Migliaia di dipendenti Volkswagen hanno scioperato negli stabilimenti tedeschi del gruppo, dicendosi pronti a un grande conflitto sociale in piena campagna elettorale per evitare i licenziamenti della casa automobilistica. “Volete la guerra, siamo pronti”, recitava uno striscione esposto tra la folla di dipendenti mobilitati ad Hannover (nord), uno dei nove siti del Paese in cui sono state osservate interruzioni del lavoro per diverse ore. Con questo primo sciopero “di avvertimento”, il sindacato dei metalmeccanici Ig Metall intende esercitare pressioni sulla dirigenza della principale casa automobilistica tedesca ed europea, che sta valutando la chiusura di impianti e licenziamenti di massa per migliorare la propria competitivita’. “La cosa che mi fa piu’ arrabbiare e’ che sono le persone ai vertici a commettere gli errori e noi ne paghiamo il prezzo”, ha dichiarato all’Afp Michael Wendt, un operaio di Hannover, con una sciarpa rossa al collo. “La VW siamo noi”, proclamava un cartello appeso alla finestra di un appartamento a sostegno dei manifestanti. Gli operai di Zwickau (a Est) hanno manifestato a gran voce la loro rabbia fuori dai cancelli della fabbrica: “I loro posti di lavoro sono stati minacciati per tre mesi e stavano aspettando di mostrare finalmente quello che pensano”, ha detto un portavoce locale dell’Ig Metall.
Presso la sede del produttore a Wolfsburg (Germania settentrionale), la presidente del potente consiglio di fabbrica, Daniela Cavallo, si e’ rivolta agli scioperanti, denunciando una “svendita del sito industriale tedesco”. Dalla mattina sono in sciopero 66.000 dipendenti, secondo l’Ig Metall, sui 120.000 che lavorano per la VW in Germania, il marchio di punta del gruppo, che e’ anche il piu’ in difficolta’. Gli scioperi continueranno fino all’alba di martedi’, con turni notturni in diversi stabilimenti. E’ la prima fase di uno sciopero che potrebbe raggiungere proporzioni senza precedenti se la direzione e i rappresentanti dei lavoratori non riusciranno a trovare un accordo sulle misure di ristrutturazione. Simbolo delle difficolta’ dell’industria tedesca, la crisi della Volkswagen assume una particolare risonanza nel bel mezzo della campagna elettorale per le elezioni parlamentari del 23 febbraio nella piu’ grande economia europea. L’IG Metall si e’ detto pronto ad affrontare un conflitto sociale come quello che la Germania “non vedeva da decenni”. A settembre, la Volkswagen ha annunciato che stava preparando un drastico piano di risparmio, cercando di ridurre i costi di diversi miliardi di euro nelle sue fabbriche tedesche. Si sono svolti tre cicli di negoziati tra la direzione e i sindacati, senza alcun risultato. A novembre, Thomas Schafer, responsabile del marchio VW, ha ribadito che “dobbiamo ridurre le nostre capacita’”. Secondo l’IG Metall, la Volkswagen sta valutando la possibilita’ di chiudere tre fabbriche in Germania e sarebbe la prima volta nei suoi 87 anni di storia. Il produttore ha dieci siti produttivi nel Paese e circa 300.000 dipendenti. Le due parti si incontreranno nuovamente il 9 dicembre a Wolfsburg per un quarto round di negoziati. Mercoledi’ si terra’ una riunione del comitato aziendale presso la sede del gruppo, alla presenza dell’amministratore delegato della Volkswagen e del Ministro del Lavoro tedesco.
Il mercato italiano delle autovetture continua intanto a mostrare segni di crisi preoccupanti, con il quarto mese consecutivo in contrazione dopo il -13,4% di agosto, il -10,7% di settembre e il -9,0% di ottobre. Novembre chiude con 124.251 nuove immatricolazioni, un calo del 10,8% rispetto alle 139.319 dello stesso periodo dell’anno precedente, che aveva una giornata lavorativa in più. Il cumulato degli 11 mesi va in rosso per la prima volta da inizio anno, con una flessione dello 0,2%: 1.452.973 immatricolazioni rispetto a 1.455.320 nel periodo gennaio-novembre 2023. Rispetto al periodo pre-covid, gennaio-novembre 2019, il calo è del 18,2%. Le vetture BEV recuperano quota rispetto al 4,0% di ottobre, salendo al 5,3% (-0,3 punti rispetto allo stesso mese 2023), anche grazie alle consegne delle vetture ordinate in giugno con il breve beneficio degli incentivi, che sta generando un effetto altalenante nel corso dei mesi. Le AUTO PHEV, invece, scendono al 3,1% dal 3,4% di ottobre, portando il totale di veicoli ricaricabili all’8,4%.
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