La fiammata, il fumo, il tentativo di fuga inutile per la 27enne leccese che era in vacanza a Napoli, l’ipotesi di un corto circuito nella sauna
È stata trovata senza vita sul pavimento, nel piccolo corridoio che dal letto conduceva all’uscio della camera. Come in un tentativo estremo di cercare una via di fuga, la salvezza oltre la porta alla quale, tuttavia, non è riuscita ad arrivare. È morta così Emanuela Chirilli, soffocata dal monossido di carbonio generato da un incendio divampato, attorno alle 4.30 della notte tra giovedì e ieri, nella casa vacanze che aveva scelto per trascorre una notte a Napoli. La ragazza di Lecce, che avrebbe compiuto 28 anni il prossimo 23 dicembre, sarebbe morta per asfissia. A scatenare l’incendio probabilmente un corto circuito, partito dalla doccia-sauna che si trovava nella stanza accanto a quella in cui dormiva, o da una multipresa. Questo lo chiariranno le indagini e le perizie che sono affidate ai vigili del fuoco e alla Scientifica.
Si indaga per omicidio colposo
Omicidio colposo è l’ipotesi di reato, per il momento contro ignoti, nell’indagine della Procura di Napoli che mira a fare piena luce sulla morte della giovane di Maglie che avrebbe compiuto 28 anni a ridosso del Natale. Il conferimento dell’incarico per l’autopsia è previsto per l’inizio della prossima settimana. In quella occasione la Procura (sezione Lavoro e colpe professionali coordinata dalla pm Di Monte) potrebbe iscrivere eventuali indagati come atto dovuto per dare loro la possibilità di difendersi e nominare un consulente. Se l’autopsia servirà a fare chiarezza sulle cause della morte, si aspettano risposte anche dalle testimonianze raccolte, dal contenuto dei messaggi del cellulare della ragazza e dall’esame delle immagini delle telecamere di sorveglianza.
La famiglia non era al corrente del viaggio
Emanuela aveva deciso di concedersi una breve vacanza a Napoli, dove era arrivata giovedì, ed era pronta a ripartire per il Salento. La famiglia pare, tuttavia, non fosse al corrente del fatto che la ragazza si trovasse a Napoli. Sono stati i carabinieri della compagnia di Maglie a informare i genitori della tragedia. Gli investigatori stanno verificando se a Napoli Emanuela dovesse incontrare qualcuno. La tragedia si è verificata al settimo piano di una struttura che si affaccia sulla centralissima piazza Municipio di Napoli. Le indagini stanno cercando di fare luce, tra l’altro, sul rispetto delle normative di sicurezza e antincendio. La Procura ha aperto un’inchiesta che è stata affidata al pm Diego Capece Minutolo che ha disposto l’autopsia. L’assessore al Turismo del Comune di Napoli, Teresa Armato, che ha espresso il suo cordoglio per quanto accaduto, ha comunque riferito che gli uffici comunali «hanno immediatamente verificato la piena regolarità della casa vacanze».
Adolescenza difficile
Una vita, quella di Emanuela, che non sempre era stata facile: fino a 18 anni era vissuta in una casa famiglia e, con la madre, era stata seguita dai servizi sociali. Era riuscita, nonostante le difficoltà, a trovarsi un impiego — lavorava con i bambini — e a costruirsi una vita indipendente. Il suo legame con i bimbi era profondo e sincero. Nel 2020, per dare più concretezza a questa passione, aveva deciso di frequentare a Lecce un corso per diventare tecnico per la cura e l’assistenza all’infanzia, affinando le sue competenze e avviandosi alla carriera che sognava. Il lavoro estivo come responsabile della «biberoneria» in un villaggio turistico in Salento era il risultato di quell’impegno. Chi la conosceva diceva che era lì che Emanuela esprimeva il meglio, che si sentiva a suo agio.
«Era sempre sorridente»
«Era sempre sorridente», ricorda l’amico Salvatore Del Vecchio. «La vedevi spesso in giro con la bicicletta, pronta ad aiutarti. Aveva un carattere forte e sapeva conquistare tutti». Nonostante il passato, Emanuela era una persona che non si lasciava abbattere. «Qualsiasi cosa accadesse, ci rideva sopra — aggiunge Salvatore —. Si lamentava, ma non si fermava mai. Trovava sempre il modo di andare avanti». Sui social, Emanuela appare come una giovane brillante e piena di interessi. Foto con amici, serate trascorse nella movida salentina e momenti felici, testimoniano di una ragazza che sembrava aver lasciato alle spalle le sofferenze dell’infanzia.
L’amore per i viaggi
Di recente, aveva condiviso la gioia di essere diventata zia e le emozioni di un viaggio a Budapest: panorami e selfie sorridenti. Sul profilo Facebook della giovane sono arrivati numerosi messaggi di condoglianze e pensieri che la ricordano: «Una ragazza bellissima e piena di vita», scrive qualcuno. Tra le frasi che compaiono a corredo delle attività e dei viaggi, ne spicca una: «Vivi la vita con una bussola e non con un orologio». Per Emanuela la stessa vita era un viaggio. E il poco tempo che aveva lo spendeva in giro per l’Italia e l’Europa. Adesso di lei solo i ricordi e le foto. In attesa che la Procura liberi la salma e conceda il nulla osta per i funerali. Quel giorno a Maglie sarà lutto cittadino.
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