Key-box addio, i lucchetti per le chiavi delle locazioni turistiche brevi vietati dal Viminale: «Possono favorire criminali e terroristi»

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La circolare del Ministero dell’Interno: «Tenuto conto dell’evoluzione della difficile situazione internazionale, gli ospiti devono essere accolti di persona»

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Sono ovunque, sui portoni di condomini, all’ingresso di villette ma anche su cancellate e ringhiere, in palazzi storici e immobili di nuova costruzione. Talvolta, nei piani terra, sono addirittura sistemate alla bell’e meglio sulle inferiate delle finestre o sugli oscuri. Ma ora le key box, i lucchetti per le chiavi delle locazioni brevi che tante proteste hanno sollevato tra i comitati che chiedono di mettere un limite agli affitti turistici e malumori tra chi risiede in palazzi dove c’è un Airbnb, devono essere eliminate. Da subito, senza alcun margine di confronto tra Stato e categorie. Lo sancisce una circolare del dipartimento di sicurezza del ministero dell’Interno, a firma del capo della polizia Vittorio Pisani: l’accoglienza in remoto non si può più fare in nome della sicurezza del Paese «tenuto conto dell’evoluzione della difficile situazione internazionale». Inoltre, in vista di eventi «politici, culturali e religiosi» a partire dal Giubileo (inizia il 24 dicembre) e le Olimpiadi Milano-Cortina del 2026 «emerge la necessità di attuare stringenti misure finalizzate a prevenire rischi per l’ordine pubblico in relazione all’eventuale alloggiamento di persone pericolose e/o legate ad organizzazioni criminali o terroristiche».

La diffusione delle cassette

Non che finora, a onore del vero, le key box fossero legittime, ma nell’assenza di indicazioni chiare, la questione era rimasta nel limbo. E le cassette si sono diffuse ovunque, facilitando i gestori delle locazioni e i turisti il cui arrivo così può avvenire a qualsiasi ora. Quante siano in Veneto non è dato a sapersi – «sono migliaia», sostiene Ondina Giacomin, presidente Abbav Veneto, l’associazione che riunisce i gestori di Bed & Breakfast, Locazioni Turistiche, Guest House – non essendo un fenomeno normato, non esiste un loro censimento. La stretta di Pisani è del 18 novembre, di tre giorni fa la comunicazione delle prefetture alle categorie. «In un momento storico delicato a livello internazionale – si legge nella circolare – si conferma l’obbligo posto a carico dei gestori di strutture ricettive di ogni genere o tipologia, come previsto dal Tulps (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, ndr) di accertare l’identità degli ospiti mediante verifica de visu (ossia in presenza) della corrispondenza tra persone alloggiate e i documenti forniti, comunicandola alla questura competente». Nello specifico delle locazioni brevi «alla luce della intensificazione del fenomeno su scala nazionale» si chiarisce che «la trasmissione informatica delle copie dei documenti e l’accesso negli alloggi con codice di apertura automatizzata, tramite installazione di key box all’ingresso, non possono ritenersi satisfattive degli adempimenti cui sono tenuti i gestori». Il che significa: stop al check-in automatizzato, perché viola le norme di sicurezza.




















































I controlli sulle locazioni brevi

«Finalmente – dice Luigi Altamura, comandante della polizia locale di Verona e referente Anci, l’associazione dei Comuni del Veneto – avevamo tra l’altro inviato un quesito a Roma per chiarire la questione e ora c’è la conferma che le key box eludono le norme e non possono essere usate: l’accoglienza degli ospiti va fatta di persona». Altamura ricorda che i controlli sulle locazioni brevi si sono intensificati in tutte le città: «Quando si trova all’interno di una struttura una persona si verificano i nominativi con la questura». E se non c’è corrispondenza, il gestore rischia una denuncia penale. Non solo i vigili plaudono alla circolare ministeriale, lo fanno anche le associazioni dell’extralberghiero. «Da sempre sosteniamo che le key box sono fuori norma e diciamo ai nostri soci di non usarle – dice Giacomin – Bene, dunque, la nuova comunicazione». Abbav ricorda, poi, che chi usa i lucchetti porta chiavi in aree di vincolo artistico, monumentale e ambientale «rischia una denuncia penale» al pari di chi ha nella struttura ospiti non registrati.

Accoglienza e sicurezza

Promuove l’iniziativa di Roma, Marco Bettiol, presidente Fiaip Venezia (la Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali) e vicepresidente nazionale del Centro studi Fiaip sul turistico: «Così si fissano un po’ di regole». Nicchia invece Edoardo Nestori, associazione Locatori turistici Veneto. «Tanti di noi effettuano il check-in di persona ma nelle locazioni non c’è reception h24 – sottolinea – e anche con il de visu può accadere che in una casa da due posti, poi arrivino anche altri quando ce ne siamo andati». La sicurezza, cioè, non sarebbe garantita didi più eliminando le key box.

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1 dicembre 2024 ( modifica il 1 dicembre 2024 | 15:54)

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