QUESTURA BOLZANO * VIOLENZA – ATTI PERSECUTORI: « VÌOLA DIVIETO AVVICINAMENTO ED AGGREDISCE EX COMPAGNA E POLIZIOTTI, ARRESTATO 40ENNE RECIDIVO»

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10.07 – domenica 1 dicembre 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Sono quasi all’ordine del giorno, purtroppo, le richieste a seguito di aiuto delle quali le Forze dell’Ordine sono chiamate ad intervenire d’urgenza per far fronte a situazioni di violenza domestica o di atti persecutori.

Nel caso di specie una pattuglia della Squadra “Volanti” della Polizia di Stato, impegnata nei normali servizi di prevenzione generale e di controllo del territorio, dopo essere stata allertata da una donna che aveva attivato la richiesta di aiuto in emergenza, segnalando che il suo ex convivente si era presentato presso la sua abitazione nonostante fosse colpito dal divieto di avvicinamento alla sua persona ed ai luoghi da lei frequentati, all’alba di ieri interveniva in pochi attimi nel quartiere di Oltrisarco per verificare l’accaduto e prestare soccorso alla vittima.
Giunti sul posto indicato, gli Agenti erano in grado di ricostruire la tremenda vicenda di violenze e minacce che la vittima, durante la notte appena trascorsa, aveva dovuto subire da parte dell’ex compagno.

Quest’ultimo, infatti, in preda ad incontrollabile raptus di violenza e follia, aveva cercato di sfondare la porta dell’appartamento, colpendola con calci e pugni ed urlando a squarciagola pesanti minacce nei suoi confronti. La donna, quindi, nel disperato tentativo di calmare l’esagitato, aveva leggermente aperto l’uscio di casa. La mossa, tuttavia, non sortiva gli effetti sperati: l’aggressore, infatti, approfittava della situazione per entrare in casa come una furia ed afferrare con violenza per i capelli la figlia della vittima.

L’intervento di un vicino di casa, allertato ed allarmato dalle urla di madre e figlia, e con l’ausilio di altri condomini, è risultato provvidenziale per riuscire a far desistere il soggetto dai suoi propositi violenti, ed a farlo allontanare. Mentre i Poliziotti della prima “Volante” assicuravano il soccorso alla vittima, una seconda Pattuglia, già in fase di perlustrazione nella zona, riusciva in pochi minuti a rintracciare l’autore dei fatti.

Costui, già conosciuto alle Forze di Polizia in quanto non nuovo a tali manifestazioni violente – motivo per il quale era stato destinatario del Provvedimento cautelare del Divieto di Avvicinamento e di Contatto – anziché calmarsi iniziava ad aggredire con violenza anche gli Agenti di Polizia, nel vano tentativo di sottrarsi al fermo, esternando nel contempo esplicite minacce ritorsive degli stessi.

Dopo averlo messo in condizioni di non nuocere, i Poliziotti conducevano a forze l’uomo presso gli Uffici della Questura; qui, al termine degli atti di Polizia Giudiziaria ed in considerazione della gravità dell’accaduto e della recidiva in tali comportamenti, nonché constatata la violazione della Misura Cautelare emessa dal Tribunale di Bolzano, il soggetto veniva dichiarato in arresto e messo a disposizione della Procura della Repubblica.

Per gli stessi motivi, e considerati i precedenti specifici dell’aggressore, il Questore della Provincia Autonoma di Bolzano Paolo Sartori ha avviato l’iter procedurale per l’applicazione nei suoi confronti della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza.

“Sono sempre più i casi in cui le Forze di Polizia sono chiamate ad intervenire per far fronte a violenti episodi di maltrattamenti in famiglia, atti persecutori ed aggressioni, i quali rappresentano, peraltro, preoccupanti esternazioni di problematiche di carattere culturale – ha evidenziato il Questore Sartori –. La singolarità di questo episodio, nel quale il ruolo di vittima lo ha un uomo, rafforza ancor più l’idea di come le situazioni di criticità che affliggono la nostra società debbano necessariamente essere affrontate facendo rete tra Istituzioni, Enti locali, Centri antiviolenza ed Associazioni di volontariato.

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La Polizia di Stato è da sempre in prima linea, anche con Progetti specifici, nell’indicare percorsi di presa di coscienza e di consapevolezza del disvalore di quanto commesso, con l’obiettivo, altresì, di aiutare le vittime a difendersi, a chiedere aiuto ed a denunciare le violenze subite”.

 

 



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