Maxi-inchiesta, gli intrecci tra affari e politica in Trentino: ecco indagati e accuse – Cronaca

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TRENTO. Politici e imprenditori indagati o ristretti agli arresti domiciliari. La maxi inchiesta su politica e affari esplosa ieri in regione vede un importante filone trentino. Affari e politica. Mattoni, aree dove piazzarli e permessi per farlo. Soldi con cui gratificare chi deve decidere e sostenere chi deve candidarsi. Potere con cui fare pressione e intimidire chi non si presta a piegarsi alle necessità di chi il potere, in questo caso soprattutto economico, lo detiene. Tra le nove misure cautelari ai domiciliari eseguite ieri, compare la sindaca di Riva del Garda Cristina Santi, 53 anni, Paolo Signoretti, il 45enne ad di Heliopolis, la società che gestisce il Lido Palace a Riva del Garda, l’ex sindaco di Dro ed ex parlamentare Vittorio Fravezzi (57 anni). Gli indagati trentini Oltre agli otto altoatesini e trentini ai domiciliari, e René Benko a piede libero a Innsbruck, sono coinvolti dall’indagine anche uno stuolo di funzionari pubblici, piccoli imprenditori, professionisti: settantasette in tutto le persone che sono state iscritte nel registro degli indagati spesso, va detto, per episodi marginali rispetto alle contestazioni mosse agli arrestati. Tra loro figurano, tra i trentini, il sindaco di Arco Alessandro Betta, l’avvocato ed ex consigliere dem Luca Zeni, i colleghi Andrea Merler, consigliere comunale a Trento con Fratelli d’Italia e Nicola Giuliano, il presidente dell’Aci Fiorenzo Dalmeri, gli imprenditori Eleuterio Arcese, Lorenzo Zampedri, Giorgio Calzà, Filippo Codroico, Lorenzo Viesi, Vanni Andreatta, Fabrizio Guastamacchia (anche consigliere comunale a Trento), Gianluca Marchesoni, Alessio Ravelli, Gianfranco Borghi, il direttore tecnico della Heliopolis Nicola Zuech, un altro funzionario della società, Riccardo Ricci, l’ex presidente della Lido Marco Tanas, l’assessore del comune di Riva Mauro Malfer, il presidente della Comunità Alto Garda e Ledro Claudio Mimiola e il segretario della Comunità stessa ed ex sindaco di Nomi Gianfranco Zolin, i funzionari pubblici Piero Ebranati, Tiziana Betta, Marino Matteotti. Tutti sono stati iscritti a loro tutela dopo l’emissione del decreto di perquisizione che ha interessato i loro domicili o luoghi di lavoro per raccogliere elementi utili alle indagini. Ma che cosa porta un’inchiesta partita dalla segnalazione di un accesso abusivo agli atti in un computer del Comune di Bolzano – compiuto secondo gli inquirenti dalla dirigente Daniela Eisenstecken – all’arresto della sindaca di Riva del Garda? Un lavoro fatto di intercettazioni telefoniche e ambientali, di raccolta di prove testimoniali e di una mole infinita di documenti. L’accesso agli atti riguardava il tentativo – presumono gli inquirenti in base agli elementi raccolti – da parte della Eisenstecken di modificare su pressioni di Benko e Hager e dei progettisti Rossa e Saccani un atto relativo alla nuova autostazione nell’ambito del Waltherpark. Una segnalazione a seguito della quale partono le indagini: le intercettazioni permettono agli inquirenti di raccogliere negli anni tutti gli elementi in grado di far dire loro che Benko aveva messo in piedi una autentica associazione per delinquere – affidandone la guida ad Hager – per ottenere autorizzazioni su speculazioni da realizzare e come la rete non si fermasse a Bolzano ma si estendesse anche in Trentino, dove proprio il commercialista è socio con Signoretti nella «Supernova rigenerazioni urbane». I due con la Heliopolis Urban Regeneration erano stati i capofila della cordata che nel 2021 aveva rilevato le quote della “Garda Investimenti Hotel s.r.l.”, il socio privato in quota Lido Palace accanto al socio pubblico, il Comune di Riva. Il ruolo della sindaca Santi. Tra soci, nel gioiello dell’hospitality del Garda Trentino, capita legittimamente che si parli di affari. Secondo gli inquirenti però le parti erano andate oltre un sano e necessario confronto pubblico-imprenditoriale. Con l’ex sindaco rivano Adalberto Mosaner, Signoretti e Hager avevano visto svanire i loro sogni di cubature residenziali da realizzare sull’ex Cattoi di cui erano proprietari. Con Santi hanno ritentato trovando – secondo gli inquirenti – terreno più fertile non solo per differenti visioni amministrative. L’accusa è quella di aver abusato della sua posizione di prima cittadina per assecondare i desiderata di Signoretti, Hager e di altre figure portatrici di interessi contrastanti con quello comunale, a favore dei quali faceva in modo che venissero adottate deliberazioni, a vario titolo, dipendenti dall’approvazione dell’amministrazione comunale di cui era rappresentante, piegando l’interesse pubblico a quello privatistico degli altri partecipanti al sodalizio e non. Signoretti e Hager avevano anche assunto come consulente Vittorio Fravezzi, impiegandolo come lobbysta per acquisire documenti riservati e indirizzare alcune nomine (come quella, secondo gli inquirenti, della presidenza della commissione edilizia, che grazie alle sue pressioni non venne affidata a persone sgradite a Signoretti e Hager.

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