Minguzzi (Fruitimprese): “Alluvionati ma pochi sostegni”

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Inadeguatezza del sistema italiano di risarcimenti per gli agricoltori colpiti da calamità. “Attualmente, le procedure di accesso agli aiuti risultano troppo lunghe e complesse, lasciando molte aziende in difficoltà”. 

E i mutamenti climatici che colpiscono la filiera ortofrutticola italiana: “Secondo il recentissimo studio condotto dal Crea Politiche e Bioeconomia, finanziato dall’Unione Europea, le variazioni climatiche stanno influenzando negativamente la qualità e la tipicità dei prodotti ortofrutticoli, con impatti diretti sulla redditività delle aziende”.

Sono i punti salienti della relazione del presidente Giancarlo Minguzzi all’assemblea annuale di Fruitimprese Emilia Romagna svoltasi a Cesena il 27 novembre scorso. 

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In Spagna fanno meglio e bene 

Sui risarcimenti Minguzzi ha citato l’esempio virtuoso della Spagna, “dove il governo ha introdotto un sistema di aiuti diretti per le aziende agricole colpite da alluvioni. Gli agricoltori ricevono i fondi senza dover presentare alcuna domanda preliminare, velocizzando così il processo di ristoro e garantendo il sostegno immediato al comparto”. 

Per migliorare il sistema di risarcimenti, si dovrebbe intervenire su più fronti. “Primo: snellire le procedure burocratiche, rendendo l’accesso ai fondi più rapido ed efficiente. Un sistema automatizzato per la valutazione dei danni, gestito da enti locali o nazionali, potrebbe garantire una gestione più equa e veloce delle richieste, eliminando passaggi superflui. Inoltre, sarebbe opportuno istituire un Fondo di emergenza dedicato al settore agricolo, attivabile immediatamente in caso di calamità, per fornire un sostegno concreto e tempestivo alle aziende in difficoltà”.

Danni oltre un miliardo 

Le calamità naturali hanno provocato nel 2023 (rapporto Ismea) danni che superano il miliardo, con un impatto devastante su molte produzioni e territori chiave come in primo luogo l’Emilia-Romagna, le Marche e il Veneto.

“La nostra regione, cuore pulsante della produzione ortofrutticola italiana (produzione lorda vendibile di 11,2 miliardi su una superficie di quasi 57mila ettari), è stata segnata da quattro alluvioni in soli 18 mesi. Le piogge intense, accompagnate da allagamenti e frane, hanno colpito pesantemente le coltivazioni, impedendo in molti casi la raccolta e, successivamente, le semine”.

I principali danni riportati sono stati così classificati: allagamenti e cracking dei frutti: le piogge incessanti, con picchi di oltre 100 mm in due giorni, hanno provocato danni irreparabili alle mele Fuji e Pink Lady, compromettendo la qualità e la commerciabilità del prodotto;

Poi  frane e difficoltà di accesso: nelle aree collinari, movimenti franosi ancora attivi hanno reso difficoltoso l’accesso ai frutteti, penalizzando le operazioni di raccolta di cachi e kiwi; compromissione delle colture: la maturazione dei kiwi è stata rallentata, con un abbassamento del grado zuccherino (Brix) che potrebbe influire negativamente sulla conservazione a lungo termine.

“Una delle cause principali dell’aggravarsi di queste calamità è stata individuata nella carenza di manutenzione del territorio, aggravata dall’assenza di infrastrutture adeguate, come le casse di espansione per i fiumi. È necessario agire tempestivamente per prevenire futuri disastri, considerando che i fenomeni climatici eccezionali sono destinati a diventare sempre più frequenti”. 

La relazione a De Pascale 

“Mi propongo – ha annunciato Minguzzi – di trasmettere questa relazione al nuovo governatore regionale De Pascale. Siamo ben consci che la sua capacità d’azione sarà inevitabilmente limitata di fronte alla complessità e all’ampiezza delle problematiche che gravano sul nostro comparto. Tuttavia, confidiamo che le osservazioni e le proposte contenute in questa relazione possano rappresentare un utile contributo per accrescere la sua consapevolezza sulle esigenze del settore e fornire una base per orientare le future politiche regionali”.

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“Le nostre priorità rimangono la salvaguardia delle aziende agricole, la valorizzazione della qualità del Made in Italy e la costruzione di un sistema più resiliente alle sfide future”.

Bilancio 2024

Quanto al bilancio della stagione ortofrutticola 2024 “è un mosaico complesso di risultati positivi e criticità. Da un lato, si registra un incremento nell’export, con un +5% in volume e un +3% in valore rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, segnando un totale di quasi 2,8 miliardi di euro nel primo semestre. Dall’altro, la produzione interna ha dovuto fare i conti con calamità naturali e problematiche strutturali, che hanno colpito duramente il comparto”.

I dati raccolti evidenziano andamenti differenti a seconda dei prodotti. Frutta fresca: nonostante una leggera riduzione in volume (-2,9%), si osserva una crescita del valore (+5,5%), grazie all’aumento dei prezzi per alcune varietà di qualità; pesche e nettarine: chiudono la campagna con risultati soddisfacenti in termini di qualità e quotazioni, dimostrando la forza del comparto; mele: stabili in volume, ma con un valore in aumento (+10,93%), trainato dalle varietà di pregio; kiwi e pere: in forte crisi

Le pere hanno subito un calo drammatico del 64% in volume e del 54% in valore, mentre il kiwi ha perso quasi un terzo della produzione rispetto al 2023.

Capitolo export: tutti i problemi

La congiuntura internazionale presenta ostacoli significativi per il nostro export ortofrutticolo. Minguzzi segnala tre criticità. Export extra-Ue: il blocco del Canale di Suez ha ridotto drasticamente (-80%) le spedizioni verso l’India, mettendo a rischio le esportazioni di mele e altri prodotti

Competizione internazionale: operatori polacchi e serbi stanno conquistando quote di mercato nel Medio Oriente, sfruttando costi di produzione più bassi. Crisi europea: l’instabilità politica e le incertezze sulle politiche agricole europee rappresentano un ulteriore motivo di preoccupazione. “Nonostante ciò – conclude Minguzzi – l’Italia mantiene una forte presenza sui mercati internazionali, grazie alla qualità riconosciuta dei suoi prodotti. L’introduzione di nuove varietà e la diversificazione delle destinazioni possono rappresentare strategie vincenti per affrontare queste sfide”.

Fonte: Fruitimprese 

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