“Non ci sono pericoli per i nostri connazionali, anche perché i ribelli hanno detto in maniera chiara che non toccheranno e non faranno operazioni ostili nei confronti della popolazione civile”. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha commentato così la notizia delle ultime ore relativa all’entrata dei ribelli jihadisti nella città di Aleppo, in Siria. Le forze filo-turche sono entrate in città senza trovare opposizione, dopo che negli ultimi otto anni il centro era rimasto saldamente sotto il controllo del governo di Damasco, grazie anche all’aiuto di Russia e Iran.
Guerra in Siria, i ribelli jihadisti entrano ad Aleppo
Dopo che i gruppi armati ribelli (contrari al regime del presidente siriano Bashar al-Assad) hanno preso il controllo di buona parte della città, decine di migliaia di civili si sono dati alla fuga verso le zone rurali di Idlib, nel nord-ovest del Paese.
Stando a quanto riferito dal quotidiano The Express Tribune, le milizie hanno penetrato le linee di difesa sugli assi Hamdaniyya, Nuova Aleppo e Zahra e al momento hanno il controllo di circa 400 chilometri quadrati nell’area.
Un combattente dell’opposizione pattuglia una strada di Aleppo
La vicenda ha subito avuto delle conseguenze: la Russia, alleata con il governo siriano, ha iniziato insieme a quest’ultimo a colpire i miliziani.
Nelle scorse ore si sono verificati alcuni raid aerei russi e siriani proprio su Idlib e sulla sua regione, ultima roccaforte dei jihadisti e dei ribelli.
Le parole di Antonio Tajani
Nelle ultime ore il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha fatto sapere di aver concluso una riunione con l’ambasciatore italiano a Damasco, per fare il punto della situazione.
“In Siria ci sono circa 300 italiani, la metà a Damasco, mentre ad Aleppo siamo attorno ai 120 – ha dichiarato il leader di Forza Italia -. Non ci sono pericoli per i nostri connazionali, anche perché i ribelli hanno detto in maniera chiara che non toccheranno e non faranno operazioni ostili nei confronti della popolazione civile, e hanno detto anche non faranno azioni ostili nei confronti degli italiani, in modo particolare, e neanche dei cristiani, visto che Aleppo ha una fortissima presenza cristiana”.
Tajani ha aggiunto che la partenza di un convoglio delle Nazioni Unite con alcuni italiani è prevista nella giornata di domenica 1° dicembre.
“Molti altri vogliono rimanere ad Aleppo – ha concluso – Si tratta di famiglie miste, italo-siriane. Anche religiosi italiani hanno deciso di rimanere ad Aleppo. Al momento non c’è stato nessun problema per i nostri concittadini. L’ambasciata segue minuto per minuto la situazione e domani i nostri connazionali verranno accolti nella nostra sede diplomatica”.
300 vittime e oltre 15mila sfollati
Gli attacchi che hanno fatto seguito alla notizia della caduta di Aleppo hanno già provocato circa 300 morti tra i soldati e i miliziani.
Si registrano decessi anche tra i civili. Quattro studenti della città universitaria di Aleppo, bombardata con l’artiglieria dalle fazioni cooptate da Ankara, hanno perso la vita.
Stando a quanto comunicato dall’Onu, si conterebbero già 15mila sfollati, una stima destinata a crescere nelle prossime ore. Si teme, soprattutto, che possa riaccendersi e riesplodere un’altra sanguinosa guerra nel contesto mediorientale.
Voci di Golpe in Siria, la Russia con al Assad
Secondo vari media siriani e panarabi, circolano voci non confermate riguardo a tensioni crescenti e presunti scontri armati a Damasco tra fazioni rivali del governo. Queste indiscrezioni, non ancora verificabili, alimentano speculazioni su un possibile colpo di stato contro il regime guidato da Bashar al Assad.
Tra le fonti che riportano queste notizie c’è anche Cnn Turk, che riferisce di conflitti nel quartiere di Kafr Suse tra due unità d’élite delle forze armate siriane: la Guardia Repubblicana e la 4ª Divisione. Quest’ultima, guidata da Maher al Assad, fratello minore del presidente e ritenuto vicino all’Iran, sarebbe al centro delle tensioni.
Intanto, Bashar al Assad ha ribadito la sua determinazione a “sconfiggere i terroristi” a prescindere dalla portata dei loro attacchi. Parallelamente, il ministero della Difesa russo ha dichiarato che l’esercito siriano, con il supporto dell’aviazione russa, ha lanciato operazioni contro gruppi ribelli jihadisti.
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