Napoli, 4 dicembre 2024 – Le parole per presentare la gara in casa della Lazio, in programma giovedì 5 dicembre alle 21, le ha già pronunciate ieri in conferenza stampa Antonio Conte, e come sempre non si è trattato di banalità. Tra le ormai solite frecciate all’Inter e in particolare al presidente Beppe Marotta e i commenti sul cammino da sogno in campionato del suo Napoli, il tecnico salentino ha parlato poco del prossimo impegno valido per gli ottavi di finale di Coppa Italia, a sua volta toccato anche dall’intervento nel pomeriggio di Stanislav Lobotka ai microfoni di Radio Crc.
Dalla Lazio alla Lazio
“Li ho visti giocare in campionato. Sono un’ottima squadra, che gioca un bel calcio. Ci aspetta una partita, perché poi saremo anche a casa loro. Il nostro obiettivo però sarà vincere e passare il turno, ma anche domenica vogliamo avere la meglio e pure in quel caso si prospetta un match molto complicato, nonostante saremo al Maradona: i biancocelesti comunque hanno ottimi giocatori e dunque saranno dure entrambe le sfide”. Parlando di giocatori che danno del tu al pallone, il Napoli può comunque affidarsi a un Lobotka tornato in forma smagliante dopo l’infortunio muscolare di ottobre e sempre più cruciale nell’economia del gioco di Conte. “Il mio ruolo è quello di dare il giusto bilanciamento alle due fasi, quella di attacco e di difesa, nel contesto della squadra. Nello specifico, cerco di fare il massimo affinché gli attaccanti abbiano buone occasioni e i difensori un aiuto dietro. Anche per questo, cerco di essere vicino a ogni compagno per dargli una mano sempre nell’interesse del collettivo”. In effetti, di Lobotka si parla spesso ‘solo’ come di un eccellente regista, dimenticando le sue qualità anche fisiche (nonostante una stazza non trascendentale) in fase di ripiegamento: doti che, manco a dirlo, a dispetto di una carta d’identità non più verdissima, lo vedono sempre al centro di diverse voci di mercato di lusso. “Non so se sono tra i migliori centrocampisti d’Europa: so solo che per raggiungere questo livello bisogna sempre essere focalizzati al massimo, provando a fare in ogni momento il meglio per la squadra. Cerco di godermi il calcio in ogni attimo, divertendomi pure, e con questo spirito che mi porto dietro da giovanissimo cerco di dare una mano agli altri giocatori e all’allenatore durante la gara”. Dici allenatore e inevitabilmente non si può non parlare dei meriti di Conte dietro questa quasi prima parte di stagione andata ben oltre ogni più rosea aspettativa. “Se sono tra i cinque centrocampisti che corrono di più in campionato è anche grazie alla preparazione estiva svolta agli ordini del mister. Abbiamo lavorato sodo, come sanno tutti. E’ stata dura da affrontare ma adesso – continua Lobotka – vedo i benefici sia a livello fisico sia mentale. Mi sento ancora più focalizzato dentro la gara e meglio come forma, oltre a curare ancora di più l’alimentazione”.
Alla scoperta del metodo Conte
Ancora più della preparazione, il segreto del Napoli capolista è una difesa di ferro: due cose forse più collegate del previsto. “Come ho già spiegato, in estate abbiamo lavorato tanto, ma anche prima di ogni gara Conte ci lascia tanti insegnamenti su come difendere e attaccare, curando tutto nel dettaglio. Il modo in cui prepariamo ogni partita è incredibile: il mister ci ha cambiato la mentalità, perché in ogni match sappiamo sempre cosa fare sia davanti sia dietro”. Praticamente l’opposto di quanto accadeva nella scorsa stagione, quando il Napoli, quasi irridendo il tricolore cucito sul petto, appariva come una squadra senza anima, idee e mordente. Oggi la musica è cambiata grazie a una mediana che, oltre allo slovacco, annovera il vecchio e il nuovo: rispettivamente André-Frank Zambo Anguissa e Scott McTominay, uno che si è ambientato subito benissimo. “Stiamo giocando molto bene. E vorrei citare anche Billy Gilmour, che quando mi sono infortunato ha giocato molto bene. Penso sia importante per il mister avere così tante scelte e numerosi giocatori forti a sua disposizione. Non so se questo sia il centrocampo più forte nel quale ho giocato, probabilmente lo potremo dire solo a fine stagione, ma so che è sicuramente tra i migliori”. Lobotka si addentra più nello specifico del metodo Conte per preparare le partite. “Sulla cura dei dettagli penso che il nostro sia uno dei tecnici più meticolosi. Studia la squadra avversaria e, di conseguenza, come difendere, come attaccare e come pressare rispetto al suo stile di gioco: tutto questo ti facilita il lavoro durante le gare”. In attesa del doppio scontro diretto con la Lazio, il Napoli e Lobotka possono tracciare un primo bilancio sulle squadre più forti affrontate finora. “Ci sono molte formazioni contro le quali non è mai facile giocare. In questa stagione direi Inter e Juventus, ma non dimentico l’Atalanta: non ero in campo quel giorno e quindi da fuori, per quanto pure dalla tribuna fosse visibile la loro forza, non mi esprimo perché so che non è la stessa cosa che stare sul rettangolo verde”. Si chiude poi con una rassegna degli idoli di gioventù, tra i quali non può mancare un nome che dalle parti di Fuorigrotta ha lasciato un certo ricordo. “Mi piaceva guardare Ronaldinho quando giocava al Barcellona e io ero molto più giovane: di quella squadra cito anche Pep Guardiola, Xavi e Andres Iniesta. Ammirarli giocare era bellissimo e mi ha aiutato tanto nella crescita. Direi ovviamente anche Marek Hamsik, che mi ha aiutato tanto pure in Nazionale: non parlava tanto nello spogliatoio, ma ci ha insegnato come si comporta un leader”. Infine una chiusura sul suo feeling ormai collaudato con la città e la piazza. “Inizio veramente a sentirmi pienamente parte di Napoli in tutto e dopo 5 anni non poteva essere altrimenti”.
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