lo “chef dei re” porta la Sicilia nel mondo

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Andrea Assenza porta i sapori della sua terra in tutto il mondo, tra Londra, Hong Kong, Tokyo e Oslo. Ora sogna di tornare in Sicilia per aprire un agriturismo

“Diventerai un grande chef” fu il pronostico beneaugurale che gli rivolse il nonno, e del resto non si discosta molto da quella che è stata ed è tutt’ora la carriera di Andrea, ragusano che vive la cucina come un’avventura in giro per il mondo ma sempre con i profumi, i sapori e i colori della sua terra che danno carattere ai piatti che prepara.

Andrea Assenza nasce quarant’anni fa a Vittoria, in provincia di Ragusa, e sin da piccolo dà una mano nel ristorante dei nonni paterni. La cucina per lui è da sempre “casa e putia”, quindi.

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Nel tempo libero e nella stagione estiva, per guadagnarsi una paghetta, aiuta i nonni e lo zio tra il ristorante e i terreni dove raccoglie i pomodori.

Per perseguire al meglio il cammino nella ristorazione, Andrea inizia a frequentare l’istituto alberghiero di Modica, ma i costi elevati e gli spostamenti a un’ora e mezza di distanza ogni mattina lo inducono ad abbandonare gli studi.

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È il nonno che ad un certo punto lo iscrive a una scuola a vocazione professionale nella loro città dove ha completato gli studi con buoni risultati.

Belli i ricordi della vita in Sicilia che Andrea custodisce ancora oggi nella memoria: «Il pomeriggio si usciva con gli amici in motorino e c’era sempre qualcosa da fare, insomma non ti annoiavi mai».

Alla fine degli anni ‘90 il padre però si trasferisce a Londra per lavoro, fino a che un giorno, quando Andrea aveva diciassette anni, gli propone di raggiungerlo.

È il 2001 e Londra si mostra subito come un universo di novità e possibilità per lui.

Tramite il padre che faceva le consegne di frutta e verdura in alcuni ristoranti, Andrea inizia a lavorare in una brasserie nel pieno centro della città. Si trattava di un locale molto noto perché tra i proprietari figurava anche il famoso attore Michael Caine, per cui attirava tante celebrità di livello internazionale.

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Nel 2005, appena quattro anni e diverse esperienze dopo, Andrea si imbatte nel maestro di arti culinarie Martin Green ed entra a far parte della sua brigata al Whites gentlemen’s club nella zona di Mayfair.

Noi comuni mortali ovviamente non abbiamo idea di cosa sia, ma vi anticipo che si tratta del club per gentiluomini più antico ed esclusivo di Londra, fondato nel 1693, e che annovera tra gli attuali membri anche il Re Carlo III e William, il Principe di Galles, oltre ad ex primi ministri e compagnia bella.

Andrea non conosce la noia, e non vuole neanche iniziare a farlo, per cui due anni dopo, nel 2007, tramite una ragazza conosciuta a Londra decide di andare ad Hong Kong.

Lì inizia a maturare qualche esperienza in alcuni locali italiani sino a che, dopo 3 anni, fonda un business di importazione di prodotti siciliani e un piccolo ristorante con venti coperti nel centro della città.

Il progetto si rivela però forse troppo ambizioso per l’epoca e inizia ad andare male, fino a che non decide di tornare a Londra, dove si era sentito bene accolto la prima volta.

Nel frattempo ovviamente il bagaglio di esperienze e di competenze di Andrea si arricchisce, proprio attraverso questi viaggi che, non solo sono uno stimolo per lui, ma anche un mezzo attraverso il quale assorbire influenze, tecniche, aromi di altre cucine che, insieme al suo background tutto siciliano lo hanno reso lo chef creativo che è oggi.

Nel 2012 arriva un’offerta di lavoro niente meno che a Singapore e, neanche a dirlo, prende la palla al balzo per rimettersi in gioco in un nuovo contesto, parte e diviene il capo cucina in un noto ristorante italiano.

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La novità più grande e importante però lì è un’altra: conosce infatti una bella pasticcera della stessa compagnia e se ne innamora.

Andrea e Natsume, è così che si chiama la donna che gli ha rubato il cuore e nel frattempo è divenuta sua moglie, erano pieni di energie e voglia di vivere nuove e inebrianti esperienze, tanto che decidono di imbarcarsi in una nuova avventura, stavolta in Australia.

È il 2013 quando iniziano la loro vita nel continente oceanico e vanno avanti sino a che nel 2017 arriva l’opportunità di far parte di un importante progetto come executive chef, ancora una volta in un ristorante italiano, stavolta nella zona di Barangaroo.

Non è bravo a star fermo però Andrea, e dopo un altro paio d’anni, nel 2019, è chef de cuisine sempre in un ristorante italiano, ma stavolta a Tokyo. Ricordate che ve lo presentai subito come uno chef che vive la cucina come un’avventura, vero? E aggiungerei anche “in giro per il mondo”.

Nel 2023 inizia a gestire “Ristopizza” nel grattacielo più alto del Giappone, la Mori JPTower. Si sarà fermato lì in quest’anno penserete voi… Sbaglio ci fu!

Il ritmo frenetico e il tanto lavoro hanno purtroppo portato Andrea a risentire della fatica, tanto fisica quanto mentale per le tredici ore di lavoro al giorno. Così, insieme a Natsume e al loro figlioletto Masa, hanno deciso di lasciare il Giappone per una nuova meta che potesse offrirgli innanzitutto una quotidianità più “lenta”, o per lo meno più facilmente gestibile, con una qualità di vita migliore.

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La scelta è ricaduta sulla Norvegia, dove tra l’altro le statistiche ci dicono che vi siano tra gli stipendi più alti d’Europa.

Il primo ad approdare ad Oslo è stato Andrea che ha predisposto un’accogliente sistemazione per Natsume e Masa che lo hanno raggiunto in un secondo momento. Tra l’altro il ritorno in Europa consente loro di visitare la Sicilia ogni estate, così che possano sentire fisicamente, oltre che affettivamente vicini i quattro fratelli di Andrea, con i quali oggi è unito come sempre.

In più Masa potrà confrontarsi con quel suo mezzo DNA isolano che, a dirla tutta, potrebbe iniziare a predominare in futuro. Sì, perché già bolle in pentola un altro progetto, ancora un sogno per il momento.

A proposito di esperienze maturate sin da adolescente in Sicilia e poi arricchite negli oltre vent’anni successivi in giro per il mondo, oltre che di ricerca di ritmi lenti e salubri, Andrea vorrebbe tornare a vivere sull’Isola e aprire proprio qui a casa un agriturismo.

Una nuova sfida, stimolante e ambiziosa, che chiuderebbe un simbolico cerchio iniziato nella cucina del ristorante dei nonni a Vittoria.

E chissà che non possa accadere prima di quanto si pensi. Del resto il racconto di Andrea, che ha cucinato per teste coronate e capi di Stato, ci ha abituato ai colpi di scena, ai cambiamenti, e soprattutto a grandi traguardi.





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