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Genova, 04/12/2024.
Il Battista Ritrovato. È stato presentato, presso il Museo di Sant’Agostino, l’intervento di restauro e di conservazione dell’edicola votiva dedicata a San Giovanni Battista situata in piazza Santa Croce. Il restauro della “Madonnetta”, realizzato nel luglio di quest’anno dalla restauratrice professionista Emilia Bruzzo, è stato finanziato dall’associazione GenovApiedi che ne ha organizzato la presentazione con il supporto del Comune di Genova.
Il restauro dell’edicola votiva, che appartiene in parte alla parrocchia di San Donato e in parte al condominio del civico 15 di piazza Sarzano, è legato al bando Adotta un’edicola votiva promosso dalla Direzione Turismo e Sport del Comune di Genova per la valorizzazione del patrimonio culturale e artistico della città.
Edicola di piazza Santa Croce: il Battista con Giovannino o un angioletto?
L’edicola è posta sulla facciata nord-ovest di un edificio a uso residenziale, frutto di accorpamento e di sistemazione dopo la seconda metà del XIX secolo, al cui posto un tempo sorgeva la chiesa di Santa Croce edificata nel XII secolo sulla rocca di Sarzano, allora a picco sul mare. Si trova sulla collina di Castello, considerata tra i primi insediamenti della città, duramente colpita dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
L’edicola in marmi policromi è costituita da un tempietto con semicolonne ioniche. Dalla nicchia poco profonda sporge la statua di San Giovanni Battista con un bambino (che secondo alcuni è San Giovannino, per altri invece un semplice angioletto), sopra a cui troviamo la trabeazione con inserti in marmo verde, in parte mancanti. Il tettuccio a spioventi è in lastre di ardesia; in basso, la mensola è sorretta da due volute e al centro campeggia la testa alata di un cherubino.
La statua rappresenta San Giovanni Battista secondo l’iconografia classica: con barba e capelli lunghi, vestito di pelli e avvolto da un mantello; il braccio destro, mancante già dagli anni ‘80, regge generalmente la croce astile o è alzato nell’atto di benedire. A differenza delle altre edicole del centro storico, vicino a lui c’è un bambino con in braccio un agnello, simbolo del sacrificio di Cristo. L’antica attribuzione storiografica identificava il bimbo in San Giovannino, mentre oggi si tende a considerarlo un ”semplice” angioletto. La statua del santo è stata privata da tempo del braccio destro e il tabernacolo presenta piccole mancanze diffuse soprattutto nella trabeazione, nelle semicolonne e nella mensola.
«Il restauro dell’edicola votiva dedicata a San Giovanni Battista è il frutto della proficua collaborazione tra pubblico e privato che, attraverso il bando Adotta un’edicola votiva e la generosità dell’associazione GenovApiedi, che ringrazio a nome dell’Amministrazione, ha consentito di riportare agli antichi splendori una delle più affascinanti creazioni artistiche dei nostri caruggi – dice l’assessore al Turismo e allo Sport del Comune di Genova Alessandra Bianchi – Le nostre edicole votive raccontano un capitolo meraviglioso della storia e della cultura della nostra città capace di affascinare sia i genovesi sia tantissimi turisti che ogni anno scelgono Genova come loro destinazione».
«Siamo veramente orgogliosi di avere promosso questa iniziativa che ha la particolarità di riguardare un bene di altissimo valore culturale, storico, artistico e religioso che tutti, genovesi e turisti, hanno già cominciato ad ammirare durante le proprie passeggiate nel Centro Storico – spiega il presidente dell’associazione GenovApiedi Massimo Colucci – Andare a piedi lentamente, guardandosi attorno e fermandosi in corrispondenza dei monumenti e dei beni più incantevoli dei nostri caruggi, è il modo migliore per scoprire e riscoprire quanto di meraviglioso abbiamo a Genova: una città policentrica dove ogni territorio ha le sue peculiarità e le sue bellezze, un patrimonio che la nostra associazione contribuisce a valorizzare attraverso visite guidate mirate che si aggiungono ad altre attività che coniugano, allo stesso tempo, turismo sostenibile e uno stile di vita attivo».
Il bando comunale “Adotta un’edicola votiva”, promosso dalla Direzione Turismo e Sport, è volto a valorizzare il ricco patrimonio culturale e artistico presente nei quartieri storici della Città a partire dal Centro Storico.Il progetto, realizzato attraverso una proficua collaborazione con l’Università di Genova – DAD (Dipartimento Architettura e Design) e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia della Spezia, mira a facilitare il coinvolgimento e l’impegno dei privati affinché adottino una o più edicole votive presenti sul territorio cittadino e in condizioni di degrado. Un’iniziativa che trasforma il privato, in questo caso l’associazione GenovApiedi, in un vettore di tutela, conservazione, valorizzazione e arricchimento del patrimonio culturale genovese.
L’associazione GenovApiedi
Far conoscere Genova in tutti i suoi aspetti, promuovendo al contempo il turismo sostenibile e il benessere psicofisico di genovesi e visitatori. È la mission di GenovApiedi, l’associazione di promozione sociale nata ufficialmente nel 2012 che propone, con cadenza quasi settimanale, itinerari a piedi e/o utilizzando i mezzi pubblici. Ogni itinerario contiene una mappa e indicazioni per la visita: un modo economico e semplice per scoprire e sognare Genova. Utilizzando gli eventuali proventi delle offerte raccolte durante lo svolgimento delle iniziative, delle quote d’iscrizione e dei finanziamenti da Enti pubblici o privati, GenovApiedi le reimpiega per gli scopi associativi quali organizzazione di conferenze, spettacoli musicali, documenti di rilevanza storica e/o culturale, restauro di opere d’arte come l’edicola votiva di piazza Santa Croce.
Per informazioni e aggiornamenti sulle attività dell’associazione è possibile consultare il sito ufficiale GenovApiedi e la pagina Facebook dell’Associazione.
Le edicole votive
Per la città di Genova le edicole votive hanno un significato più importante di quello legato alla sola devozione popolare. Sono il simbolo di una città indipendente e fiera che il 25 marzo 1637 proclamò la Madonna “Regina di Genova”, per non cadere sotto le mire espansionistiche dei Savoia. La mancanza di una monarchia sembrava essere un elemento di debolezza per Genova che rispose proclamando regina della città colei contro la quale nessuno avrebbe potuto combattere. La nascita delle edicole votive nella tradizione cristiana risale al Medioevo e al culto di Maria predicato soprattutto da San Bernardo e da San Bonaventura fino a giungere alla massima diffusione che avvenne nel ‘600, legata soprattutto alla consacrazione della città di Genova alla Madonna. Tra il XVII e il XVIII secolo ne furono costruite in ogni strada, vico e piazza tanto che la città, nel XIX secolo, arrivò a contarne ben 849.
Alcune particolarmente ricche e scenografiche, con opere rilevanti di artisti locali; altre più semplici, espressione di una devozione popolare che ha radici lontane, ma accomunate dal fatto di costituire patrimonio unico e identitario della città che merita di essere conservato e conosciuto. Si tratta di vere e proprie opere d’arte incastonate come pietre preziose negli angoli, ma non solo, degli antichi palazzi dei caruggi della Superba.
Il termine edicola – dal latino “aedicula”, diminutivo di “aedes” (tempio) – nella tradizione classica descriveva un piccolo tempietto che ospitava la statua della divinità. La presenza delle edicole aveva anche, per così dire, un’utilità pratica: da un lato, essendo poste agli angoli delle vie ed illuminate, la sera davano luce ai vicoli circostanti; dall’altro, dal momento che i vicoli non avevano un loro nome, per indicare una direzione spesso si prendevano come punto di riferimento proprio una o più edicole votive.
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