Una bella giornata di fine novembre. Cielo azzurro, aria limpida, temperatura mite. Condizioni ideali per passeggiare nel Parco della Villa Reale di Monza, che ospita il celeberrimo circuito, uno dei pochi sopravvissuti delle piste progettate a inizio Novecento per esaltare le alte velocità, a quell’epoca la frontiera tecnologica dell’ancora giovane industria automobilistica.
Ma al pari di altre cose in apparenza obsolete eppure sempre attuali, come i dischi in vinile, il mitico Circuito non conosce la vecchiaia. A conferma di ciò, venerdì 29 è giunta la notizia del rinnovo fino al 2031 del contratto con la Formula 1 per l’organizzazione del Gran Premio d’Italia. Naturale che il Tempio della Velocità sia stato designato come passerella per una sfilata di auto storiche fuori del comune, non solo per la nutrita partecipazione, con ben 43 esemplari partecipanti, ma anche per la loro rarità e bellezza (si veda qui la lista delle partecipanti).
Prima fra tutte la Lancia Aurelia B24 del 1954. Una cabriolet non solo splendida nell’armonia delle sue linee ma anche tecnologicamente all’avanguardia per la sua epoca. Era infatti tra le pochissime vetture a montare un motore in alluminio, un V6 per la precisione. Si distingueva inoltre per il parabrezza avvolgente in un pezzo unico. Non sorprende che un esemplare di B24 sia stato battuto in un’asta tenuta nel 2022 a un valore prossimo al milione di euro.
Di fronte a tanto prestigio non ha certo sfigurato un’altra creazione, datata 1940, del genio d Lancia, la Artena Limousine Clericale, una vettura nata per trasportare alti funzionari pubblici (era la Ministeriale), ma questa in particolare era stata donata dalla Lancia all’allora Cardinale di Torino Maurilio Fossati.
Della parata di stelle a quattro ruote facevano parte anche rari esemplari di vetture inglesi, soprattutto la MG, con una TB del 1939 e una B GT del 1972, così come una Jaguar XK120 del 1952, e un’ancora più rara Reliant Mistral del 1961.
Ma un simile concentrato di storia dell’auto, ammirato tra gli altri dal campione di Formula 1 Arturo Merzario, non si mette assieme tanto per passare una bella mattinata tra appassionati. Infatti era la degna cornice di un’occasione, ovvero il passaggio, effettivo dall’1 gennaio 2025, dalla regione spagnola della Navarra alla Lombardia della presidenza della Automotive Regions Alliance, un’associazione di 36 regioni europee di Italia, Germania, Francia e Spagna e altri Paesi dell’Ue che condividono il ruolo dell’auto come settore guida delle rispettive economie e che con 5mila miliardi di euro rappresentano il 34% del pil dell’Unione. A rappresentare l’Italia ce ne sono ben nove: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, Molise, Basilicata, Veneto e Umbria.
Un gruppo molto giovane (è nato nel giugno 2022, all’esplodere dei costi energetici conseguente la guerra in Ucraina) e certamente eterogeneo, composto di realtà portatrici di interessi spesso in contrasto tra di loro, ma oggi più che mai deciso a inviare un forte messaggio (si veda qui la Dichiarazione Finale) alla seconda Commissione Europea a guida Ursula Von der Leyen. Un messaggio che il nuovo presidente dall’associazione, l’assessore allo Sviluppo Economico della Lombardia Guido Guidesi, così sintetizza: “Occorre convincere la Commissione a rivedere i tempi della transizione alla mobilità tutta elettrica. Quelli già fissati rischiano di dividere i cittadini europei tra acquirenti di serie A e di serie B, secondo le rispettive possibilità di permettersi l’acquisto di un’autovettura elettrica, i cui costi sono ancora troppo alti. In questo modo si rischia di non raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e di deindustrializzare delle aree che rappresentano un terzo del pil comunitario. Non si può sacrificare il futuro di un’industria sull’altare di un’ideologia ecologista”. E sembra proprio che l’Alliance dovrà muoversi in fretta. “I segnali provenienti dal mercato indicano che non possiamo permetterci di perdere tempo”, ha aggiunto Guidesi.
In tal senso l’azione dell’Alliance si esplicherà su più fronti, in collaborazione con l’associazione delle industrie europee del settore, ossia l’Acea. “Occorrerà anche convincere la Commissione a impiegare parte delle risorse, oggi interamente dedicate all’elettrico, in altre direzioni, come i bio carburanti, i carburanti sintetici e anche l’idrogeno”, ha concluso Guidesi, prima di salire a bordo dell’Aurelia B24 per un bel giro di pista. Con la speranza che simili emozioni non restino un ricordo del passato.
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