La Lombardia acquista un battello per i frontalieri

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Un aliscafo elettrico della casa svedese Candela testato lo scorso 25 ottobre nelle acque di Stoccolma.


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Un natante tecnologico, a propulsione elettrica, sarà operativo entro il 2026 sul Lago Ceresio, tra Porlezza e Lugano. L’obiettivo è di dirottare parte del traffico stradale sul lago. Ma vi sono dubbi sull’impatto reale di un simile collegamento lacuale. 

Qualcosa si sta muovendo nell’intricata vicenda della linea lacuale Porlezza-Lugano. La Regione Lombardia ha stanziato 2,5 milioni per il collegamento transfrontaliero ecologico di cui si parla da tempo e che vedrà la luce entro l’estate del 2026, a titolo sperimentale.

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Il progetto “E.DI.PO. Eco-Digital line Porlezza”, promosso dalla Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio, con la collaborazione dell’Autorità di bacino lacuale Ceresio Piano e Ghirla, è stato infatti inserito nel Piano Lombardia con cui la Regione ha deciso di finanziare, attraverso il bando da 25 milioni di euro denominato “Smart Mobility Data DrivenCollegamento esterno”, alcune proposte nell’ambito della mobilità.

Un aliscafo elettrico super veloce

In concreto l’investimento sarà finalizzato all’acquisto dell’aliscafo a propulsione elettrica Candela P-12 Shuttle, il nuovo natante ad alta tecnologia e zero emissioni progettato dall’omonima casa svedese. Testato recentemente nel trafficato arcipelago di Stoccolma, il Candela, che può viaggiare a una velocità di 30 nodi, è in grado di trasportare una cinquantina di persone e ha un’autonomia di 50 miglia. E soprattutto, dal profilo ambientale, ha un basso impatto in termini di emissioni sonore ed inquinanti e promette consumi energetici ridotti e costi di manutenzione esigui.

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Secondo quanto ha avuto modo di osservare negli scorsi giorni l’assessore all’Innovazione lombardo Alessandro Fermi la linea lacuale sarà servita da un battello elettrico tecnologicamente all’avanguardia, progettato per creare moti ondosi inferiori a quelli delle imbarcazioni tradizionali, al fine di preservare le coste. È inoltre a carica rapida, con tempi inferiori del 60% rispetto ai tradizionali battelli a diesel attualmente utilizzati sul lago Ceresio.

Ma oltre ad essere rispettoso della flora e della fauna, il nuovo mezzo di trasporto, nelle intenzioni delle e dei promotori, rappresenterà un’alternativa concreta e reale ai veicoli privati nella congestionata sponda lariana dello specchio d’acqua transfrontaliero, in particolare per le migliaia di pendolari che ogni giorno si recano nel Luganese per lavoro.

Tempi di percorrenza ridotti

Il tempo di percorrenza tra Porlezza e Lugano, ha sottolineato in proposito Simone Bianchi, direttore della Società Navigazione Lago di Lugano (SNL), sarà di 18 minuti, vale a dire meno della metà rispetto alla quarantina di minuti necessari per effettuare la medesima distanza (circa 16 km) in auto.

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Dal profilo formale la proprietà dell’aliscafo elettrico resterà nelle mani delle autorità italiane locali ma la gestione della linea transfrontaliera competerà all’elvetica SNL, che è già concessionaria del servizio di navigazione a scopo turistico sul Ceresio, in base ai vigenti accordi italo-svizzeri.

Completerà l’offerta, destinata ovviamente anche alla clientela turistica, un’app gratuita per dispositivi digitali con la quale l’utenza sarà informata sulle aree di parcheggio e sugli ulteriori mezzi di trasporto che si possono utilizzare una volta giunti a destinazione, come ad esempio e-bike, bus e ferrovia. L’applicazione fornirà pure aggiornamenti in tempo reale sul traffico, compresi eventuali ritardi e modifiche di servizio.

Prudenza sul versante elvetico

Sull’altro versante però, quello elvetico, le cose sembrano muoversi con minore impeto. La SNL, concessionaria del servizio di navigazione sul Ceresio, e la Città di Lugano spingono per introdurre la nuova linea, ad uso soprattutto per la manodopera frontaliera proveniente dalla Valsolda e Porlezza, fino a Menaggio, sul lago di Como. Ma le autorità cantonali sono molto più circospette.

La questione, che è stata oggetto di un convegno tenutosi a metà settembre al LAC di Lugano, verte sul riconoscimento della linea lacuale come collegamento di trasporto pubblico che, come tale, può vantare sostegni finanziari, a determinate condizioni, anche dalla Confederazione. Sono in corso valutazioni da parte della Commissione regionale dei trasporti del Luganese (CRTL), il cui parere è richiesto per l’eventuale inserimento della tratta nei documenti della pianificazione cantonale dei trasporti e ci sono scambi con il Dipartimento ticinese del Territorio, dal quale filtra però molto meno entusiasmo su questa proposta.

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Como vanta numeri più importanti, battelli attivi tutto l’anno e fama mondiale. Lugano, da parte sua, promette discrezione e organizzazione. Entrambe si collocano in cornici da sogno, ma entrambe hanno anche buoni margini di miglioramento e cooperazione.

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Non che il problema dell’intenso traffico, soprattutto in determinate fasce orarie, a ridosso della frontiera sia sottostimato a Bellinzona. Semplicemente l’opzione rappresentata dal battello elettrico non sembra convincere del tutto. Finora sulle acque svizzere dei due laghi transfrontalieri solo la Locarno-Tenero-Magadino è stata promossa a linea di trasporto pubblico delle persone.

Alleggerire il traffico stradale

Ma se da una parte le e i fautori della Porlezza-Lugano insistono per introdurre il servizio di navigazione regolare tutto l’anno tra le due località, allo scopo anche di alleggerire il traffico veicolare sulla Strada Statale 340 e sulla Strada di Gandria, dall’altro si evoca la recente sospensione, dopo solo tre anni, del cosiddetto battello dei frontalieri tra Porto Ceresio e Morcote. Un progetto introdotto a titolo sperimentale che non ha avuto il supporto dei numeri.

Numeri che invece, ha sottolineato recentemente il presidente della SNL Agostino Ferrazzini, ci sarebbero sull’insieme del Ceresio, in particolare sul suo ramo orientale: le 4-4’500 auto che transitano quotidianamente dai valichi di Brusino, sommate ai 12’000 transiti da Gandria, fanno un totale di almeno 16’000 passaggi, un numero che giustifica un intervento in favore anche della mobilità pubblica su lago. “Se dirottiamo solo il 10% di questo traffico sul lago – sostiene il presidente della società luganese – significa che possiamo togliere 1’600 veicoli dalle strade”. A condizione, beninteso, che il servizio risulti competitivo, in particolare riguardo ai tempi di percorrenza, ed ecosostenibile.

Nessun doppione nel trasporto pubblico

Sul fronte opposto vengono sottolineati impedimenti di ordine giuridico ed economico. Innanzitutto, le autorità competenti non possono rilasciare una concessione a nuove linee già servite da un altro vettore di trasporto pubblico, come nel caso concreto dal servizio di bus dell’ASF autolinee di Como.

Inoltre, secondo alcuni esperti la ridotta capacità di trasporto – nel caso concreto una cinquantina di posti per il Candela P-12 Shuttle – renderà poco flessibile e di scarso impatto la nuova offerta di trasporto. Senza considerare che per ottenere eventuali finanziamenti pubblici occorrerà rispettare precisi parametri economici, soprattutto quelli piuttosto stringenti che concernono la copertura parziale dei costi d’esercizio. 



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