Valdegamberi solleva la polemica sulle tariffe rifiuti nel Veronese: la Regione replica – Daily | Il Quotidiano Digitale di Verona

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La tariffa per lo smaltimento dei rifiuti aumenta a Verona e provincia, mentre cala nel resto del Veneto. È questa l’accusa di Stefano Valdegamberi, consigliere regionale veneto del Gruppo Misto, nei confronti dei criteri adottati dalla Giunta regionale. L’ex assessore accusa i vertici regionali, neanche troppo velatamente, di voler favorire i territori di Treviso e Bellino.

Alle accuse di Valdegamberi replica l’assessore del Veneto all’Ambiente Gianpaolo Bottacin (bellunese), bollando come «imbarazzanti» le dichiarazioni del consigliere. Secondo l’assessore di Verona Tommaso Ferrari: «Troppi anni di immobilismo ci hanno posizionato come fanalino di coda nella classifica della percentuale di raccolta differenziata in Veneto».

Ripercorriamo la vicenda.

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Valdegamberi: «Verona paga per tutti?»

«Perché la tariffa per lo smaltimento dei rifiuti aumenta solo a Verona città, lago, montagna mentre cala in tutto il Veneto? Dipende dai criteri adottati dalla Giunta regionale. Solo la provincia di Verona avrà degli aumenti e molto consistenti: 2,3 euro per il Bacino di Verona nord e 3,64 euro per il Bacino di Verona centro. La doccia fredda arriva in questi giorni, senza possibilità di appello. Per tutto il resto del Veneto, tranne una situazione di sostanziale invarianza di Venezia, ci sarà una diminuzione dei costi».

È quanto dichiara il consigliere regionale del Gruppo Misto, Stefano Valdegamberi, che aggiunge: «I veronesi che abitano in città e nella parte settentrionale della provincia dovranno sborsare quasi 2 milioni di euro in più per i rifiuti urbani prodotti. Come spiegarlo al cittadino della montagna che svolge meticolosamente la raccolta differenziata, raggiungendo risultati record che e si vede la bolletta sempre più cara, aggravata non solo dalle maggiori spese di trasporto per la configurazione territoriale, ma anche dal rincaro sullo smaltimento».

Stefano Valdegamberi

«Come ho evidenziato quando i parametri erano stati in Commissione, erano iniqui e non premiano i comuni e i cittadini virtuosi. E lo sono ancor di più ora ove sono stati ‘ritarati’ per scaricare tutto il costo su Verona e tutti i vantaggi sul resto del territorio veneto, a partire da Belluno e Treviso. Una pura casualità?», conclude Valdegamberi.

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Bottacin: «Imbarazzanti dichiarazioni. Numeri non discutibili e inconfutabili»

«Imbarazzano le dichiarazioni di un consigliere regionale di così lunga esperienza e che è stato tra coloro che ha votato la legge del 2012 che definisce la modalità di gestione e le dimensioni dei consigli di bacino rifiuti». Così l’assessore all’Ambiente della Regione Veneto Gianpaolo Bottacin ribatte al rinfocolarsi della polemica sulle tariffe per i rifiuti.

«Il piano rifiuti conseguente a quella norma e alle normative europee – prosegue Bottacin – prevede che si debba puntare a un incremento della raccolta differenziata per evitare di aprire nuovi impianti di smaltimento del rifiuto solido urbano residuo. Per fare questo sono stati introdotti meccanismi incentivanti per chi ha raggiunto i migliori livelli di raccolta differenziata e disincentivanti per chi non l’ha fatto. Idem per chi ha il disagio di ospitare impianti di smaltimento. Fare una raccolta differenziata spinta costa di più e probabilmente è per questo che, come evidenziato da Cittadinanza Attiva, a Verona i cittadini pagano decine di euro in meno rispetto alla media del Veneto che è di 275 euro per famiglia all’anno. L’aumento prospettato da chi polemizza è distantissimo dal recuperare questo gap, addirittura di un ordine di grandezza. Ma avrebbe lo scopo di incentivare una miglior raccolta differenziata per allinearsi con il resto del Veneto e facendo quindi venir meno questo lieve disincentivo».

Gianpaolo Bottacin
Gianpaolo Bottacin

«In ogni caso – rincara Bottacin – i numeri non sono discutibili. Sono assolutamente contento che si citi Belluno, perché questo mi consente di rispondere che quanto argomenta il polemico consigliere sulla difficoltà della montagna nella gestione dei rifiuti, nei fatti si dimostra essere falso. Belluno, con 85,8% di RD, è al secondo posto in Veneto come raccolta differenziata pur essendo una provincia totalmente montana e con forte pressione turistica. Ciò non accade in altre aree del Veneto. Ricordo solo che i peggiori comuni del Veneto sono Ferrara Monte Baldo col 30,6 %, Erbezzo con 27,5 % e S. Anna d’Alfaedo con il 39,9%. Questi – conclude – sono numeri oggettivi e inconfutabili».

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Ferrari: «15 anni di immobilismo»

«Troppi anni di immobilismo ci hanno posizionato come fanalino di coda nella classifica della percentuale di raccolta differenziata in Veneto. L’eredità che abbiamo trovato, e la conseguente tariffa che pagheremo, è frutto di 15 anni di immobilismo, di non scelte del passato. La città di Verona si prenda la responsabilità di cambiare. Dobbiamo rimboccarci le maniche, imparare dai più bravi, in Veneto le best practice, come la provincia di Treviso, per esempio, sono numerose. Stiamo portando avanti scelte epocali, ma indispensabili». Così l’assessore all’Ambiente del Comune di Verona, Tommaso Ferrari. Verona, dopo le ultime riorganizzazioni, non fa parte del Consiglio di Bacino Verona Nord, né di quello Sud, ma costituisce un bacino a sé.

«In due anni, la nostra amministrazione ha messo a terra il primo Piano d’Ambito e stiamo cambiando tutto il sistema di conferimento di rifiuti che diverrà operativo con l’inizio del prossimo anno. La tariffa unica ci pone davanti la realtà dei fatti che è imbarazzante. Abbiamo impostato un cambio di rotta agendo fin da subito. Si tratta di un cambiamento importante, ma necessario che richiede la responsabilità della popolazione che si dovrà abituare a nuove modalità di conferimento. Del resto, proprio come il caro-tariffa ha evidenziato, se Verona riduce la quantità di rifiuti indifferenziati da smaltire il vantaggio sarà immediato: sia dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista economico».

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Tommaso Ferrari al cantiere di via Città di Nimes
Tommaso Ferrari

«Occorre fare autocritica: viviamo – prosegue Ferrari – in un territorio che per troppo tempo non ha avuto una visione complessiva di un tema che è cruciale per l’ambiente e per la qualità della vita. Nonché per il bilancio dei Comuni e di conseguenza la loro capacità di erogare servizi ai cittadini e alle cittadine. Uno dei motivi per cui probabilmente Verona è rimasta arretrata rispetto ad altre province veneto è anche che lo smaltimento dei rifiuti viene gestito ancora da tre autorità di bacino: Verona Nord, Verona Città e Verona Sud. Negli anni, per problematiche di vario tipo, il sistema politico veronese non è riuscito a far confluire tutte le amministrazioni in un unico bacino. La gestione della raccolta dei rifiuti e relativo smaltimento – conclude Ferrari – sarebbe molto più efficace e quindi anche meno costosa. Riteniamo che, superare le barriere, per avviare un dialogo volto a individuare strategie comuni, potrebbe essere un deciso passo avanti verso la risoluzione del problema rifiuti».

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Nel frattempo, sarà gradualmente attivato su gran parte del territorio cittadino il sistema di raccolta dei rifiuti combinato: cassonetti ad accesso controllato (via card e/o app) per secco e umido, raccolta porta a porta per carta e plastica/lattine mentre il vetro rimarrà come ora, a campana libera. Il cambiamento, già sperimentato in alcune aree della settima circoscrizione, riguarderà tutto il territorio cittadino tranne le zone già attualmente coperte dal servizio porta a porta. Una diversa modalità sarà applicata nella città antica dove, per esigenze legate alla vocazione turistica del sito e alla presenza di numerose attività commerciali, saranno previsti servizi di raccolta diversificati tra utenze domestiche e non domestiche. Per le attività, infatti, sarà attivato un servizio di porta a porta totale, mentre le utenze domestiche utilizzeranno i cassonetti ad accesso controllato, sia per umido e secco, che per carta e plastica/lattine. La trasformazione è iniziata a metà novembre nel quartiere di Porto San Pancrazio. Dal prossimo anno, da febbraio, sarà invece la volta della sesta circoscrizione e, poi, dell’effettivo avvio dell’ampliamento che toccherà per step gli altri quartieri della città. La piena operatività del sistema di raccolta misto è prevista entro i prossimi due anni.

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