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«La crisi climatica sollecita la politica locale, richiede contesti capaci di interpretare i dati e trasformarli in azioni locali, di dotarsi di sistemi di allerta precoce e di migliorare gli avvisi di rischio alle comunità»
E’ il pensiero di Elena Granata, docente universitaria di Urbanistica al Politecnico di Milano, Vice-pres. del Comitato scientifico e animatrice nelle Settimane Sociali di Trieste 2024, dove si è parlato anche di clima, transizione ecologica e sviluppo dei territori.
La nostra condizione climatica, secondo Acli Terra Calabria, è in piena e drammatica emergenza: città, popolazioni, territori devono far fronte a disastri ambientali attraverso politiche pubbliche di prevenzione, cura e salvaguardia dell’ambiente. La sfida climatica è un problema mondiale che colpisce e mette a dura prova economia, ecologia e condizioni sociali.
Si riverbera sul costo dei prodotti alimentari, provoca riduzione di coltivazioni di suoli, genera ulteriori diseguaglianze, accresce emarginazione nelle periferie urbane. In buona sostanza abbiamo ed abitiamo una terra che è ammalata.
E’ una problematica collettiva che richiede un nuovo modello di sviluppo, per questo raccogliamo la proposta suggerita da Elena Granata, di dotarsi di Piani locali per il Clima, che si caratterizzano per essere progetto di prossimità.
La Regione Calabria, attraverso l’utilizzo dei fondi PNRR ( M2C4 – Tutela del territorio e della risorsa idrica ) e Fesr + 2021-2027 (Azione 2.4.1 Interventi di difesa del suolo e messa in sicurezza delle infrastrutture nei territori più esposti a rischio idrogeologico ed erosione costiera ) potrebbe avviare interventi significati e di straordinaria utilità sociale. Legiferare da subito e poi sostenere e finanziare le Province, i comuni capoluogo, le associazioni o consorzi di comuni.
Insomma creare strutture territoriali e di prossimità, strumenti operativi per rispondere alla forte domanda delle Comunità, che chiedono a gran voce una politica di tutela territoriale di prevenzione. L’emergenza climatica provoca anche povertà imprenditoriale, occupazionale e familiare.
Basti pensare alla situazione delle aziende della Piana lametina dove esondazioni e straripamenti dei fiumi hanno coperto e distrutto diverse tipologie di coltivazioni da campo, mettendo a rischio imprese, famiglie, lavoratori e la stessa fertilità del terreno.
Il risultato del disastro causato dalle acque fuori controllo ha quasi cancellato numerose aziende zootecniche, florovivaistiche, agrumicole e orticole, che fino ai mesi scorsi erano all’avanguardia nell’innovazione agricola e nella ricerca. Oggi il rischio più drammatico e immediato, per una terra che di occasioni di lavoro ne ha sempre di meno, è il licenziamento di centinaia di dipendenti e maestranze.
Per contrastare il cambiamento climatico, dunque, occorre una conversione ecologica che è politica, civica, amministrativa, di manutenzione, di ripristino e protezione, culturale. In assenza di una politica del clima e della gestione del rischio, quindi anche di Piani locali per il clima, non ci potrà essere una progettualità politica di breve e medio periodo.
Né si potrà pensare di migliorare la qualità di vita dei cittadini. Ma è la docente Granata che dettaglia: «Il Piano Clima dovrebbe diventare il piano che viene prima di tutti gli altri piani. Ogni scelta pubblica dovrebbe passare sotto la lente del cambiamento climatico…la crisi non può più essere delegata solo agli esperti e ai summit internazionali ma sollecita una mobilitazione collettiva, di cittadini e imprese».
Per quanto interessa la nostra regione aggiungiamo che è caratterizzata da un ecosistema naturale-agricolo-biologico di pregio e attraverso il ricorso alla Componente 4 del PNRR avremmo la possibilità di assicurare alla Calabria un’azione di messa in sicurezza della biodiversità e conservazione della natura, più in particolare degli habitat e delle specie.
Utilizzare fondi FESR 2021/2027 per sostenere i Piani Locali per il clima, in particolare per: opere di difesa dal rischio frana e alluvione dei centri abitati; aree di interesse naturalistico, turistico e culturale; opere di protezione delle coste dai fenomeni di erosione, interventi di ripristino e recupero delle dinamiche idro-morfologiche; creazione di nuove aree umide per l’espansione naturale delle piene e per fronteggiare l’avanzare della desertificazione; manutenzione straordinaria dei reticoli idraulici, di contrasto all’instabilità dei versanti e all’erosione costiera.
In buona sostanza, il Presidente Acli Terra Calabria Pino Campisi, pone all’attenzione della politica regionale la nascita di un nuovo strumento di intervento che è mirato ed a forte impatto nella salvaguardia-prevenzione del territorio e delle Comunità.
Pino Campisi – Presidente regionale Acli Terra Calabria
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