La Settimana della cucina italiana nel mondo promossa dalla Farnesina attraverso la rete di Ambasciate, Consolati, Istituti italiani di cultura e Uffici ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane all’estero, è ormai un appuntamento consolidato anche in Croazia. Il ricco programma dell’edizione di quest’anno vede coinvolte pure la Comunità degli italiani di Sissano e quella di Pola. Il 19 novembre scorso a Sissano si è svolta una dimostrazione gastronomica con degustazione di piatti tipici umbri e istriani, due regioni con molti punti in comune sul piano della gastronomia, a partire dai tartufi. Lo showcooking è stato patrocinato dal Consolato generale d’Italia a Fiume e ha visto l’adesione dell’Agenzia per lo Sviluppo Rurale dell’Istria (AZZRI), suggellando per certi versi un ideale gemellaggio tra la cucina umbra e quella istriana.
A presentare l’evento intitolato De-cantare il benessere con gusto (un format ideato da Roberta Palmioli – a nome della delegazione umbra è stato Omar Di Curzio, presidente della Consulta giovani del Comune di Cascia. “È per me un grande onore essere qui per rappresentare l’Umbria, la mia terra. Questo evento straordinario è un omaggio alla cultura, alla tradizione e alla capacità dell’Italia di creare connessioni autentiche con il resto del mondo, attraverso l’arte della cucina, il vino e la passione per il bello”, ha dichiarato, sottolineando il piacere di essere partecipe a una manifestazione “che rappresenta una straordinaria opportunità per creare connessioni e scambi culturali”.
“L’Umbria – ha proseguito – è una terra che vive attraverso i suoi paesaggi mozzafiato, i suoi sapori unici e la passione delle sue comunità. È un luogo in cui la storia e le tradizioni si fondono con la capacità di innovarsi, raccontando una storia senza tempo che continua a ispirare e a emozionare”. “La nostra – ancora Omar Di Curzio – è una terra che vive attraverso i suoi paesaggi mozzafiato, i suoi sapori unici e la passione delle sue comunità. È un luogo in cui la storia e le tradizioni si fondono con la capacità di innovarsi, raccontando una storia senza tempo che continua a ispirare e a emozionare”.
Di Curzio ha illustrato alle persone presenti in sala – tra cui la console generale d’Italia a Fiume, Iva Palmieri, la vicepresidente della Regione istriana eletta in quota Comunità nazionale italiana, Jessica Acquavita, il presidente della Giunta esecutiva dell’Unione italiana, Marin Corva, il presidente dell’Assemblea dell’Ui e padrone di casa Paolo Demarin (presiede la Ci di Sissano), il direttore dell’AZZRI, Igor Merlić, la direttrice dell’Edit di Fiume, Christiana Babić, Tiziano Sošić, console onorario d’Italia a Pola, Mauro Jurman, vicesindaco di Umago e altri – alcune delle realtà che meglio rappresentano il suo territorio e che hanno contribuito all’organizzazione dell’evento: Di Curzio Food Lab, Cantina Adenti, Tartufo di Paolo e Cantina di Filippo.
COME VALORIZZARE LE ECCELLENZE. “Di Curzio Food Lab è un progetto che nasce dalla passione della mia famiglia per la valorizzare delle eccellenze gastronomiche di Cascia e dell’Umbria. Il Food Lab, con la sua visione moderna, è un esempio di come le tradizioni possono essere reinterpretate per dialogare con un pubblico contemporaneo. È la volontà di una generazione giovane di portare avanti il patrimonio culturale e gastronomico con innovazione, ma senza mai perdere di vista le radici”, ha notato Omar.
“La Cantina Adanti – ancora Di Curzio –, una delle realtà vinicole più rappresentative della nostra terra, che racconta l’Umbria attraverso i suoi vini unici. Guidata da Stella Bastianelli, una giovane che rappresenta la nuova generazione dei viticoltori umbri, la cantina unisce innovazione e rispetto peri vitigni autoctoni, dando vita a prodotto che racchiudono l’essenza del nostro paesaggio e della nostra storia”.
Il Tartufo di Paolo è un’azienda di Spello che da generazioni si dedica con passione alla lavorazione e alla distribuzione del prezioso fungo ipogeo, uno dei prodotti più preziosi e simbolici della regione, diventato ambasciatore dei quest’area nel mondo, unendo qualità e autenticità. A Sissano è stata servita la varietà uncinata.
UNA SIMPATICA LEZIONE TRA I FORNELLI. Il menu proposto da Gennaro Ferraro, chef presso la Di Curzio Hospitality & experience, consisteva in un antipasto di millefoglie di lonzino semistagionato con stracchinato e cipolle caramellate, un secondo antipasto costituito da uno sformatino di farro con chicchi di roveja mantecati con pecorino e perle di melograno, un primo a base do orzotto mantecato allo zafferano e tartufo nero in purezza e da un dessert costituito da un millefoglie scomposto con crema gialla, frutti di bosco, fondente di castagne e caffè. Pietanze accompagnate oltre che dalla Vernaccia di Cannara (vino DOC, vendemmia 2023) pure dal Monfalco Sagrantino DOC del 2016 e dal Montefalco rosso DOC del 2019.
Gennaro Ferraro ha tenuto una simpaticissima lezione di cucina – nel corso della quale lo chef ha “sollecitato” la Console generale Iva Palmieri a revocare la cittadinanza italiana a chi usa la panna da cucina. E qualcuno dal pubblico ha colto la palla al balzo per suggerito di levare il passaporto anche a chi usa il formaggio grattugiato con il pesce –, spiegando ai presenti la tecnica di preparazione del risotto con gamberetti. Nel corso della dimostrazione Ferraro ha spiegato perché il riso va servito sui piatti lisci e mai su quelli fondi (da brodo). I motivi sono essenzialmente due. Il primo è di natura culinaria, in quanto in questo modo si evita che il riso subisca una cottura aggiuntiva. Il secondo è prettamente estetico. Servendo il riso sul piatto liscio è più semplice realizzare la decorazione della pietanza.
Nel proseguo della serata in cattedra è salito lo chef istriano Grgo Komazin che ha preparato degli gnocchi dolci con ripieno di fichi secchi e ricotta, e affogati nel maraschino e nel succo di limone e arancia. Ha preparato anche un brasato (preparato con carne di boscarin) con polenta alle olive. Cibi questi accompagnati da un vin de rosa (vendemmia 2018) prodotto e imbottigliato dalla Giacometti-Moscarda di Gallesano per la Babos e da un marana (un merlot-cabernet sauvignon, vendemmia 2021) prodotto e imbottigliato dalla Babos di Dignano. Per quanto riguarda gli olii d’oliva sui tavoli erano serviti gli extravergine Rossignola (imbottigliato dall’Azienda agricola a conduzione famigliare Matteo Belci di Dignano e il San Gurmano imbottigliato dalla AZRRI (produzione 2024). Da rilevare che a servire a tavola sono stati gli studenti della Scuola per il turismo, la ristorazione e il commercio di Pola e che i presenti hanno potuto degustare anche una selezione di salami e formaggi istriani.
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