NON SI HANNO TRACCE DEL LATITANTE TURCO

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Continua l’assenza dal territorio e dalle questioni lucane da parte del Senatore pentastellato con il cuore a Taranto e i voti in Basilicata. Ancora fumata nera per la Corte Costituzionale ma la Casellati resta in corsa. In caso di sua elezione le suppletive

Ve la ricordate la parabola della pagliuzza e della trave? Anche se non si è grandi frequentatori di parrocchie in qualche modo la conoscono tutti. Potremmo dire quasi tutti. La parabola della trave e della pagliuzza, a quanto pare, sfugge totalmente ai cinque stelle della Basilicata. Se, infatti, dovessero conoscere questa parabola eviterebbero di fare quotidianamente polemiche sul- le presunte assenze del Governo regionale prima di guardare la trave della totale latitanza del loro deputato Turco. Una latitanza politica, quella dell’eletto dei Cinque Stelle, che priva totalmente la Basilicata di una presenza istituzionale, ne riduce il peso politico nazionale e ne depotenzia la capacità di incidere all’interno della dinamica della competizione territoriale.

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È giusto ricordare che la riforma Costituzionale voluta dai Cinque Stelle e che ha portato al taglio dei Parlamentari, se ha ridotto la rappresentanza di tutto il territorio nazionale e ha determinato anche difficoltà di funzionamento delle stesse assemblee legislative, ha prodotto danni ancora più ampi in Basilicata. Nel vecchio testo della Costituzione, infatti, nessuna Regione poteva avere meno di sette senatori. Era una norma che tutelava la Regione Basilicata e le altre piccole regioni. La riforma Costituzionale voluta dai Cinque Stelle, mentre ha ridotto i Senatori di ogni altra Regione di un terzo, ha ridotto quelli della Basilicata di oltre la metà. La Basilicata, in pratica, grazie alla riforma costituzionale voluta dai grillini (che nel frattempo hanno abbandonato Grillo) è passata da sette a tre senatori. Di questi tre senatori uno è il grillino Turco che, però, non soltanto non è lucano ma è assolutamente assente dalla Basilicata si come presenza territoriale che come proposta politica. In pratica l’azione complessiva dai Cinque Stelle ha ridotto la rappresentanza senatoriale della Basilicata da 7 a 2 senatori.

UNA LATITANZA POLITICA TOTALE

Quella di Mario Turco, già sottosegretario di Stato e vicepresidente nazionale del Movimento Cinque Stelle è, infatti, una latitanza politica a 360 gradi. Come già abbiamo detto, non soltanto non è presente né ha mai organizzato eventi in Basilicata ma, soprattutto, in tutta la sua attività istituzionale non si è mai occupato neanche incidentalmente dei problemi e delle questioni della Basilicata. Forse è il caso che qualcuno degli eletti o dei rappresentanti dei Cinque Stelle gli ricordi che la nostra Regione non è un pezzo della Provincia di Taranto e che, forse, è quanto mai opportuno scendere dal piedistallo dorato sul quale gli elettori lucani lo hanno posizionato per iniziare ad occuparsi anche un po’ della Regione che lo ha eletto. Il Senatore Turco, candidato sia in Basilicata che a Taranto con la sua doppia candidatura e l’elezione in Basilicata ha ridotto il peso del taglio dei parlamentari per la sua provincia ma ha aumentato fino quasi alla irrilevanza politica la riduzione della rappresentanza in Basilicata. Un giochino delle tre carte che elude il taglio dei costi della politica ed aumenta le diseguaglianze territoriali. Ci piacerebbe sentire una voce in tal senso da parte dei rappresentanti istituzionali pentastellati ma registriamo il loro rumoroso silenzio. Sarebbe gradita una risposta, un chiarimento, una spiegazione del suo operato da parte del senatore che ha preso i nostri voti ed è fuggito via. Sarebbe carino se si degnasse almeno di rispondere alle nostre sollecitazioni. Forse lo farebbe se fossimo un giornale pugliese, forse lo farebbe se gli servisse per dar conto al suo elettorato del cuore restando indifferente alle ragioni di chi si sforza di rappresentare la Basilicata Una vergogna politica ed istituzionale, un danno di rappresentanza di cui il Movimento Cinque Stelle lucano dovrebbe dare conto ancora prima di lamentarsi delle presunte e non dimostrate assenza del Governo Regionale.

LA CASELLATI VERSO LA CORTE COSTITUZIONALE?

Resta, al contrario, ancora calda la pista che porta Maria Elisabetta Alberti Casellati verso la Corte Costituzionale. Da più di due mesi il Parlamento in seduta comune non riesce a trovare la quadra per superare l’altissimo quorum che serve per eleggere i giudici delle Leggi. La politica cerca di trovare soluzioni che servano per far tornare il plenum del massimo organo di giustizia della Repubblica Italiana mentre i Parlamentari continuano a votare scheda bianca così come è accaduto anche alla seduta convocata per il 28 di novembre. Non è ancora stata fissata la prossima convocazione delle camere in seduta comune ma tra i nomi in pista c’è anche quella della lucana Casellati. Il Ministro delle riforme istituzionali ed ex Presidente del Senato è stata eletta nel collegio uninominale di Basilicata, qualora dovesse essere eletta (come noi ci auguriamo per aumentare il peso politico della nostra regione) si dovrebbero svolgere le elezioni suppletive per decidere chi deve entrare al Senato al suo posto. Una situazione che metterebbe i partiti in pista ad accendere e riscaldare i motori in una competizione che il centrodestra non può proprio prendere il lusso di perdere sia per motivi territoriali (sarebbe la terza sconfitta di seguito dopo Provincia di Matera e Città di Potenza) sia per motivi nazionali tenuto conto che è molto basso il differenziale di eletti tra maggioranza e opposizione. Come sempre in queste situazioni sono tutti super abbottonati anche perché le variabili in gioco sono tante ma siamo certi che in molti nelle segrete stanze questi calcoli li stanno già facendo.

Di Massimo Dellapenna



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