Nella giornata di ieri si è tenuto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) un incontro tra il Ministro Adolfo Urso, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali nazionali e l’azienda Versalis. Il tema centrale è stato il piano di riorganizzazione annunciato dall’azienda, che prevede dismissioni e riconversioni industriali, sollevando forti preoccupazioni tra lavoratori e sindacati.
Il piano prevede la chiusura degli impianti di cracking e la conversione di alcuni siti produttivi, tra cui Brindisi e Priolo, in bioraffinerie, impianti per il riciclo chimico e sistemi di accumulo per energie rinnovabili. Tuttavia, Ragusa resta esclusa dalle prospettive di riconversione, suscitando malcontento. I sindacati, rappresentati da UGL Chimici, Filctem Sicilia e Uiltec Sicilia, hanno evidenziato come la proposta manchi di una visione chiara per il futuro occupazionale e produttivo, sia per i lavoratori diretti che per l’indotto.
“Le difficoltà di Versalis, aggravate dagli alti costi di energia e materie prime, non possono essere scaricate sui territori e sui lavoratori”, ha dichiarato Eliseo Fiorin, Segretario Nazionale UGL Chimici.
La Uil, invece, ha pesantemente contestato il silenzio della Regione Siciliana durante la convocazione di ieri. Il Presidente Schifani, infatti, non era presente, “segnando – dicono i Segretari generali Filctem Sicilia e Uiltec Sicilia
Giuseppe Foti e Andrea Bottaro – un netto contrasto rispetto all’attivismo della Regione Puglia”. Un atteggiamento definito dal sindacato come una dimostrazione di “apatia e disinteresse verso il comparto industriale dell’Isola.”
Inoltre, i sindacati hanno ricordato episodi recenti come la gestione del caso del depuratore Ias, in cui il presidente Schifani ha partecipato solo brevemente, mostrando una scarsa attenzione ai temi industriali.
Il Ministro Urso, accogliendo le richieste di ulteriori approfondimenti, ha proposto nuovi tavoli tecnici per analizzare i piani di riconversione di Brindisi e Priolo. Tuttavia, i sindacati chiedono che questi confronti siano accompagnati da impegni concreti e immediati, senza consentire all’azienda di chiudere le produzioni esistenti.
“Chiediamo alla Regione Siciliana e ai suoi deputati di intervenire con decisione. La Sicilia non può più attendere”, hanno proseguito Giuseppe Foti e Andrea Bottaro.
Sia per l’Ugl, sia per la Uil la chiusura degli impianti di base a Ragusa rappresenta un colpo pesante non solo per il territorio, ma per l’intero comparto chimico italiano e per le organizzazioni sindacali la mancanza di una strategia condivisa tra Governo, Regione e azienda rischia di compromettere il futuro di centinaia di lavoratori e di un settore strategico per l’economia nazionale.
“Per quanto riguarda il sito di Ragusa, – dice il segretario generale della FEMCA Cisl Ragusa Siracusa, Alessandro Tripoli – direi che si registra un cambio di rotta rispetto alle prime ipotesi, con l’azienda che sta valutando progetti concreti per dare una prospettiva industriale al territorio. Questo rappresenta un passo avanti importante rispetto alla proposta iniziale, che prevedeva esclusivamente un ruolo limitato. È un segnale positivo che lascia intravedere la volontà di valorizzare il sito e di preservarne un ruolo produttivo. Un altro elemento incoraggiante – continua – è stato il più volte ribadito impegno alla salvaguardia occupazionale, sia per i lavoratori diretti che per l’indotto. A mio avviso, questo è un punto fondamentale, ma che deve essere supportato da garanzie chiare su investimenti e tempistiche certe. Entrambi i siti, Priolo e Ragusa, devono mantenere la loro vocazione industriale per poter contribuire allo sviluppo economico e sociale del territorio. Devo esprimere rammarico per l’assenza della Regione Siciliana, che non ha ritenuto opportuno partecipare a un tavolo così importante per il futuro industriale ed economico dei nostri territori. Auspico che al prossimo incontro, oltre alla Regione, siano presenti anche i sindaci del territorio, il cui coinvolgimento sarà fondamentale per supportare al meglio le richieste delle comunità locali. Un aspetto positivo emerso durante la riunione è stato l’annuncio del ministro Urso circa la possibilità di istituire commissari straordinari per investimenti superiori al miliardo di euro, con l’obiettivo di accelerare i processi autorizzativi. Questo potrebbe rappresentare un’opportunità significativa per facilitare la realizzazione di progetti strategici. È stato inoltre sottolineato un punto di debolezza della filiera chimica: i costi energetici e delle materie prime, che oggi portano il settore a importare risorse invece di acquistare da Versalis. Questo è un problema strutturale che deve essere affrontato con urgenza per rilanciare la competitività del comparto. Infine, sono stati annunciati tavoli tecnici nelle due regioni interessate, con il Ministero che agirà da garante per il rispetto del cronoprogramma e degli investimenti. Successivamente, sarà convocato un tavolo nazionale per arrivare a un’intesa complessiva. Affrontiamo questa transizione industriale con senso di responsabilità, ma chiediamo certezze. Non accetteremo che i lavoratori e le loro famiglie restino in balia di un futuro incerto. Chiediamo impegni vincolanti e concreti per garantire che i siti di Priolo e Ragusa non solo mantengano la loro vocazione industriale, ma possano essere rilanciati e valorizzati nell’ambito di uno sviluppo sostenibile e innovativo”.
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