Brianza, la classifica delle 1.000 imprese top. Sul podio Esprinet di Vimercate. Ma la crescita rallenta per la prima volta dal 2019

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di
Rosella Redaelli

L’analisi del centro studi di Assolombarda. Quest’anno nessuna azienda raggiunge i 4 miliardi fatturato. A Monza le start up innovative sono 48

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La Brianza si conferma terra di imprese solide, ma il contesto internazionale pesa anche qui, tanto che, per la prima volta dal 2019, nessuna azienda raggiunge i 4 miliardi di euro di fatturato.

È quanto emerge da TOP 1000, l’analisi del Centro Studi di Assolombarda in collaborazione con PwC Italia, presentato alla reggia di Monza.
Lo studio è un appuntamento annuale per verificare la salute delle imprese del territorio ed è partito nel 2015 su un campione di 500 imprese, per poi salire a 800 ed arrivare quest’anno ad una classifica di 1.000 aziende top con un fatturato che varia da un minimo di 7.9 milioni di euro a sfiorare i 4 miliardi. Nella top ten si conferma al primo posto Esprinet di Vimercate con 3 miliardi 985 milioni di euro, seguita da St Microeletronics di Agrate (3miliardi, 165 milioni ). Quindi Mediamarket, G.A.I.A Holding, BASF Italia e Candy tra i 2 e i 2,4 miliardi, Decathlon e Sol a 1,5 miliardi, DS Smith e Sacchi a poco più di 1 miliardo di fatturato nel 2023.




















































Tutte insieme le mille aziende brianzole più performanti hanno fatturati da 71,4 miliardi, ma segnano un rallentamento della crescita che segna tra il 2022 e il 2023 un incremento solo dello 0,4%.
«Il territorio di Monza e Brianza ha una struttura solida, capace di resistere alle crisi e in grado di raggiungere risultati straordinari quando i periodi sono favorevoli – spiega Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda – oggi stiamo affrontando un contesto internazionale complesso e in continua evoluzione. Ai venti internazionali, la risposta di Monza e Brianza è migliore di quella della Lombardia, che è in linea con quella del Paese. Per contrastare il momento di generale rallentamento dei mercati, l’urgenza è quella di tornare a stimolare gli investimenti che, come successo per Industria 4.0, sono la chiave per la crescita».

Nel terzo trimestre 2024, la produzione industriale della provincia è diminuita del -0,2%, contro il -1,0% lombardo, ma fino al secondo trimestre 2024 le esportazioni monzesi sono cresciute a due cifre (+10,3% contro il +0,3% lombardo).
I settori trainanti sono, soprattutto, elettronica (+57,6% nel secondo trimestre 2024), farmaceutica (+22,6%) e chimica (+13,1%). In discesa moda (-16,4%), apparecchi elettrici (-10,2%) e anche design-arredo (-1,7%).
Il 44,6% delle imprese di Monza e Brianza prevede di chiudere il 2024 con un aumento del fatturato rispetto al 2023, il 14,1% in stabilità, e ben il 41,3% in diminuzione, la percentuale più elevata registrata nel corso degli anni (ad eccezione del 2020). Per il 2025 quasi il 60% delle imprese prevede un incremento delle vendite, il 31,5% una stabilità e solo l’8,7% stima una contrazione. La difficoltà di reperimento di figure professionali adeguate è considerato il maggiore rischio temuto dalle imprese (83% delle risposte), ma consistenti sono anche le preoccupazioni per un calo della domanda (64%).

«Il nostro tessuto produttivo e industriale è sempre riuscito a superare i momenti di difficoltà- dal Covid ai conflitti che hanno portato negli ultimi due anni un aumento esponenziale dei costi di energia e materie prime – è il commento di Giovanni Caimi, presidente della sede di Monza e Brianza di Assolombarda -servono competenze adeguate e un approccio profondo alle tecnologie digitali di ultima generazione”

Aspetto positivo è la presenza di ben 524 aziende che fanno parte della classifica dal 2017. Il loro fatturato totale, pari a 34,7 miliardi di euro nel 2016, è aumentato di oltre il +50% arrivando a sfiorare 52,5 miliardi di euro nel 2023.
Per quanto riguarda le start up innovative in Brianza se ne contano 138 di cui 48 solo a Monza.

Ben oltre la metà di queste startup investe in maniera significativa in ricerca e sviluppo (64,5%), il 23,2% impiega personale altamente qualificato e il 16,7% è titolare di almeno un brevetto o software registrato.
Circa la metà delle 138 startup hanno già depositato un bilancio per il 2023 e da questo emergono i fatturati che in totale superano i 20,2 milioni di euro.
Il Focus tematico dello studio di quest’anno ha riguardato il rapporto tra mondo dell’impresa e intelligenza artificiale. Dalle risposte raccolte appare che il 40% delle imprese associate non ha ancora valutato adeguatamente i possibili benefici derivanti dall’adozione dell’Intelligenza Artificiale (AI) e della GenAI nei processi produttivi. Soltanto il 4,3% afferma di avere già integrato l’AI nei processi organizzativi. 

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