Cooprogettazione e servizi agli anziani. Per CISL Romagna serve maggior chiarezza sulle le linee guida

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Lo scorso 28 novembre, nonostante la recente delibera regionale sul nuovo accreditamento che avrebbe dovuto escludere questa possibilità, i sindaci della Romagna Faentina hanno confermato il percorso di coprogettazione che sta interessando l’ASP del territorio, con l’obiettivo di costituire una società consortile, a partecipazione pubblica e privata, che possa candidarsi quale soggetto gestore dei servizi agli anziani non autosufficienti erogati presso le strutture accreditate del distretto.

Spiegano dalla Cisl: “Visto che tuttora il progetto è al vaglio della Corte dei Conti e che l’attuale accreditamento scade il prossimo 31 dicembre, ci saremmo aspettati anche l’indicazione di un’ipotesi alternativa, coerente con le premesse enunciate, e risposte chiare alle richieste che abbiamo avanzato nel corso di una discussione avviata solo dopo nostre sollecitazioni: confronto sulle risorse che si renderanno disponibili, evoluzione delle rette, tutele del personale dipendente ed interinale, salvaguardia nel tempo non solo di una governance pubblica ma anche di esperienza e personale pubblico sul campo, relazioni sindacali con il nuovo soggetto giuridico. Tutto ciò è colpevolmente mancato, impedendo l’espressione di un giudizio compiuto che possa tener conto di tutti gli aspetti della vicenda. Per questo ribadiamo i punti fermi del nostro ragionamento, evidenziando senza sconti le responsabilità di ciascuno”.

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“Confermiamo le preoccupazioni già espresse e come CISL Romagna riaffermiamo l’importanza di una gestione pubblica di questi servizi, anche se comporta investimenti maggiori rispetto al privato, a causa dei diversi regimi fiscali (IRAP e IVA) e delle differenti possibilità di copertura INPS dei costi inerenti le sostituzioni di malattie, maternità e infortuni – proseguono dal sindacato -. Riteniamo altresì di avere il dovere di valutare, senza furori ideologici o preconcetti, l’efficacia, l’efficienza e la correttezza dell’impiego di risorse pubbliche sempre più scarse e inadeguate a rispondere ai bisogni crescenti della popolazione più fragile”.

“L’ASP mostra senza dubbio gravi difficoltà economiche: nel periodo 2018-2023 oltre 1 milione di euro di perdite, nonostante 1,1 milione di euro di contributi straordinari da parte dei comuni e il temporaneo mancato computo degli ammortamenti negli ultimi 4 anni per circa 1,4 milioni di euro – proseguono dalla Cisl -. Tra le cause certamente il ritardo con cui si è giunti ad un’unica ASP distrettuale, un sistema di accreditamento che ha messo in competizione soggetti con costi di base diversi, la mancata attribuzione di un consistente numero di posti letto coperti dal fondo regionale non autosufficienza, il fallito tentativo di riequilibrare posti accreditati a gestione pubblica e privata a seguito di sentenza del Consiglio di Stato. Non ci sono stati interventi risolutivi rispetto al divario di costi tra gestione pubblica e gestione privata. La recente delibera regionale sul nuovo accreditamento afferma che “il processo di accreditamento dovrà tener conto dell’offerta delle strutture e dei servizi gestiti da soggetti pubblici già esistenti e presenti nel territorio” ed al contempo che “il Comitato di distretto deve definire quali servizi intende gestire in forma pubblica, avendo particolare attenzione all’attuale equilibrio tra le forme di gestione”. La Regione dopo aver legiferato sul tema coprogettazione, non ha emanato le linee guida, che dovevano perimetrare l’utilizzo dello strumento, ne è intervenuta chiaramente di fronte al caso specifico.”

“In questo quadro, che non possiamo cambiare, anche alla luce della convocazione di un nuovo incontro per il 16 dicembre p.v., chiediamo risposte chiare. Siamo disponibili a misurarci nel merito delle soluzioni  che possono complessivamente garantire al meglio il livello dei servizi e le condizioni di fruizione, il personale che li eroga, il miglior impiego delle risorse, un ruolo pubblico nel governo e nella produzione di questi servizi – concludono dalla Cisl -. Questo è l’obiettivo del confronto serio che chiediamo. Questo dovrebbe essere anche l’obiettivo della politica e di tutti gli altri soggetti istituzionali e di rappresentanza a vario titolo coinvolti”.





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