Una buona notizia per Gaza: la Corte di Giustizia internazionale ha spiccato mandati di cattura per il primo ministro israeliano Netanyahu, il ministro della guerra da lui recentemente silurato Yoav Gallant e per il fondatore delle brigate Quassam (braccio armato di Hamas) Mohammed Deif, che Israele afferma di aver ucciso lo scorso luglio.
L’accusa è di crimini di guerra e crimini contro l’umanità (2).
Cosa succederà con il mandato di cattura per Netanyahu?
Né la Icc (International criminal court) né la Icj (International court of justice), che per bocca di Karim Khan (3), che ci aveva riflettuto per sei mesi, aveva richiesto l’emissione di tali mandati (4), hanno gli strumenti per mettere in atto tale richiesta ma tutti i 124 paesi che hanno firmato lo statuto di Roma (1998) su cui si basa l’opera di difesa del diritto internazionale affidata alla Icc devono agire in conformità ai mandati di cattura.
Altri 32 paesi hanno firmato lo statuto di Roma ma non intendono ratificarlo: tra essi Israele, Stati Uniti, Russia, Cina e Sudan: ne hanno buon motivo.
Gli Usa avrebbero minacciato di sanzioni i giudici che emettano i mandati di cattura di cui sopra (5). Il Senato americano, invitato dal senatore democratico Bernie Sanders il 20 novembre a negare forniture di armi a Israele, ha votato contro, esponendo così l’amministrazione Usa all’accusa di essere complice di violazioni del diritto internazionale (6).
Il coro che si è alzato da Israele è che questo è un caso evidente di antisemitismo, come lo sarebbe per loro qualsiasi critica del comportamento del governo israeliano (7). Per scongiurare il rischio di una reale indipendenza palestinese si parla anche di imminente annessione a Israele di tutti i territori palestinesi occupati illegalmente dal 1967. Completa il quadro l’uso, per la quarta volta il 21 novembre 2024, del veto Usa nel consiglio di sicurezza dell’Onu contro la mozione (che sarebbe altrimenti passata all’unanimità) che stabiliva un cessate il fuoco immediato per Gaza.
Quante divisioni mette in campo l’Onu (o la Icc)? Il braccio secolare che metterebbe in atto le decisioni (vincolanti) del Consiglio di Sicurezza è fatto dai paesi aderenti alle Nazioni Unite, ma sotto i nostri occhi sta crollando l’ordine internazionale creato nel primo dopoguerra (8) e basato sulla Carta dell’Onu, mentre il Consiglio di Sicurezza è paralizzato dai veti Usa, nonostante l’ostilità crescente di tutti gli altri paesi, compresi gli europei, a tali veti. Forse sta collassando anche quella che Freud definì una sottile vernice: la pretesa degli umani di essere civilizzati.
E in Russia?
Veniamo alle numerose cattive notizie. Si dice che Biden abbia dato assenso all’uso di missili occidentali in territorio russo. Strano, annota il portavoce russo, che non vi sia stato annuncio ufficiale ma solo una fuga di notizie (‘si dice’) al Financial Times (del 18 novembre) e al New York Times (9) per bc.
Detto fatto: con rapidità fulminea (10) il 19 sei Atacms (11) circa, sulla base di dati di intelligence Nato orientati al bersaglio da personale occidentale in grado di usare programmi di esclusiva proprietà americana (12) sono volati oltre il confine russo nel territorio di Bryansk (a sud di Kursk) su di un vetusto deposito di materiale militare e, tutti colpiti, han fatto minimi danni (13).
Il giorno 21 si sono fatti sentire gli inglesi, con ben dodici Storm Shadows (lanciati da aereo) su un comando militare russo in Kursk (14), gran spreco di missili preziosi, colpite alcune baracche e diversi morti e feriti.
Da anni ormai gli ucrani colpiscono raffinerie o aeroporti in territorio russo anche a molte centinaia di chilometri oltreconfine con i droni e i missili cruise di loro fabbricazione: un paese così vasto non può coprire tutti i possibili bersagli con l’antiaerea.
I missili occidentali, significano soprattutto un maggior coinvolgimento della Nato (15), portano pesi maggiori e più efficaci cariche esplosive. Negli ultimi giorni vi sono stati pesanti attacchi alla rete elettrica ucraina da parte dell’aviazione russa, attacchi a Odessa e anche ai territori orientali confinanti con la Polonia: l’aviazione polacca si è alzata in volo e potrebbe in futuro colpire i missili russi.
Un danno importante, ha distrutto pare una fabbrica aereospaziale a Dnipro, è stato causato da un missile balistico ipersonico a sei testate (16), introdotto dai russi che fanno riferimento ad armamenti convenzionali nuovi che essi non hanno ancora usato; per la prima volta Mosca usa un sistema d’arma tanto potente e a lungo raggio, un chiaro ammonimento alla Nato.
Putin afferma che ora sia Usa che Gran Bretagna sono direttamente coinvolte nella guerra ma per ora non reagirà (17): sa che fra due mesi Trump farà marcia indietro sui missili. Diversi esperti militari ritengono che lo scopo dell’uso di missili, e sempre più di specialisti Nato, sia di rendere più difficile al presidente eletto ottenere un cessate il fuoco e di coinvolgere maggiormente la UE in Ucraina, peraltro la UE, in assenza degli Stati Uniti, non ha né i soldi né le risorse militari (e relativo apparato industriale) per sostenere l’Ucraina.
La situazione in Ucraina
Non ce ne sarà bisogno: i migliori reparti dell’esercito ucraino si trovano impantanati nei boschi di Kursk, la strategia russa è di bloccarli in sacche dalle quali non sarebbero in grado di uscire. I famosi 10.000 nordcoreani devono essersi ben camuffati perché non si vedono in Kursk.
Potrebbero essere altrove, fin dai tempi dell’Unione Sovietica i russi hanno fornito addestramento per gli ufficiali della Corea del Nord, o forse sono dei genieri che verranno usati per ingegneria militare (18). Sono i nordcoreani una delle tante spiritose invenzioni per distrarci (19)?
Non ce ne sarà bisogno: i pesanti attacchi russi (anche più di 100 fra missili e droni) sulla rete elettrica e le riserve energetiche sono ritornati e metteranno in ginocchio quest’inverno quasi tutto il paese.
Non ce ne sarà bisogno: sulla linea del fronte lunga che va dal sud Donetsk a Sumi i reparti russi avanzano sempre più velocemente, non con attacchi frontali ma con pattuglie di ‘ricognizione e sabotaggio’ che individuano (anche con droni) i punti deboli dello schieramento avversario, poi un violento attacco con artiglieria e aviazione.
In alternativa si tagliano le strade per i rifornimenti all’esercito ucraino, o si evita l’attacco diretto a una postazione fortificata aggirandola.
La tattica di isolare il nemico in sacche è favorita dai russi (20). Resta difficile sapere quale sia la principale direttrice dell’attacco: da Sumi verso Kiev al nord, nel Donbass centrale da Pakrovsk verso il Dnieper (Pavlohgrad) o nel sud Donetsk in direzione di Zaporizhzhia?
Le cittadine di Kupiansk (21) e Chassiv Yar sono cadute dopo una forte resistenza, altrove in Seydove la cittadina (circondata) è caduta in tre settimane.
Nel Donbass centrale si combatte con determinazione a Tore’ck e Korekhovo, a metà conquistate. I russi sono alle porte del centro logistico Pakrovsk dove gli ucraini intendono fermarli.
A sud della città di Donetsk (nell’area dove ebbe luogo l’offensiva ucraina del 2023) i russi avanzano nei villaggi attorno a Guljajpole, il grande fiume Dnieper non è lontano, il terreno di pianura quando sarà finita la stagione del fango gelerà e potrà reggere i mezzi corazzati.
Per informarmi seguo la mappa militare del ‘deep state’ (ucraino) e il military channel di Dima (filo russo), il sito ‘analisi difesa’ e numerosi siti di analisti anglosassoni, video con il prof. Glen Diesen (22) ed Alistair Crooke (per il Medio Oriente, o West Asia come si dice ora).
La situazione sul campo
I media ufficiali (che seguo poco) immagino siano pieni dei gloriosi attacchi missilistici occidentali, sdegnati dalle provocazioni putiniane e affascinati dagli invisibili nord coreani, ignari dell’imminente crollo del valoroso esercito ucraino che ha avuto spaventose perdite, mentre quello russo aggiunge nuovi soldati e presto raggiungerà le 800.000 unità (23).
La guerra di logoramento ha distrutto tanto materiale militare e ucciso o eliminato dal campo di battaglia tanti soldati ucraini, l’emigrazione ha ridotto del 50% la popolazione dal 1991 (24).
Zelensky resta impervio a trattative di pace (insieme agli europei) e Trump pensa di poter piegare sia Zelensky che Putin a un cessate il fuoco, laddove entrambi hanno bisogno di un trattato di pace durevole. I russi non hanno cambiato le loro originali richieste ma sono sempre meno disposti a mediare. Pure se avvenisse un crollo della difesa ucraina la trattativa del Cremlino si svolgerebbe con gli Usa e i paesi componenti la Nato che in maggioranza vogliono perseguire il conflitto fino ad una decisiva conclusione, senza vedere che la sconfitta pensata per Putin può rovesciarsi su di loro.
Trump, di nuovo presidente Usa
Trump non è un pacifista ma l’Ucraina non gli interessa e ritiene, credo erroneamente, di potersi mettere d’accordo con Putin (25). A giudicare dalle controverse figure con le quali vuol creare il suo governo sarebbe un falco, si dice dalla parte d’ Israele e vuole piegare l’Iran con ulteriori sanzioni.
Le azioni del presidente Trump sono state: spostare l’ambasciata americana a Gerusalemme, denunciare l’accordo JCPOA (l’accordo sul nucleare) con l’Iran (26) e, dulcis in fundo, autorizzare negli ultimi giorni della sua presidenza, l’assassinio politico a Bagdad del generale iraniano Suleimani, con un razzo partito da una base americana in Irak.
Quando nel 2019 ha denunciato l’accordo INF, sui missili a media gittata firmato da Reagan e Gorbaciov nel 1986 ha aperto la porta al (recente) riavvio della sperimentazione russa su missili a media gittata (fino a 5000 km) che ha prodotto il missile ipersonico Oreshnik, usato il 21 novembre per distruggere una grande fabbrica di missili a Dnipro (o Dnipropetrovsk). Ne deduco che non possiamo riporre in lui le nostre speranze per la pace. Facciamo l’ipotesi che Israele e gli Usa attacchino l’Iran con bombe nucleari: è pensabile con un presidente Trump? Purtroppo si.
La guerra commerciale di Trump
Se di guerra si parli Trump vuole fare una guerra commerciale a base di tariffe contro la Cina (e, perché no, contro l’Europa). La geopolitica però, con i Brics, è assai diversa da quella di quattro anni fa. Trump vuole cambiare la struttura dell’amministrazione americana (27) e rimpatriare i migranti illegali, ricreare industrie e posti di lavoro, ma non sarà facile.
La resistenza del deep state sarà implacabile (qualcuno ha già tentato di ammazzarlo un paio di volte). Non vorrei essere nei suoi panni e credo sia puerile sperare che faccia quello che ha detto in campagna elettorale. Agirà d’impulso e di testa sua, probabilmente con esiti catastrofici, fortunatamente i suoi neuroni sono integri e il suo narcisismo è temperato da un sano realismo, difficile immaginare che il potere lo corrompa ulteriormente.
I personaggi di cui si sta circondando non paiono aver la statura morale e intellettuale necessaria a portare avanti una riforma divisiva della ‘governance’ del paese. Veramente non si è trovato un soggetto più presentabile di questi due candidati, anche se si fosse chiamato Bernie Sanders (28)?
La Comunità Europea “nave sanza nocchiero (29) in gran tempesta (30)” sente di essere sola e comincia ad avere paura. Era ora. In Asia Occidentale il conflitto (il massacro) si allarga e l’Iran è il convitato di pietra (per ora).
Su al Jazeera si tende a parlare del Medio Oriente come di Asia Occidentale e io mi adeguo. Citando Roosvelt (all’inizio della seconda guerra mondiale) “quando si rompe la pace in un luogo la pace è in pericolo in tutto il mondo” Vladimir Putin all’incontro di Monaco sulla sicurezza il 10 febbraio 2007 tenne il suo noto discorso, argomentando che la sicurezza globale è indivisibile (31).
Tornando in Israele…
I nostri media ci informano che Israele va a gonfie vele: “ha diritto a difendersi”, così come per due anni ci hanno rassicurato che Kiev avrebbe vinto.
Non mi soffermo sui massacri (32) di civili inermi, giornalisti, medici e soccorritori in Gaza e ora in Libano: li vedete in televisione, né sui progetti del Grande Israele che iniziano con l’annessione della Cisgiordania e sembrano non avere confini (pezzi di Libano e Siria, per ora).
Questo conflitto mette a rischio la nostra sicurezza assai più di quello ucraino perché una pesante rappresaglia iraniana su Israele è imminente. Israele, un piccolo paese con un piccolo esercito, non ha avuto ragione di Hamas in Gaza ed è in grave difficoltà sul confine con il Libano, le sue difese antimissile non sono una protezione adeguata contro i nuovi droni e missili, che hanno cambiato il volto della guerra (33).
La sua economia non può sostenere una guerra di logoramento come questa. Un cessate il fuoco, sia senza precondizioni che preluda ad accordi sullo scambio di ostaggi (i diecimila e più palestinesi incarcerati sono in effetti ostaggi di Israele) sembra allontanarsi.
Trump ha inviato un suo parente acquisito di origine libanese a dipanare la matassa, ma il movimento Ansarallah (Houti) sul mar rosso ed Hezbollah in Libano affermano che non si fermeranno fino a che non vi sia un cessate il fuoco a Gaza.
Netanyahu sembra rafforzarsi quando ulteriori guai giudiziari si accumulano sul suo capo mentre la sua corte strilla “antisemitismo” (34) a destra e a manca. La fortissima contestazione interna a Israele (si è scritto di “situazione da guerra civile”) alla politica del governo non sembra contare, né conta il forte movimento globale per il cessate il fuoco a Gaza, sostenuto da numerose organizzazioni della diaspora ebraica.
Il congresso Usa (cito John Mearsheimer) è nelle tasche della potente lobby filo israeliana. La pace si è veramente “rotta” e questo mette tutti in pericolo, in Israele non si è rotta il 7 ottobre bensì nel 1948 e la pace in Ucraina si ruppe a Maidan nel 2014.
Shalom
Il saluto quotidiano in lingua ebraica si traduce Pace, così pure il suo analogo arabo “salaam”, in tutte le culture legate al “Libro”, alla Bibbia e al Corano, la Pace è un valore centrale: pace agli uomini che Dio ama, si recita a Natale.
Chi si ricordi una diversa formulazione (pace agli uomini di buona volontà) saprà che la traduzione è stata modificata, così il messaggio cambia in maniera radicale: certo esiste la volontà dell’uomo ma il fattore determinante è l’amore gratuito di Dio per l’uomo, oppure, se volete, la Storia o il Fato.
Se continuiamo a manifestare per la pace significa che ci rimane una scintilla di speranza, che può essere sufficiente a modificare il futuro: penso al Sud Africa di Nelson Mandela. Si rischia di marciare per la pace per tacitare la nostra coscienza e trasformare lacrime di sangue in lacrime di coccodrillo. Impediamo che le grida dell’agonia di intere popolazioni e anche quelle di migliaia di soldati che cadono sul campo vengano sopraffatte dalle pubblicità per il black Friday.
Nel video di Glen Diesen che vi ho suggerito i tre partecipanti si augurano fervidamente che la loro analisi sia errata. Concordo perché non si vede spiraglio per concrete prospettive di pace. Dovrà esserci un cessate il fuoco (35), a meno che non si condoni il massacro in corso di due milioni di civili36 (inclusi gli ostaggi israeliani) quasi tutti innocenti, ma una soluzione duratura non sembra possibile per motivi più psicologici che strategici.
Nessuno dei numerosi contendenti intende rinunciare a posizioni ideologiche ritenute fondamentali, alcuni ritengono che sia in gioco la stessa loro sopravvivenza.
Le istituzioni costruite alla fine della guerra (Onu, Corte di Giustizia internazionale, Unrwa …) sono sotto attacco, paiono impotenti e quasi paralizzate, di nuovo detta legge il diritto del più forte. La trasformazione del quarto potere in cortigiano del deep state (cioè dei poteri forti) unita all’indebolimento o subordinazione del potere giudiziario apre la strada ad una politica totalitaria.
Solo una reale comprensione delle terrificanti conseguenze che tutti soffriremo se non si ricorre (onestamente) ad una mediazione diplomatica potrà indebolire l’attuale intransigenza: se tutti ritengono di avere ragione si può affermare che tutti abbiano torto.
Note
1) Al momento, globalmente, sarebbero 56 conflitti.
2) I due israeliani sono accusati di aver consapevolmente negato ai palestinesi in Gaza abbastanza cibo per sopravvivere e di aver impedito agli ospedali in Gaza di soccorrere la popolazione.
3) Vedo ne ‘il Guardian’ un lungo articolo che riferisce della messa sotto accusa di Karim Khan per molestie sessuali a una collega. Qualcuno ha menzionato Julian Assange? Il giornalista conclude l’articolo assicurandoci che la collega in questione è molto addolorata dal collegamento di queste indagini che alcuni fanno con la recente decisione dello ICC: non c’entrerebbe per niente… Pensare che il Guardian era una mia quotidiana lettura.
4) Entrambe le corti risiedono all’Aja, in Olanda.
5) L’uso dello strumento delle sanzioni (illegale se non approvato dal consiglio di sicurezza dell’ONU, ma chi mai se ne ricorda) da parte degli Usa riguarda il 60% circa dei paesi.
6) Idem la Germania.
7) Il governo di Netanyahu e l’opinione pubblica in Israele non rappresentano la comunità ebraica internazionale, in realtà la mettono in pericolo.
8) L’asse della resistenza in medio oriente ha affermato, per bocca degli Houti, di applicare la convenzione contro il genocidio nel suo attacco a Israele. Pare che chi la ha stilata non intenda applicarla.
9) Se i redattori dei giornali si sostituiscono all’amministrazione del paese forse se ne può trarre vantaggio. I russi sono inguaribili legalisti: vogliono la dichiarazione del portavoce della Casa Bianca.
10) Ironico: sia i missili che l’approvazione risaliranno a settimane fa. Biden, sotto pressione delle riserve del pentagono aveva impedito anche agli europei un attacco con missili Nato oltre il confine russo. Si noti che la Russia (dopo l’annessione del 2022) ritiene la Crimea e il Donbass territorio russo, lì vi sono stati numerosi attacchi con atacams e storm shadows, spesso sventati dalla contraerea russa.
11) Dato non ufficiale: gli ucraini avrebbero circa 50 Atacms, che non sono più in produzione. Gli USA ne avrebbero un migliaio ma hanno bisogno delle loro scorte. Gli Storm Shadows sono in produzione, di un analogo missile (il francese Scalp) i francesi hanno inviato 10 pezzi.
12) Non è possibile agli ucraini completare tale compito.
13) Se così non fosse avremmo video fatti da droni ucraini e foto satellitari.
14) Oppure attacco a un villaggetto non protetto dai i missili antiaerei S400?
15) Che, se intensificato, rende assai difficile per Trump sganciare gli Stati Uniti dal conflitto ucraino: ‘Trump proofing’.
16) Il missile ICBM, a media gittata detto Oreshnik , ha la possibilità di essere armato con testate nucleari.
17) Dipende ovviamente dal bersaglio: se andasse a fuoco la centrale nucleare russa di Kursk ci sarebbero conseguenze. Le maggiori fabbriche militari russe non sono alla portata dei missili di cui dispone la Nato. Non ho qui spazio per scrivere della gravità della sfida lanciata da Putin ai paesi Nato con questo missile. Il missile ha una gittata di 1000 km., sei testate e non può essere intercettato dalle difese attualmente disponibili! La lancetta dell’orologio della fine del mondo si è avvicinata ancora di più alla mezzanotte.
18) Diversi analisti notano che l’idea di integrare nordcoreani nell’esercito russo è un incubo, militarmente parlando.
19) Quel che Goldoni chiamava ‘spiritose invenzioni’ viene definito in inglese ‘fare economia della verità’, cioè mentire.
20) Non vi è alcuna prova che i russi facciano.
21) Giunti alle soglie di Siversk le truppe russe si sono fermate: la città è in posizione elevata e ben fortificata.
22) Consiglio vivamente il video di Glen Diesen, Alexander Mercouris e John Mearsheimer su www.youtube.com/@GDiesen1 A US-China conflict & End of the Ukraine war.
23) Qualcuno parla di un milione di unità.
24) Sarebbero aumentate la renitenza alla leva, le insubordinazioni militari e persino le diserzioni in Ucraina.
25) Non intende accettarne le richieste e non può costringerlo, mentre può forzare Zelensky, ma non i nazionalisti ucraini.
26) Che Biden disse di voler rinnovare ma poi non lo fece.
27) ‘Drain the swamp’.
28) Sanders fu osteggiato dal suo partito democratico durante le primarie del 2024.
29) Le nocchiere europee sono deplorevoli.
30) Citazione dalla Divina Commedia di Dante (per chi non abbia fatto il liceo classico) dove il soggetto è l’Italia dell’epoca.
31) Putin versione 2007 è quasi irriconoscibile: giovanotto snello, vitale e pieno di fiducia in sé stesso e negli altri (la Merkel è in seconda fila).Oggi è stempiato, preoccupato, pesantemente invecchiato, quando si arrabbia c’è una nota di tristezza.
32) Tacerne è doloroso, parlarne è doloroso.
33) Leggete sul giornale che Israele vince, si tratta di neo-lingua. (George Orwell nel suo ultimo libro 1984 parla di un uso delle parole a significare il contrario dell’originario senso della parola stessa: una neo-lingua).
34) Imitati in questo dalle autorità tedesche.
35) Il cessate il fuoco in Corea ha significato un trascinarsi del conflitto per più di 70 anni, la conclusione della seconda Guerra mondiale è segnata dalla caduta del muro di Berlino.
36) Cui si aggiungono i civili libanesi, domani forse anche i siriani, giordani e irakeni…
(Cecilia Clementel)
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