Allarme povertà infantile in Piemonte: il Canavese tra difficoltà e speranze

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Il Piemonte si trova a fare i conti con un dato che non può lasciare indifferenti: il 22,3% dei minori di 18 anni vive in povertà relativa, un indicatore che evidenzia come il fenomeno non risparmi nemmeno il nord Italia. In particolare, il Canavese si fa specchio di una crisi che coinvolge non solo le aree metropolitane ma anche i territori periferici, dove le famiglie faticano sempre di più a garantire ai figli un futuro sereno e dignitoso.

Natalità ai minimi storici: il Canavese perde i suoi bambini

L’ultimo rapporto “Atlante dell’infanzia (a rischio)” di Save the Children ha rilevato un dato drammatico: il Piemonte è la regione italiana con il maggior numero di comuni senza bambini sotto i tre anni. Questo fenomeno si riflette anche nel Canavese, dove i paesi più piccoli, già provati dallo spopolamento, rischiano di trasformarsi in comunità senza futuro. La natalità in Piemonte, con appena 25.039 nascite nel 2023, evidenzia un tessuto sociale in profonda crisi, che colpisce tanto le grandi città quanto le aree più marginali.

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La morsa della povertà alimentare ed energetica

Nel Canavese, come in altre aree del Piemonte, molte famiglie si trovano a fronteggiare condizioni di povertà assoluta e alimentare. Le difficoltà economiche si traducono in numeri inquietanti: circa 200.000 bambini tra 0 e 5 anni vivono in famiglie che non possono permettersi nemmeno un pasto proteico ogni due giorni. In un territorio dove le risorse sono già limitate, i genitori devono scegliere tra riscaldare la casa o mettere in tavola un pasto adeguato. La povertà energetica, che riguarda quasi il 10% dei bambini, è particolarmente sentita nei comuni più freddi del Canavese, dove molte abitazioni non riescono a garantire un riscaldamento sufficiente nei mesi invernali.

Servizi per l’infanzia: una sfida aperta

Le difficoltà non si fermano alla sfera economica. Nel Canavese, l’accesso ai servizi educativi ed educazione per l’infanzia è un problema significativo. Solo un bambino su tre tra 0 e 2 anni trova posto in un asilo nido, un dato che riflette la copertura regionale del 32,7%.

Questo limite penalizza soprattutto le famiglie che vivono nei comuni più piccoli, dove la distanza dai centri urbani più grandi rende ancora più complicato usufruire di servizi essenziali. Gli investimenti del PNRR, che mirano a portare la copertura al 40,7% entro il 2026, rappresentano una speranza, ma resta ancora molto da fare per ridurre le disuguaglianze territoriali.

Sul fronte sanitario, la carenza di pediatri si fa sentire con forza. Nel Canavese, come in altre zone del Piemonte, il rapporto tra pediatri e bambini è insostenibile: ogni medico deve occuparsi di oltre 1.281 pazienti, rendendo difficile garantire un’assistenza di qualità. Nonostante queste difficoltà, il 99,8% delle mamme piemontesi sceglie ancora la sanità pubblica per i parti, un segnale di fiducia che merita di essere preservato.

La povertà come fenomeno trasversale

Secondo la sociologa Chiara Saraceno, la povertà nel Canavese e in Piemonte non colpisce solo le famiglie senza occupati, ma anche quelle con lavoratori precari e salari bassi. L’arrivo di un figlio, in questi contesti, può rappresentare un elemento di rottura in un equilibrio economico già precario. Il costo della vita, soprattutto per beni essenziali e abitazioni, sta spingendo ai margini sempre più famiglie.

Un appello per il futuro dei bambini canavesani

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Di fronte a questi dati, Claudio Tesauro, presidente di Save the Children, lancia un appello: “Troppi genitori affrontano la nascita di un bambino in solitudine, senza adeguate reti di sostegno”. La necessità di rafforzare il supporto alle famiglie e investire nella prima infanzia è più urgente che mai, soprattutto in territori come il Canavese, dove le difficoltà economiche si sommano a quelle geografiche.

Il futuro del Canavese dipende dalla capacità di trasformare le difficoltà attuali in opportunità. Politiche mirate, investimenti nelle infrastrutture sociali ed educative e un impegno collettivo possono garantire che ogni bambino cresca libero dalla morsa della povertà, in un ambiente sicuro e stimolante. La sfida è grande, ma il Canavese ha le risorse e la determinazione per affrontarla.





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