Fotovoltaico, superati 35mila MW installati. «Rivedere il decreto agricoltura e mantenere le aree idonee»

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La transizione energetica come opportunità, non come costo. Gli operatori impegnati nel settore dell’energia da fonti rinnovabili, con numeri alla mano, oggi hanno sfatato il mito secondo cui la transizione energetica rappresenti un onere per la collettività. Riuniti a Roma per una due giorni dedicata al tema, imprenditori, ricercatori ed esperti della materia hanno discusso di come accelerare su un fronte che oggi, in Italia, è ancora sottovalutato o oggetto di fraintendimenti. «Le rinnovabili offrono benefici economici e ambientali per tutti. Ritardare il loro sviluppo significa pagare un costo più alto in futuro», è stato il messaggio con cui hanno invitato istituzioni e cittadini a collaborare per accelerare il cambiamento.

«Il fotovoltaico rappresenta la soluzione più immediata, economica ed efficace per affrontare le grandi sfide energetiche e climatiche che abbiamo davanti», ha detto Paolo Rocco Viscontini, Presidente di Italia Solare, durante il Forum Istituzionale 2024 che si è tenuto nella Capitale e a cui hanno partecipato circa 600 partecipanti in presenza.

Nel corso della due giorni sono stati evidenziati i dati incoraggianti riguardanti la crescita del fotovoltaico nel nostro Paese. In particolare, secondo l’analisi condotta da Italia Solare dal 1° gennaio al 31 ottobre 2024 è stato registrato un aumento costante del settore fotovoltaico in Italia. Complessivamente, sono stati connessi 1.843.830 impianti, per una potenza totale di 35.763 MW.

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Nel periodo gennaio-ottobre 2024, la potenza connessa ha raggiunto quota 5.481 MW, contro i 4.018 dello stesso periodo del 2023 con una crescita di oltre il 36% tra un anno e l’altro. «Questi numeri confermano il grande potenziale del fotovoltaico nel nostro Paese, ma c’è ancora molta strada da fare per raggiungere gli obiettivi al 2030», ha sottolineato però il presidente dell’associazione dedicata esclusivamente a questo settore delle rinnovabili.

Secondo i dati presentati nel corso del forum tenuto a Roma, il costo livellato dell’energia (Lcoe) per il fotovoltaico è sceso del 90% negli ultimi dieci anni, rendendolo la fonte di energia più competitiva sul mercato. Anche i sistemi di accumulo stanno registrando una rapida evoluzione, con una riduzione dei costi del 50% nell’ultimo quinquennio. «Con la combinazione di fotovoltaico e storage, possiamo garantire costi energetici stabili, ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e abbattere le emissioni climalteranti», ha sottolineato Viscontini.

In mezzo a tante luci, nel corso della due giorni sono state però segnalate anche alcune ombre, soprattutto in merito a normative che non vanno nella direzione di spingere sulle rinnovabili, anzi.

La definizione delle aree idonee, è stato sottolineato, rappresenta uno dei principali strumenti per accelerare lo sviluppo del fotovoltaico. Secondo gli operatori è necessario mantenere le aree già classificate idonee, come la Solar Belt, e rivedere il decreto Agricoltura per consentire la realizzazione di impianti a terra su terreni agricoli inutilizzabili o adiacenti ad aree industriali, con iter semplificati. «Le Regioni devono adottare un approccio più pragmatico per evitare che la frammentazione normativa ostacoli la transizione», ha commentato Paolo Rocco Viscontini.

Le nuove soluzioni di agrivoltaico, è stato ribadito dai partecipanti al Forum a beneficio di chi nel governo la pensa diversamente, dimostrano che è possibile combinare la produzione di energia con la continuità delle attività agricole, creando un sistema vantaggioso per l’ambiente, l’economia e le comunità locali. Secondo i dati presentati al Forum Italia Solare, un caso tipo di un impianto agrivoltaico arboricolo di 5 MW richiede una superficie per la parte agricole di 4 ettari di terreno, con un impatto minimo sulle colture e un’incidenza del costo agricolo sul progetto complessivo inferiore al 3% del Capex totale. Inoltre, i sistemi agrivoltaici offrono vantaggi tangibili, come la riduzione dell’evaporazione del terreno, la protezione dal vento e l’ombreggiamento per le colture, contribuendo a una gestione agricola più sostenibile.

«Il fotovoltaico a terra e l’agrivoltaico rappresentano un modello di sviluppo che non solo preserva il suolo, ma lo valorizza. È necessario superare il falso mito che l’energia solare sottragga risorse all’agricoltura», ha detto Roberto Rolando, Vicepresidente di Italia Solare durante il suo intervento.

Per incentivare la diffusione del fotovoltaico, l’associazione propone detrazioni strutturali al 50% per gli impianti residenziali, con incentivi maggiori per quelli abbinati a sistemi di accumulo, garanzie pubbliche per favorire il finanziamento degli impianti aziendali e l’eliminazione del limite delle cabine primarie per i Comuni sotto i 5 mila abitanti per un maggiore sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer).

 Durante il forum, Tommaso Barbetti, Partner di Elemens, ha fatto il punto sulla situazione delle autorizzazioni per gli impianti rinnovabili in Italia. Nonostante una crescita nelle richieste di autorizzazione, con 26 GW presentati nel 2024 (in aumento rispetto ai 23 GW del 2023), 17 GW di progetti autorizzati devono ancora iniziare la costruzione, probabilmente restando anche in attesa dell’approvazione del Fer-X. «L’assenza di una visione chiara del sistema sullo sviluppo sta diventando un problema per il mercato, che naviga a vista mentre le regole sulle autorizzazioni cambiano ormai ogni mese», ha detto Barbetti. Il Nord diventa una prospettiva inevitabile di sviluppo di nuovi progetti, sia per gli obiettivi regionali (circa il 40% degli impianti large scale sarà al Nord) sia per la minor saturazione (che si traduce spesso in una migliore performance autorizzativa).

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Tra le criticità principali, il Forum ha messo in luce la saturazione della rete e i ritardi nei processi autorizzativi, che limitano anche piccoli impianti residenziali e industriali. «Serve una revisione urgente dei criteri di priorità per le autorizzazioni, coordinata con gli iter ambientali e di connessione», ha sottolineato il presidente dell’associazione.

Nonostante i progressi registrati nel nostro Paese, infatti, Italia Solare ha evidenziato alcune importanti criticità. A cominciare da questa: nel biennio 2022-2023, l’Italia ha speso 100 miliardi di euro per affrontare la crisi energetica, risorse che avrebbero potuto essere investite nello sviluppo delle infrastrutture per le energie pulite. «Ogni mese di ritardo nell’implementazione delle rinnovabili ha un costo altissimo. È fondamentale accelerare sul fronte normativo e operativo per consentire al fotovoltaico di esprimere appieno il suo potenziale», ha ribadito Viscontini.



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