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Il Piano regionale
Valdegamberi: «Bacini città e nord penalizzati rispetto ad altre aree venete». Bottacin: «È per la percentuale bassa di differenziata»
Veneto La tariffa unica stabilisce quanto i Consigli di bacino spendono per smaltire rifiuti nei tre inceneritori e nelle sette discariche
Veneto La tariffa unica stabilisce quanto i Consigli di bacino spendono per smaltire rifiuti nei tre inceneritori e nelle sette discariche
Tariffa unica a livello regionale, da gennaio, per conferire rifiuti agli impianti di smaltimento, con ricadute dal 2026 sulla Tari: scoppia il caso politico sull’asse Venezia-Verona.Con la provincia di Verona al centro.
A mettere benzina sul fuoco è il veronese Stefano Valdegamberi, consigliere regionale del Gruppo Misto, che si scaglia contro il Piano regionale dei rifiuti, dopo l’assemblea dei 12 Consigli di bacino di gestione dei rifiuti urbani del Veneto. E attacca la Regione: «Perché la tariffa per lo smaltimento dei rifiuti aumenta solo a Verona – città, lago, montagna – mentre cala in tutto il Veneto? Dipende dai criteri adottati dalla giunta regionale».
Il nodo criteri
Valdegamberi, motivando la sua presa di posizione, spiega che «nella prima bozza presentata in Commissione erano presenti dati diversi e varie zone del Veneto, non solo il veronese, prevedevano aumenti. Che, a detta dei tecnici e dell’assessore Bottacin, nei Consigli di Bacino di Verona Centro e Nord, non avrebbero comunque superato 1 euro per abitante», dice.
E aggiunge: «Poi stranamente i dati “tecnici” si sono miracolosamente trasformati». E si arriva a Verona. «Solo la provincia di Verona avrà aumenti e molto consistenti: 2,30 euro per il Bacino di Verona nord e 3,64 euro per il Bacino di Verona centro».
Per tutto il resto del Veneto, «tranne una situazione di sostanziale invarianza di Venezia, ci sarà una diminuzione dei costi. I veronesi che abitano in città e nella parte settentrionale della provincia dovranno sborsare quasi due milioni in più per i rifiuti urbani prodotti», aggiunge Valdegamberi. «Vallo a spiegare al cittadino della montagna che svolge la raccolta differenziata, raggiungendo risultati record e si vede la bolletta sempre più cara, aggravata non solo dalle maggiori spese di trasporto per la configurazione territoriale, ma anche dal rincaro sullo smaltimento».
Quindi «sono iniqui e non premiano i comuni e i cittadini virtuosi. E lo sono ancor di più ora ove sono stati “ritarati” per scaricare tutto il costo su Verona e tutti i vantaggi sul resto del territorio veneto».
La replica
La tariffa unica stabilisce quanto i Consigli di bacino spendono per smaltire i rifiuti nei tre inceneritori e nelle sette discariche. Infatti Verona Sud è a meno 0,58 euro perché c’è la discarica di Legnago.
L’assessore regionale all’Ambiente Gianpaolo Bottacin ribatte dicendo che «in materia di tariffa sui rifiuti, evidenzia Cittadinanza Attiva, Verona paga 236 euro a famiglia annui, contro una media regionale di 275, ma i peggiori risultati di raccolta differenziata si registrano proprio a Verona città e nel bacino Verona nord». E spiega: «Il sistema applicato dal piano rifiuti del Veneto prevede un incentivo (minimo) per chi ha il disagio di avere un impianto e ottiene buoni risultati di raccolta differenziata. E un disincentivo (minimo, visto il costo annuo totale della tari) per chi ottiene risultati scarsi e non ha impianti». Il tutto «in conformità con le norme europee».
Quindi «Verona città e Verona nord hanno i peggiori risultati del Veneto e non hanno impianti. Pertanto dichiarare che “Verona paga per tutti” è un ossimoro, anche irrispettoso nei confronti dei bacini virtuosi».
Il confronto
Quanto a percentuale di differenziata, dal rapporto di Cittadinanza Attiva 2024, sui Comuni capoluogo del Veneto, risulta che a Verona è al 53,4, fanalino di coda in Veneto dove spiccano Treviso all’87 e Belluno all’86, ma dove la più bassa dopo Verona è Venezia, al 63.
«Verona eredita questa situazione da diversi anni», dice l’assessore comunale ai tributi Michele Bertucco, «e Verona sta cercando di migliorare. Ricordo che la percentuale, nel Piano rifiuti, si prevedeva del 65 nel 2021 e del 76 nel 2030».
Legambiente Veneto, con il direttore Piero Decandia, rincara la dose. «Valdegamberi utilizzi questo scatto d’orgoglio campanilistico per tifare assieme ai propri territori nel mettere in campo sistemi responsabilizzati che portino i territori del nord e della città della provincia di Verona a risultati paragonabili a quelli della regione in cui viviamo».
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