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N.1 di Stellantis attende tavoli a Mimit e Chigi.Salvini attacca

20:03 – 03/12/2024 

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(AGGIORNA E SOSTITUISCE IL SERVIZIO TRASMESSO ALLE 19.38)
(di Paolo Cappelleri)
(ANSA) – ROMA, 03 DIC – Il governo valuta un intervento a
sostegno dell’automotive da inserire nella manovra. Non pi�
incentivi ai consumatori ma alle aziende della lunga filiera
della componentistica, dai motori alle marmitte, dai bulloni a
vetri e cinture. Si parla di 400 milioni di euro. Misure
circoscritte, le risorse sono poche. Ma segnerebbero un segnale,
nel percorso di rilancio del dialogo con Stellantis dopo le
dimissioni dell’ad Carlos Tavares. Un percorso tutto da
verificare, non scevro di tensioni.
La richiesta bipartisan affinch� John Elkann chiarisca al
Parlamento il piano industriale e le prospettive occupazionali �
accompagnato dall’auspicio del presidente della Camera Lorenzo
Fontana: “Venga quanto prima in audizione”, perch� “un confronto
con i parlamentari di maggioranza e opposizione � importante e
necessario”. Ma per ora il pressing non sfonda. Al presidente
della commissione Attivit� produttive della Camera, Alberto
Gusmeroli, che gli ha inviato il terzo invito a presentarsi in
audizione, il presidente del gruppo ha ribadito che non � ancora
il momento: vuole attendere la chiusura del tavolo al Mimit e
l’apertura di quello a Palazzo Chigi, prima di valutare altre
iniziative di confronto, compreso quello richiesto dalle forze
politiche in Parlamento.
Inoltre nel governo si registrano approcci diversi. Matteo
Salvini parte all’attacco: pi� che Tavares, in Stellantis “il
problema � la propriet�, che di italiano ormai ha ben poco e ha
preso soldi in Italia per decenni per aprire fabbriche
all’estero”. L’invito del vicepremier leghista a Elkann � a
presentarsi in Parlamento “con un assegno che ricordi quanti
miliardi di denaro pubblico negli anni questa azienda ha
incassato”. “Non � importante dove viene ma � importante cosa
fa”, taglia corto il presidente del Senato Ignazio La Russa. E
di tutt’altro tenore sono anche le considerazioni di Adolfo
Urso, che dal colloquio con Elkann ha tratto “le condizioni per
essere fiduciosi di poter condividere un piano Italia che vede
il nostro Paese al centro dello sviluppo dell’auto europea”.
“Ora anche Stellantis condivide la necessit� di rivedere il
percorso di decarbonizzazione”, rimarca il ministro delle
Imprese (di FdI), che il 17 dicembre diriger� il tavolo
sull’automotive, dove Stellantis ha delegato Jean Philippe
Imparato, capo dell’area europea. Per Urso “pu� segnare la
svolta”. Un appuntamento che, chiedono Uil e Uilm, va preceduto
da un incontro azienda-sindacati.
Il tavolo al Mimit � il prossimo passo per cercare di
allineare il dialogo tra azienda e governo, fin qui frenato
dalle tensioni tra l’esecutivo e Tavares. Il primo c’� stato
domenica, quando Elkann ha anticipato l’addio del manager
portoghese alla premier Giorgia Meloni e al presidente della
Repubblica Sergio Mattarella. Dopo l’appuntamento al Mimit si
capiranno i margini per spostare la questione a Palazzo Chigi,
come chiedono i vertici aziendali e anche i sindacati.
Lo scenario preoccupa gli operai, da Melfi a Mirafiori. Il
governo ha fissato la priorit�: tutelare i lavoratori degli
impianti Stellantis in Italia, quelli dell’indotto e della
logistica. Si cerca un asse per spingere l’Ue a “rivedere quelle
norme che – ha notato Meloni – rischiano di mettere in ginocchio
l’industria europea dell’auto”. E l’esecutivo studia le leve da
usare. In manovra potrebbero entrare aiuti per stimolare ricerca
e innovazione, e soprattutto per ridurre i costi energetici
degli stabilimenti. “Il costo dell’energia � uno dei temi pi�
delicati”, nota il sottosegretario al Mimit Massimo Bitonci,
spiegando che “allo studio del governo ci sono una serie di
incentivi verso la componentistica italiana”. Direttamente alle
aziende, perch� “quelli al consumo, un miliardo di euro
quest’anno, non hanno prodotto i risultati attesi”.
Pd, M5s, Avs e Azione hanno chiesto un’informativa urgente a
Meloni su Stellantis. Condivisi con la maggioranza sono i
giudizi sulla buonuscita a Tavares, che ammonterebbe a 100
milioni di euro secondo ricostruzioni di stampa, smentite per�
da Stellantis, secondo cui sono cifre “molto imprecise e
lontanissime dalla realt�”. “Io rinunciai alla mia buonuscita da
commissario Ue, circa mezzo milione di euro – ricorda il
vicepremier e leader di FI Antonio Tajani -: c’era la crisi
dell’auto e mi sembrava giusto e opportuno lasciare quei soldi a
chi perdeva il posto di lavoro. Mi auguro che questo piccolo
gesto possa essere ripetuto da chi prende liquidazioni d’oro”.
(ANSA).



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