il carico da 180mila euro e la rapina inscenata dal corriere

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LAMEZIA TERME Un quantitativo imprecisato di cocaina venduto a poco più di 180mila euro. Un carico di droga che sarebbe stato trasportato a bordo di un Fiat Ducato partito dalla Calabria con destinazione la Sicilia. È uno degli aspetti emersi dall’inchiesta della Dda di Palermo che questa mattina ha portato all’arresto di 25 persone. Tra loro due calabresi Mariano Domenico Corso (cl. ’87) e Manuel Monorchio (cl. ’96) entrambi di Reggio Calabria, sono finiti in carcere mentre per Pasquale Cianella (cl. ’50) anche lui reggino, sono stati disposti gli arresti domiciliari dal gip Lirio G. F. Conti. L’operazione della Polizia di Stato di Palermo, condotta dalla Squadra mobile e coordinata dalla Dda, è scattata nei quartieri di Guadagna, Falsomiele e Villagrazia di Palermo, e hanno colpito due organizzazioni criminali dedite al traffico ed allo spaccio di cocaina e hashish. 

Indagando sulle rotte calabresi della droga verso il capoluogo siciliano, gli inquirenti hanno individuato il luogo di stoccaggio, ovvero l’area di parcheggio di un capannone a Palermo. È qui che “l’autista” calabrese Cianella si sarebbe recato il 1° giugno del 2022, luogo dove Binario avrebbe incontrato Salvatore Patti e altri sodali, tra cui Francesco Genova. Le attività investigative della pg avrebbero permesso di ricostruire tutte la fasi, dall’arrivo del carico alla consegna del denaro. Già il 31 maggio 2022 Binario avrebbe informato i suoi acquirenti – Davì e Lo Muto – su dei rallentamenti per l’arrivo della droga a causa di una certa “confusione” agli sbarchi ovvero la presenza di forze di polizia allo sbarco dei traghetti a Messina, «circostanza che imponeva prudenza e di differire la trasferta», riporta il gip nell’ordinanza.
«Questi sono i calabresi (…) ohu onestamente le cose mi fa leggere… è sincero e lui gli ha scritto “oh domani non mi devi rinviare perché già mi sono stancato”, e quello gli ha scritto domani al cento per cento dice…». Questo il commento tra i due Davì e Lo Muto dopo essersi recati da Binario per cercare di ottenere ulteriori ragguagli rispetto all’arrivo – molto atteso – della droga dalla Calabria.

Gli inquirenti, attraverso il servizio di videosorveglianza, registrano i primi “movimenti” sospetti a partire dalla mattina del 1° giugno 2022. Nel piazzale attenzionato, infatti, vedono arrivare un Iveco bianco con una persona a bordo. Dal veicolo, poi, vedono scendere un uomo di circa 60 o 65 anni che poi individuano proprio nel calabrese Pasquale Cianella. Una volta sceso, come riportato dal gip nell’ordinanza, l’uomo raggiunge la parte posteriore del Ducato «per prelevare una busta di colore bianco che depositava all’interno dell’abitacolo lato guida», si legge ancora. E così, poco dopo l’arrivo del furgone nel parcheggio, Binario riceve una telefonata da un soggetto palermitano, alle sue dipendenze come custode o sorvegliante. «Buongiorno, scusami se ti disturbo… ti ricordi quel signore paesano che ultimamente ti ha portato le cassate? È qua che aspetta a te non so il motivo…». Qualche minuto dopo gli inquirenti registrano l’arrivo di Francesco Genova (cl. ’79) palermitano, anche lui finito in carcere come Salvatore Binario (cl. ’83).
Cianella scende dal furgone prelevando due sacchetti di plastica di colore bianco che consegna a Genova. Il calabrese, poi, preleva un terzo sacchetto e lo cede ancora a Genova. Dopo essersi allontanati, sia Genova che Binario tornano nel parcheggio poco più di un’ora dopo, consegnando a Cianella una busta a testa contenente per come ricostruito dagli inquirenti la «somma di denaro dovuta in corrispettivo della cessione e destinata ai fornitori calabresi Manuel Monorchio e Domenico Corso Mariano».

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Una somma che, secondo la ricostruzione fornita da Cianella, gli sarebbe stata sottratta nel corso di una rapina che racconta di aver subito quella stessa mattina. E le indagini della pg, infatti, avevano registrato una serie di movimenti e telefonate quella stessa notte. A fornire alcuni elementi era stato proprio Cianella in sede di denuncia del 12 luglio ed interrogatorio del 20 luglio 2022. Il reggino aveva affermato che la sera del 1° giugno dopo aver fatto ritorno a Reggio Calabria «era stato prelevato da Corso e Monorchio e condotto a Palermo, dove si svolgeva un vero e proprio sopralluogo finalizzato ad accertare la veridicità dell’avvenuta rapina», come riporta il gip nell’ordinanza. Attività che avrebbe visto anche il coinvolgimento degli acquirenti palermitani, Binario e Genova. I fatti vengono così descritti in una informativa redatta dalla Polizia di Stato il 5 luglio del 2023. «Può ben ritenersi che le attività frenetiche documentate rientrino nei “sopralluoghi” effettuati dai palermitani e calabresi congiuntamente per acquisire informazioni e riscontrare quanto riferito da Cianella (…) infine alle ore 6:27, dopo i saluti con i due palermitani, i soggetti giunti a bordo dell’Evoque uscivano definitivamente dal parcheggio», con riferimento proprio a Corso e Monorchio. Cianella si presentò ai carabinieri di Villabate ai quali racconta di essere stato rapinato del furgone da tre uomini che gli avevano portato via 500 euro. Il furgone fu poi trovato bruciato a Misilmeri. Ma gli inquirenti non gli credono e le immagini di videosorveglianza hanno fatto il resto. La rapina, infatti, sarebbe stata una messinscena per giustificare un ammanco di 180mila euro che l’uomo avrebbe dovuto dare a due calabresi.

Nell’informativa, dopo aver ricostruito l’arrivo di Cianella a Palermo e la consegna della droga in cambio dei sacchetti con il denaro, i poliziotti spiegano che «tale somma sarebbe stata poi asseritamente sottratta a Cianella in occasione della dichiarata rapina, dallo stesso patita in quella mattina nel territorio di Misilmeri, quantificata in 180.000 euro, quando lo stesso denunciava il 12 luglio alla Squadra Mobile di Reggio Calabria il patito sequestro di persona. Ribadiva tale importo anche in sede d’interrogatorio reso il 20 luglio». E ancora: «(…) è di tutta evidenza che, qualora fosse stata ritenuta veritiera la versione dei fatti fornita da Cianella, soltanto gli acquirenti palermitani, Binario ed il suo gruppo, avrebbero potuto avere la notizia che lo stesso stesse trasportando l’ingente somma di denaro, quindi essere ritenuti gli organizzatori della rapina del corriere». Gli eventi, inoltre, avrebbero costituto l’antefatto del sequestro di persona di Cianella avvenuto l’11 luglio 2022 ad opera di Monorchio e Corso, «i quali, avendo svolto autonome verifiche, erano giunti alla conclusione che il corriere avesse inscenato la rapina con ausilio di terze persone al fine di sottrarre l’ingente somma di denaro ai fornitori». Cianella fu rapito a Gallico e portato in un terreno dove ad attenderlo c’erano i suoi creditori. Al corriere, tenuto legato in una stalla, fu mozzata con una accetta la falange del mignolo. I due lo minacciarono anche di ucciderlo e di darlo in pasto ai maiali. Dopo il taglio del dito, la vittima riuscì a liberarsi dal bavaglio e iniziò ad urlare mentre una donna riuscì a chiamare le forze dell’ordine. (g.curcio@corrierecal.it)



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