De Albertis (Assimpredil Ance): ecco come il settore delle costruzioni sta avanzando nella sostenibilità

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ll settore delle costruzioni è chiamato a una profonda trasformazione per rispondere alle aspettative europee sulla transizione ecologica e la direttiva “Case green” può rappresentare un’occasione di avanzamento sia sotto il profilo della sostenibilità sia dell’innovazione. Per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica che sono stati fissati dall’Europa, l’Italia deve intervenire sul patrimonio immobiliare più energivoro, mettendo in moto tutta la filiera delle costruzioni. Il presupposto è una collaborazione da parte di tutti gli attori, pubblici e privati. In questa direzione, regole chiare per un intervento sostenibile a medio e lungo termine permetteranno di creare un mercato equilibrato, con alta qualificazione e sicurezza per imprese, lavoratori e cittadini.

E la sfida della trasformazione in chiave sostenibile del costruire è stata colta in pieno dall’associazione Assimpredil Ance, che ha lanciato il nuovo codice di condotta “Cantiere Impatto Sostenibile” attraverso cui conta di supportare in maniera concreta il sistema immobiliare nella transizione sostenibile.

“Come imprenditore credo che la sostenibilità sia un grande valore nel fare impresa e questa consapevolezza sta evolvendo perché, dopo il Covid, le guerre in atto e l’incertezza del mercato, sappiamo tutti che siamo più forti e resilienti se riusciamo a costruire una visione del futuro comune” osserva Regina De Albertis, Presidente Assimpredil Ance, Associazione delle imprese edili e complementari di Milano, Lodi, Monza e Brianza, che in questa intervista a ESGnews racconta le ragioni che hanno spinto l’associazione a redigere il nuovo codice di condotta e quali sono le aspettative per il settore sul fronte della sostenibilità anche alla luce delle nuove norme.

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A partire dal 2030 le nuove costruzioni dovranno essere a impatto zero: utopia o nuovo standard? 

Il nuovo standard per le nuove costruzioni a impatto zero potrà diventare la prassi dominante dal 2030 solo se affronteremo senza visioni utopiche la questione degli incentivi fiscali e dei bonus. In Italia, per le condizioni del patrimonio e la proprietà parcellizzata, è infatti impossibile raggiungere gli obiettivi di impatto zero nelle nuove costruzioni puntando solo sul rendere obbligatori gli interventi dei privati, senza includere un piano di aiuti. Ci vuole una strategia di incentivi fiscali strutturale e sostenibile, che dovrà essere accompagnata da politiche di investimento comunitarie in grado di garantire le risorse per gli investimenti richiesti, sotto forma di trasferimenti e prestiti per le famiglie sottoposte agli obblighi di riqualificazione.

Per riqualificare il nostro patrimonio occorrono regole certe e sostenibili inserite in una strategia di lungo periodo e condivisa.

I target di riduzione delle emissioni degli edifici residenziali sono piuttosto stringenti. Li ritiene realizzabili? 

Dal 2028 lo standard dovrà essere applicato per le nuove costruzioni del settore pubblico e questo primo passaggio rappresenta un elemento per capire se e quali limiti ci saranno in termini di tecnologie e costi. Personalmente credo che il problema non sarà tecnologico, ma di sostenibilità economica in fase realizzativa e gestionale nel tempo.

Per l’Italia è fondamentale che il piano di messa a terra della direttiva case green sia realizzato nei prossimi due anni e con un confronto scevro da visioni demagogiche. La filiera delle costruzioni è veramente lunga: dalla progettazione ai materiali, dalla cantierizzazione alla gestione bisogna imparare a ragionare in termini di ciclo di vita dell’edificio in ottica di economia circolare. E da questo punto di vista credo che ci sia ancora molto da fare.

Ci può parlare del vostro progetto Cantiere a impatto sostenibile? Quali impegni richiede da parte dei partecipanti? 

Il codice di condotta “Cantiere Impatto Sostenibile”(CIS) è il punto di partenza di un percorso ambizioso e necessario verso la sostenibilità a 360 gradi. L’obiettivo del codice di condotta è trasformare i cantieri in luoghi di eccellenza ambientale, sociale ed economica secondo i criteri ESG e in linea con gli obiettivi di Agenda 2030.

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Il codice di condotta è declinato in 8 impegni che toccano tutte le aree tipiche dello sviluppo del cantiere: sostenibilità, decarbonizzazione, tutela dell’ambiente ed economia circolare, legalità, dignità del lavoro e trasparenza sui contratti, responsabilità e sicurezza sul lavoro, relazione con la comunità e gli stakeholder del territorio (impegno sociale), catena di fornitura sostenibile.

Ogni impegno implica un miglioramento continuo secondo la logica PDCA (Plan, Do, Check, Act), essenziale per una vera transizione verso la sostenibilità. Questo codice di condotta volontario rappresenta un’opportunità per le imprese di costruzione di distinguersi per il loro impegno verso la sostenibilità, migliorando al contempo la propria reputazione e competitività sul mercato.

Per supportare le imprese nell’integrazione dei criteri ESG abbiamo realizzato una piattaforma web dedicata. Il progetto è stato realizzato con un partenariato di imprese e Università, grazie a un bando di Regione Lombardia, e intende favorire una cultura di sostenibilità e responsabilità, verso un modello di filiera sostenibile anche grazie a processi di scambio di informazioni, know-how e strumenti di misurazione delle performance di sostenibilità. 

La piattaforma si compone, infatti, di una parte pubblica e di una privata: nella parte pubblica sono disponibili i materiali per le imprese che intendono adottare il codice di condotta, vengono illustrati gli otto impegni e la correlazione con i criteri ESG e con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. La sezione è arricchita da notizie sul tema della sostenibilità, con specifico riferimento al settore delle costruzioni. Mentre, nella parte privata, le imprese aderenti possono trovare strumenti per la gestione sostenibile dei cantieri ed essere accompagnate nella crescita del livello di adesione agli otto impegni del Codice di Condotta. 

Grazie alla piattaforma, infatti, le imprese hanno a loro a disposizione un tool che consente di calcolare la carbon footprint di cantiere, con metodologia validata dall’Università degli Studi di Milano Bicocca e una dashboard per la misurazione delle performance di sostenibilità dell’azienda, utilizzabile anche per l’elaborazione di un bilancio di sostenibilità o rating ESG. 

È stato inoltre creato un forum per i soggetti dell’ecosistema, un’area dedicata alla formazione e una sezione in cui i sottoscrittori del codice possono gestire in modo semplice la richiesta del logo per ciascun cantiere. 

Quante aziende hanno aderito? 

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La domanda non coglie l’impostazione del codice, perché Cantiere Impatto Sostenibile (CIS) è un codice di condotta dedicato ai cantieri, che impegna l’intera filiera coinvolta nell’esecuzione dell’opera.

In un anno e mezzo, i 50 cantieri CIS avviati nelle nostre province hanno coinvolto circa un migliaio di subappaltatori e imprese specialistiche, oltre a centinaia di imprese e professionisti fornitori di beni e servizi, difficili da quantificare con precisione.

Altre associazioni del sistema ANCE hanno aderito al codice, e stiamo collaborando con le sedi di Bari, Treviso e Cremona, inoltre abbiamo siglato accordi rilevanti con Banca Intesa Sanpaolo, Serravalle, Cap Holding, il Comune di Monza e stiamo lavorando con UNI per rendere il CIS una prassi di riferimento.

La parte pubblica della piattaforma CIS mira a una diffusione ampia del codice di condotta, incentivando sempre più imprese ad aderire.

Quali sono i KPI più importanti da tenere in considerazione per un costruttore?

Un’impresa che attribuisce valore, anche economico, alla capacità di inclusione (di genere, età, stato sociale) risulta più resiliente e pronta ad adattarsi ai cambiamenti, diventando così più competitiva. Tuttavia, il cambiamento è impegnativo: richiede di uscire dalla propria zona di comfort e possedere una visione orientata al futuro. Per questo, considero coraggio e visione due KPI fondamentali per un costruttore. Infine, la capacità di innovazione e transizione digitale è essenziale, dalla progettazione al modello di business fino all’adozione di tecnologie digitali e IoT. In particolare, la progettazione in BIM e l’uso dell’intelligenza artificiale offrono enormi potenzialità.

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Per il settore dell’edilizia è molto importante anche la dimensione sociale. Qual è la responsabilità dei costruttori nel creare una città più vivibile? 

Come Associazione da anni stiamo lavorando sulla connessione tra creazione di valore sociale e mondo dell’edilizia: lo abbiamo fatto già a fine ‘800 quando come Associazione dei capomastri abbiamo fondato l’Istituto Carlo Bazzi, ancora oggi il nostro liceo delle costruzioni. Poi nel 1919 con la Cassa Edile, il primo Ente mutualistico per i lavoratori. Tra le due guerre, con un ospedale per gli operai immigrati a Milano. Dopo il 1945 con case e scuole per le famiglie dei lavoratori e per formarli al lavoro. Una cultura dell’inclusione che ci vantiamo di aver costruito come modello Milano, insieme alle Organizzazioni Sindacali del settore delle costruzioni e che ha fatto da apripista alla bilateralità italiana. Oggi, le regole relative al PNRR circostanziano il valore sociale richiesto al settore con l’inclusione dei giovani, la valorizzazione dell’imprenditorialità femminile, la realizzazione del principio di parità e il progresso verso la transizione ecologica e digitale. Questi obiettivi si concretizzano nella costruzione di infrastrutture essenziali come scuole, ospedali di comunità, residenze per studenti e comunità per adulti.

Naturalmente è auspicabile che tale ruolo e funzione del settore, anche dal punto di vista sociale, venga riconosciuto e valorizzato. Le misurazioni condivise sono essenziali. Pensiamo al ruolo fondamentale svolto dal nostro settore a livello occupazionale e all’importanza della dignità di dare lavoro spesso a lavoratori migranti, che in cantiere oltre al mestiere apprendono lingua e cultura. Dall’altro lato, pensiamo al ruolo che le costruzioni rivestono per la riqualificazione delle aree cittadine, in ottica di inclusione, contrasto al degrado, aggregazione. Questi esempi rappresentano solo alcune delle ricadute positive che il settore delle costruzioni può offrire alla società.

Attualmente, il valore di queste iniziative rimane nascosto, non quantificato ufficialmente. È necessario stabilire degli standard quantitativi che permettano di confrontare i risultati effettivamente raggiunti con quelli previsti, per far emergere il valore sociale, economico e ambientale di ogni intervento edilizio o infrastrutturale. Per questo abbiamo deciso di valorizzare l’impatto sociale del cantiere fra gli obiettivi del nostro manifesto Cantiere impatto sostenibile.

Problema della sicurezza nei cantieri. Ci può fornire dei dati sulla situazione? 

Dobbiamo impegnarci tutti se vogliamo provare a raggiungere risulta importanti per il miglioramento della sicurezza nei cantieri e la riduzione degli incidenti sul lavoro, “uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, un fardello insopportabile per le nostre coscienze” come ha ricordato il Presidente Mattarella.  

Il rischio zero non esiste ma ci dobbiamo provare! 

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Cominciamo a rendere obbligatoria la formazione, così come da contratto dell’edilizia, per qualsiasi operatore che entra in cantiere. Dall’incrocio dei dati dell’Inail e delle nostre casse edili emerge che il 70% delle giornate infortunio in cantiere riguarda lavoratori senza contratto edile e quindi senza obbligo di formazione adeguata. 

Riconosciamo al Ministro Calderone il merito di aver avviato un proficuo confronto con tutte le parti sociali e una seria riflessione sulla sicurezza, rafforzando anche il sistema dei controlli. Ma noi vogliamo ancora di più. La patente a crediti interviene dopo e in senso sanzionatorio, mentre noi chiediamo la qualificazione delle imprese edili anche per i lavori privati, come già avviene per i lavori pubblici. 

Il modello che abbiamo in mente è quello di un’impresa qualificata, con una reputazione e un futuro da preservare. Un’impresa che sa garantire il risultato del proprio lavoro, riferimento per un’occupazione stabile e sicura e sinonimo di correttezza ed onestà.

E per quanto riguarda il controllo delle filiere a che punto siamo?

Il controllo delle filiere è in fase di evoluzione, con un forte impegno verso la sostenibilità e la legalità. Le nostre azioni proattive e il Codice di Condotta volontario, denominato “Cantiere Impatto Sostenibile” (CIS) adottato da Assimpredil Ance sono strumenti chiave per guidare le nostre imprese attraverso questa transizione, garantendo un futuro più sostenibile e competitivo per il settore edile. Il portale è, infatti, un utile strumento per consolidare la capacità di misurazione delle performance di sostenibilità (ESG) anche grazie a strumenti condivisi, per aumentare il livello di digitalizzazione delle relazioni tra gli attori della filiera e per rinforzare, in modo sostanziale, lo scambio di competenze tra gli utilizzatori. 

Infine, sull’economia circolare e sull’uso dei materiali. Qual è il grado di avanzamento? 

Nel settore delle costruzioni, l’economia circolare è cruciale. Fare economia circolare significa ridurre al minimo i rifiuti e massimizzare il riutilizzo dei materiali. Le demolizioni, ad esempio, devono essere condotte in modo da permettere il recupero e il riciclo dei materiali da costruzione. Questo approccio non solo riduce l’impatto ambientale, ma crea anche nuove opportunità economiche e posti di lavoro.

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L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sottolinea l’importanza di città e comunità sostenibili con il Goal numero 11:rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili.  A livello europeo, il settore delle costruzioni è responsabile di più del 50% delle materie prime estratte e di circa il 35% dei rifiuti e per questo è considerato un settore “ad alta intensità di risorse”.

Risulta cruciale ripensare, dalla progettazione alla realizzazione, la gestione del cantiere che rappresenta la fase di maggior impatto ambientale nell’ambito del processo produttivo di opere edili o civili. Nel cantiere edile, infatti, vi sono attività di movimentazione, stoccaggio, deposito, raccolta e trasporto di materiali che generano enormi quantità di rifiuti di costruzione e demolizione, con impatto su suolo, aria ed acqua.

Anche su questo tema, Cantiere Impatto Sostenibile rappresenta uno strumento per sviluppare e condividere nuovi modelli di business, processi di digitalizzazione e buone pratiche di economia circolare per rendere  misurabili i benefici, economici, oltre che ambientali e sociali, derivanti dal recupero delle risorse e dalla riduzione dei rifiuti.

Avete osservazioni o proposte sulla Direttiva EPBD? Le può sintetizzare? 

La nuova politica per l’efficientamento degli edifici avrà un impatto significativo per una crescita del settore delle costruzioni e dell’impiantistica, nonché sulle imprese di servizi energetici.

L’attuazione della direttiva deve passare attraverso misure necessarie per gli obiettivi fissati, valutandone al contempo l’impatto energetico ed economico per garantire una transizione energetica equilibrata in grado di ottimizzare il rapporto tra costi e benefici per la collettività e per lo Stato.

Serve mettere a punto un sistema di finanziamento e di incentivi che, però. va pensato in modo strutturato in ciascuno Stato.

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La Direttiva EPBD affronta il tema degli schemi economici e finanziari a sostegno della riqualificazione energetica: non solo prestiti per l’efficientamento energetico ed ipoteche per la ristrutturazione degli edifici, contratti di rendimento energetico, ma anche aliquote fiscali ridotte sui lavori di ristrutturazione e sui materiali e sui sistemi di “detrazione in fattura” come modalità alternativa ai sistemi di pagamento.

In questo contesto, l’Europa deve monitorare i tempi ed il raggiungimento dei target intermedi tenendo però conto delle peculiarità dei singoli Paesi. Per l’Italia considerato il nostro patrimonio immobiliare vetusto occorreranno maggiori risorse e un orizzonte temporale più lungo. Poi, oltre alle politiche fiscali di incentivazione che ciascun Paese potrà prevedere con un orizzonte temporale almeno decennale, è necessario un sostegno economico anche a livello europeo. E, infine, per quanto riguarda il patrimonio immobiliare pubblico, per il raggiungimento dell’efficientamento, oltre ai fondi già stanziati e preventivati, si richiede la definizione di strategie e strumenti di partenariato pubblico privato.



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