IT-Wallet, via libera da oggi in Italia a patente e tessera sanitaria digitali


Il progetto di digitalizzazione totale della società sta rapidamente prendendo forma: dopo la sperimentazione cominciata lo scorso 23 ottobre, infatti, saranno da oggi disponibili per tutti gli utenti dell’App IO i primi tre documenti digitali all’interno del Sistema IT-Wallet, il Sistema di portafoglio digitale italiano. Per il momento, attraverso l’applicazione, a cui si accede con Spid o Carta d’identità elettronica (CIE), sarà possibile caricare in versione digitale la Patente di guida, la Tessera Sanitaria e la Carta Europea della Disabilità, utilizzandoli in sostituzione dei corrispettivi documenti fisici e nello specifico, in questa prima fase, solo per contesti di verifica dal vivo. Dal 23 ottobre scorso, i documenti digitali su IO erano stati rilasciati a un campione limitato di 50.000 cittadini, estesosi poi progressivamente a 250.000 persone il 6 novembre e a un milione di utenti il 30 novembre. Da oggi, invece, saranno disponibili per tutti coloro che hanno scaricato l’applicazione. Per il momento, si tratta di uno strumento non obbligatorio: come si legge sul sito del Dipartimento della Trasformazione digitale, “i cittadini sono liberi di continuare a usare esclusivamente i documenti fisici”. L’IT-Wallet italiano fa parte del più ampio progetto di identità digitale promosso dall’UE: l’obiettivo finale, infatti, sarà poi quello di integrare, nel 2026, i vari portafogli digitali nazionali con l’EUDI Wallet (European Digital Identity Wallet), il portafoglio europeo d’identità digitale.

La realizzazione del progetto è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri, in qualità di amministrazione titolare, PagoPA S.p.A., gestore dell’app IO e IT-Wallet provider pubblico, e l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, società responsabile dell’emissione digitale dei documenti. Ci sono poi gli enti che forniscono i dati necessari alla creazione delle attestazioni e dei documenti digitali, tra cui MIT – Direzione generale per la Motorizzazione e MEF – Ragioneria Generale dello Stato e l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica, Alessio Butti, ha definito la realizzazione del Sistema IT-Wallet una «rivoluzione digitale», grazie alla quale «l’Italia intraprende un percorso ambizioso verso l’evoluzione dei servizi digitali». Già nel 2022, l’allora Ministro per l’innovazione tecnologica e digitale, Vittorio Colao, aveva deciso che tutti i dati dei cittadini dovevano essere digitalizzati e contenuti in un portafoglio elettronico sempre consultabile, per fare dell’Italia un’avanguardia e apripista del progetto di digitalizzazione promosso dall’UE.

L’iniziativa del governo italiano in questa direzione si inserisce nel progetto di identità digitale che le istituzioni europee stanno portando avanti da tempo. In particolare, la digitalizzazione dei documenti, delle amministrazioni e, in generale, di tutti i servizi essenziali è una componente fondamentale della visione dell’Europa del futuro, tanto che il 27% delle risorse totali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sono state dedicate alla transizione digitale. L’UE ha lanciato il progetto di identità digitale (ID) nel 2021 attraverso la pubblicazione di un nuovo pacchetto di strumenti volto a costituire l’EUDI Wallet: «Il pacchetto di strumenti integrerà la proposta legislativa su un’identità digitale affidabile e sicura ed è un primo passo fondamentale che consentirà la creazione di un solido quadro per l’identificazione e l’autenticazione digitale basato su standard comuni in tutta l’UE», si legge sul sito della Commissione.

Non manca chi vede in modo critico l’ID e l’implementazione di progetti ad essa legata, a causa del forte controllo sociale esercitabile attraverso tali strumenti: la digitalizzazione della vita e della società, infatti, implica la tracciabilità totale di qualunque azione degli individui, dagli acquisti ai trattamenti sanitari, rendendo molto più semplice escludere i cittadini dai servizi se non rispettano determinate direttive. L’identità digitale, inoltre, va di pari passo con la riduzione dell’uso dei contanti e l’affermazione del denaro digitale, che renderebbe ancora più pervasiva la capacità di controllo sui cittadini da parte delle banche e dello Stato. La digitalizzazione, inoltre, è una componente imprescindibile del “mondo nuovo” e dell’“uomo nuovo” promossi dal Forum Economico di Davos (WEF) attraverso la rivoluzione 4.0 o Quarta rivoluzione industriale. Non è un caso, che la nuova società digitale sia uno dei maggiori obiettivi delle élite globali – ben rappresentate nel WEF – e di filantropi come Bill Gates che già nel 2020 aveva lanciato il progetto ID 2020. Non mancano poi i rischi di violazione e attacchi informatici, considerata la concentrazione di molti dati sensibili in un’unica applicazione e permangono dubbi sulla condivisione dei dati a livello europeo, in particolare su come e dove queste informazioni saranno archiviate e chi potrà accedervi. Non da ultimo, vi è il problema dell’esclusione sociale, in quanto non tutti sono dotati di smartphone o di connessione internet, soprattutto tra gli anziani, e questo può generare potenziali disuguaglianze.

[di Giorgia Audiello]





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