Lehman Brothers che, come è noto, nel 2008 va in default. “Si tratta di una cosa impensabile – racconta De Agostini – e noi avevamo alcuni prodotti legati a loro. I risparmi di 11mila sottoscrittori evaporano. Avremmo potuto fare come gli altri: nulla. Ennio Doris, invece, trova il modo per rimborsare quegli 11mila sottoscrittori. Come? Alla fine, lui e Fininvest hanno messo mano ai loro portafogli. E’ stato qualcosa di inedito che, paradossalmente, ci ha permesso di crescere. Doris si è messo in gioco in prima persona non per vanità, ma per far vedere ai risparmiatori a chi affidavano i propri risparmi. In 42 anni c’è stata una operazione di verità e autenticità”.
Anche per Eni la fiducia è fondamentale, come spiega Lorenzo Fiorillo: “Si conquista negli anni con decisioni significative e, soprattutto, coerenza. Nel caso della nostra azienda, il percorso principale è dato quotidianamente dai target che ci fissiamo anche nell’ambito della decarbonizzazione. Ma non solo. In Eni, l’intelligenza artificiale viene usata come strumento da molto prima che diventasse nota al grande pubblico e rappresenta un metodo. Che noi usiamo per essere più efficaci non solo da un punto di vista economico, ma anche per ridurre le emissioni di un impianto e proteggere la salute dei lavoratori, che così sono esposti a meno rischi”.
Lo stesso vale per Aspi, come racconta Gregorio Moretti: “Per noi il percorso fatto è la dimostrazione di come la fiducia sia correlata alla reputazione. La nostra fiducia è nel trasmettere una sensazione di sicurezza ed efficienza. La tragedia del 14 agosto ci ha imposto un grande ripensamento da compiere con forza. L’azienda è sempre stata certa che l’infrastruttura che gestiamo deve essere sviluppata al meglio, in un piano di trasformazione che doveva trasmettere il nostro impegno per il Paese. Perché è da qui che si vive. Manutenzione, innovazione tecnologica e lavoro sono al centro del nostro piano di trasformazione che ha permesso un cambiamento totale nella nostra società. Il rebranding serviva per testimoniare un cambiamento, ma c’era anche il rispetto e il desiderio di non voler sembrare un washing, una ripulitura. In questo anno, approfittando del centenario della prima autostrada italiana (la Milano-Lainate) e i sessant’anni della A1, abbiamo lavorato molto nel trasmettere l’idea che siamo eredi di un passato importante”.
Storia quindi. Ma anche tecnologia. Per De Agostini l’intelligenza artificiale “rappresenta un momento della storia. Banca Mediolanum ha attivi 57 progetti su di essa. Progetti che hanno lo scopo di efficientare i processi per renderli più veloci e meno costosi e per migliorare il servizio al cliente finale. Stiamo utilizzando la AI in modo tale che si possano dimezzare i tempi. Stiamo assistendo a un mix di bravi gestori supportati dall’intelligenza artificiale, che fornisce dati fondamentali in tempi rapidi. La cosa più importante resta però la relazione, unita alla fiducia. Ci sono aspetti, soprattutto per chi come Banca Mediolanum fa consulenza al risparmiatore, che esulano dell’algoritmo. Il mio presidente parlava di ‘medici del risparmio‘. Un’espressione che Ennio Doris ha immaginato dopo che un falegname gli ha mostrato dieci milioni, insieme a mani callose di vent’anni di lavoro che non permettevano il lusso di potersi ammalare. ‘Avrei dovuto avere la medicina della polizza assicurativa‘, ha pensato Doris. Perché all’epoca era tutto diviso. Il medico del risparmio deve avere tutte le ‘medicine’ per risolvere il problema con il farmaco giusto. Oggi abbiamo 4600 ‘medici’ in Italia e 1200 in Spagna. Il problema più grosso è ‘standardizzare’ quel medico”.
Fiorillo spiega poi come il supercalcolo sia fondamentale per affrontare le sfide quotidiane di Eni. Ma dove “la persona resta comunque l’elemento più importante. Il know how azienda e la capacità di usare questi strumenti sono fondamentali. L’uomo rimane al centro. Nel nostro Green data center lavoriamo sull’efficientare il consumo energetico. Quando, nel 2010, iniziò il progetto si pensò che un data center deve essere efficiente da un punto di vista energetico. Ancora una volta saper immaginare gli scenari resta in mano alle persone”.
Moretti infine conclude che “questo sarà l’anno record per gli investimenti. Nell’ultima trimestrale abbiamo superato 1,6 miliardi. L’innovazione tecnologica ha una grande importanza e l’AI è un elemento di supporto nella prevenzione dei comportamenti a rischio. Nella manutenzione delle infrastrutture, per esempio. Stiamo anche pensando a droni e ad automatismi nella guida autonoma, che da noi è ancora lontana a venire, ma ha delle statistiche importanti, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza.
Anche garantire una informazione sulla gestione del traffico può essere molto utile e stiamo cercando di essere sempre più precisi e puntuali. Vogliamo però personalizzare sempre più e l’AI rappresenta un elemento che vogliamo mettere a disposizione degli utenti”.
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