“Ridare speranza alla nostra gente” è il messaggio centrale contro la crisi economica e sociale
I Vescovi della Basilicata richiamano le istituzioni e la società civile a un’azione comune per affrontare la crisi economica e costruire un futuro di speranza per la regione.
Di fronte alla profonda crisi economica che sta colpendo la Basilicata, i Vescovi della regione hanno lanciato un appello accorato alle istituzioni e alla cittadinanza, richiedendo un impegno corale per ridare speranza alla popolazione. La crisi del settore automotive, con il rischio concreto di migliaia di posti di lavoro persi, è al centro delle loro preoccupazioni, insieme agli effetti della pandemia e alle instabili condizioni geopolitiche.
I Vescovi sottolineano l’importanza di un cambio di paradigma per affrontare le sfide della transizione ecologica e dello sviluppo sostenibile, ribadendo che queste non possono avvenire a scapito della dignità umana e del lavoro. L’appello si sofferma anche sulle opportunità offerte dai beni comuni del territorio, come l’ambiente e le risorse naturali, che devono essere valorizzate per rilanciare l’economia regionale.
Tra le richieste principali: investimenti infrastrutturali per superare l’isolamento della regione, nuove politiche industriali che promuovano la riconversione in settori innovativi e sostenibili, e una maggiore attenzione alla formazione professionale per colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro. Centrale è anche il sostegno all’occupazione giovanile e femminile attraverso misure specifiche, come tirocini professionalizzanti e politiche di conciliazione tra lavoro e vita privata.
Il settore automotive, con particolare attenzione allo stabilimento Stellantis di Melfi, è indicato come un asse strategico per la Basilicata. I Vescovi richiedono un impegno sistematico e accordi coraggiosi per mantenere il ruolo centrale di questo comparto nell’economia regionale.
L’appello si conclude con un invito a costruire una visione condivisa di futuro per la Basilicata, basata su giustizia sociale, sostenibilità ambientale e crescita economica, sottolineando che solo un’azione coordinata e inclusiva potrà portare a una vera rinascita.
Il testo dell’appello
Di fronte alla grave crisi che sta investendo diversi ambiti economici della Basilicata, tra i quali il settore automotive, con il rischio concreto di migliaia di posti di lavoro persi, noi Vescovi eleviamo ancora una volta un accorato appello a tutte le istituzioni e a tutti i cittadini.
Siamo convinti che, in nome del Vangelo, occorre ridare speranza alla nostra gente. E’ urgente, infatti, una radicale presa di coscienza ed una straordinaria mobilitazione dei ‘mondi vitali’ della nostra Regione per vincere le sfide della transizione che ci attendono, riportando al centro la dimensione comunitaria della persona che vive e lavora nelle nostre fabbriche, nelle città e nelle aree interne. L’impatto socio-economico delle ultime crisi mondiali, aggravato dalla pandemia e dalle instabili condizioni geo-politiche ha provocato anche nella nostra Regione, come in altre parti del Mezzogiorno, una marginalizzazione insostenibile ed un impoverimento demografico e sociale, la riduzione della base produttiva e occupazionale, la diseguaglianza tra cittadini e territori. La grande sfida – nazionale ed europea – consiste nel proteggere i ceti sociali più fragili, il mondo del lavoro che cambia e spostare l’asse verso uno sviluppo più giusto, equo e solidale. La transizione ecologica è chiaramente necessaria ma non può avvenire a discapito della dignità delle persone in ogni dimensione del loro essere. Essa ci sfida rappresentando l’opportunità di fare nostro un nuovo modello di sviluppo che, riconoscendo la centralità del lavoro umano e della dignità della persona umana, risulti efficacemente capace di coniugare sostenibilità e giustizia economica, sociale ed ambientale.
Il nostro territorio, pur segnato da evidenti criticità e contraddizioni, presenta notevoli potenzialità, purtroppo ancora inespresse e divise. Pensiamo ad esempio ai numerosi “beni comuni” che lo caratterizzano: ambiente, acqua, riserve delle aree forestali, ecc…. Tali risorse naturali, se adeguatamente valorizzate, possono senza alcun dubbio contribuire a rafforzare l’ossatura della nostra economia. La sfida che ci sta davanti è di sconfiggere un pessimismo latente ed una incapacità di una visione comune di rinascita socio-economica, avviando una ripresa oggettiva che non può prescindere dal porre la nostra Basilicata in rete con il resto del Mezzogiorno. È necessario anche favorire un protagonismo sinergico delle diverse aree del territorio, che superi squilibri e contrapposizioni. Noi Vescovi, con le nostre comunità ecclesiali, ancora una volta, auspichiamo un cambio di paradigma, capace di generare scelte nuove e coraggiose.
Con la forza del Vangelo e con le ragioni delle donne e degli uomini di buona volontà che vogliono operare per il bene comune chiediamo:
Significativi investimenti infrastrutturali: anche alla luce della possibilità di autonomie differenziate, risulta non più derogabile fornire la nostra Regione di adeguate dotazioni infrastrutturali per superare l’isolamento e portare i nostri cittadini alla contemporaneità.
Nuove politiche industriali: occorre, infatti, un piano nazionale e regionale che sostenga la riconversione industriale, promuovendo investimenti in settori innovativi e a basso impatto ambientale, creando nuove opportunità occupazionali.
Investimenti nella formazione: è fondamentale garantire percorsi di formazione continua e di riqualificazione professionale, che superando l’atavico disallineamento tra domanda ed offerta, riescano finalmente a garantire ai lavoratori le competenze necessarie per affrontare le nuove sfide del mercato del lavoro. E’ prioritario garantire ai giovani la continuità dei percorsi formativi e lavorativi ed assicurare al territorio quelle professionalità tecniche, scientifiche ed umanistiche indispensabili per la ripresa e l’innovazione, concorrendo ad aumentare il numero dei giovani in possesso di una qualifica o di un diploma professionale, di un titolo di formazione terziaria e di laureati.
Politiche attive del lavoro: servono misure concrete per favorire il reinserimento lavorativo delle persone che perderanno il posto di lavoro, come incentivi all’autoimprenditorialità, tirocini e borse di studio. Non possiamo dimenticare, inoltre, le gravi ripercussioni che questa crisi sta avendo sui nostri giovani, già duramente provati dalla difficoltà di trovare un primo impiego stabile, e sulle donne, spesso costrette a conciliare lavoro e famiglia. È necessario introdurre azioni mirate per sostenere l’inserimento lavorativo dei giovani, attraverso Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO) e tirocini professionalizzanti e, nel contempo, promuovere più efficacemente politiche di armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro per consentire alle donne di partecipare pienamente al mercato del lavoro e alla vita sociale del Paese. Essenziale è anche la creazione di contesti che favoriscano una più marcata radicazione sul territorio delle Università e dei Centri di Ricerca per implementare e sostenere le attività di formazione di uomini liberi, capaci di pensiero critico divergente, e la produzione di conoscenza e le attività di ricerca per il progresso della società. A tal fine, fondamentale è la sinergia con il sistema produttivo per il trasferimento delle conoscenze e delle migliori tecnologie disponibili.
Di assoluto rilievo è l’emergenza del settore auto per gli impatti indiscutibili di crisi e di tenuta del tessuto sociale ed ambientale che esso ha nella nostra Regione. Tutto ciò rappresenta indiscutibilmente il più significativo asse manifatturiero regionale: un settore che è ormai connaturato alla economia regionale, come distretto produttivo avanzato e foriero di quella cultura industriale che ha costituito la novità più rilevante della Basilicata moderna dopo gli anni ‘80. A livello internazionale, la tendenza alla decarbonizzazione ha prodotto nuovi scenari nel campo dell’automotive con effetti spesso di deindustrializzazione, con impatti socio-economici allarmanti e pericolosi per la tenuta sociale dei Paesi. I dati e le informazioni recenti non sono confortanti. Come emerge da report accreditati si registra un sostanziale arretramento sul piano occupazionale, con conseguenti preoccupazioni anche in presenza di piani di industrializzazione che prevedono la produzione di nuovi modelli, come ad esempio il caso dell’Azienda Stellantis. Occorre necessariamente ristabilire la “strategicità” dello stabilimento di Melfi. Siamo consapevoli che la crisi del settore è complessa e va approcciata in maniera sistematica. Sono necessari accordi e visioni coraggiose ed innovative a partire da alcuni temi e scelte fondamentali.
È tempo di agire in modo coordinato, coinvolgendo le parti sociali, l’Europa, il Governo nazionale e le istituzioni locali.
Insieme siamo chiamati tutti a costruire una visione di futuro per la nostra Basilicata, in cui la crescita economica vada di pari passo con la giustizia sociale e la tutela dell’ambiente.
Potenza, 1° dicembre 2024 – I domenica di Avvento
I Vescovi di Basilicata
Il presidente Bardi sull’appello dei Vescovi lucani
“Siamo in perfetta sintonia con l’appello lanciato dai Vescovi lucani che ringrazio per aver posto l’attenzione su questioni cruciali legate al presente e al futuro della Basilicata. Qualsiasi discorso, tuttavia, non può prescindere dalla consapevolezza di essere alla fine di un ciclo economico, nel vortice di cambiamenti che impattano sulla società a livello mondiale. Spesso nel dibattito sui temi economici ci si arrovella in letture logore, ripetitive, con pochi suggerimenti concreti e significativi, dimenticando, evidentemente, che si è chiusa un’epoca e che occorre svincolarsi da quelle che erano certezze e convinzioni in uno scenario ormai non più attuale”. E’ quanto sottolinea il presidente della Giunta regionale, Vito Bardi, commentando l’appello dei Vescovi in occasione della prima domenica di Avvento.
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