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Rinnovabili e paesaggio: la Provincia di Trento insegna a conciliare energia e territorio

A proposito di rinnovabili e paesaggio, in attesa di sviluppi sul disegno di legge Aree idonee, è bene guardare a chi si è mosso per tempo e oggi prosegue l’espansione delle fonti rinnovabili. Ci riferiamo all’esempio della Provincia di Trento e alla Legge provinciale 2 maggio 2022, n. 4, che ha superato il vaglio della Corte Costituzionale.

La norma inoltre, uniformandosi alle previsioni nazionali (Legge 34/2022) ha disposto che l’installazione di pannelli solari fotovoltaici e termici sulle coperture delle costruzioni esistenti (qualsiasi potenza) e nelle pertinenze fino a 50 kW di potenza, è libera con comunicazione al Comune e non è soggetta a nessuna autorizzazione, inclusa quella paesaggistica, fatti salvi i beni vincolati dalla Soprintendenza.

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La stessa Provincia ha stilato il proprio Piano Energetico Ambientale Provinciale 2021-2030, il cui obiettivo è la riduzione delle emissioni climalteranti del 55% rispetto al 1990.

Non solo: ha realizzato la mappatura territoriale sul potenziale fotovoltaico territoriale, definendo le aree idonee e il potenziale di installazione. Quanto emerge è di interesse e può fornire un esempio su scala nazionale.

Conciliare rinnovabili e paesaggio nel Trentino e in Provincia di Trento

In una terra vocata alle rinnovabili (sull’idroelettrico, in termini di potenza installata, il Trentino è la seconda regione più importante, dopo la Lombardia), il fotovoltaico si sta ritagliando spazi e ha una presenza pluridecennale. Nel complesso, il fotovoltaico assicura il 10% del fabbisogno energetico della regione.

Nella Provincia di Trento, come dichiarato dal GSE, secondo i dati della società sono oltre 31mila gli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, per una potenza complessiva di circa 500 MW. In gran parte si tratta di impianti fotovoltaici, a cui si aggiungono 160 progetti di agrisolare ammessi ai bandi PNRR.

L’apporto di energia da fonti rinnovabili, attraverso l’installazione di impianti, è regolato dalla Legge Provinciale 4/2022, già citata. Ha introdotto le aree idonee per l’installazione di impianti da fonti di energia rinnovabile. Grazie a essa, «sono stati revisionati i criteri di installazione degli impianti fotovoltaici e solari precedentemente in vigore e sono state disciplinate le procedure di autorizzazione degli altri impianti (eccettuato l’idroelettrico) con autorizzazioni differenziate a seconda della tipologia e delle soglie di potenza, integrate con i titoli edilizi», riporta la Provincia autonoma di Trento.

Massimo Plazzer, funzionario tecnico dell'ufficio studi e pianificazione delle risorse energetiche dell'Agenzia provinciale per le risorse idriche e l'energia della Provincia Autonoma di TrentoMassimo Plazzer, funzionario tecnico dell'ufficio studi e pianificazione delle risorse energetiche dell'Agenzia provinciale per le risorse idriche e l'energia della Provincia Autonoma di Trento«La Legge ha aperto all’installazione di impianti fotovoltaici, sulle coperture con qualsiasi potenza nelle pertinenze fino a 50 kW, senza necessità dell’autorizzazione paesaggistica», afferma Massimo Plazzer, funzionario tecnico dell’ufficio studi e pianificazione delle risorse energetiche dell’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia della Provincia Autonoma di Trento.

L’architetto rileva che con tale legge, che ha recepito anche le istanze di legge dell’allora Governo Draghi (nello specifico la Legge 34/2022), si è voluto conciliare l’urgenza di produrre più energia da fonti rinnovabili – come, peraltro, il piano energetico provinciale si era dato come obiettivo – con la piena consapevolezza del valore del paesaggio, «che è un elemento alla base della qualità della vita, ambientale, urbana del Trentino».

Per conciliare i due aspetti, si è avviato un lavoro congiunto con gli ordini professionali, con le categorie, con i funzionari pubblici dei comuni, con varie categorie professionali e con chi si occupa del paesaggio. A quest’opera di dialogo e mediazione si è aggiunta anche un’attività formativa con focus specifici su energia e paesaggio. «si è partiti con la consapevolezza che il fotovoltaico, se ben concepito e posizionato non solo si concilia bene con il paesaggio, ma può anche contribuire a migliorare o qualificare situazioni di degrado in aree marginali o industriali», specifica il funzionario tecnico.

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La mappa delle aree idonee

Nel lavoro di selezione delle aree idonee, che ha portato alla definizione della Legge provinciale, si è operato affinché si potesse garantire operatività immediata.

rinnovabili e paesaggio San Lorenzo in Banale nella provincia di Trentorinnovabili e paesaggio San Lorenzo in Banale nella provincia di Trento
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«Per questo si sono scelte determinate categorie urbanistiche già presenti in tutti i piani regolatori del Trentino: aree industriali, servizi infrastrutturali, aree produttive, industriali, artigianali, estrattive, aree miste commerciali e produttive, siti da bonificare, discariche non ancora bonificate, aree di servizio per la mobilità, aree a parcheggio e le strade esistenti, pensando a barriere fotovoltaiche o fotovoltaico nelle rotonde».

Questo ha permesso di agire su tutto il territorio del Trentino, quanto meno nelle aree individuate. Inoltre, riconducendo le aree ai piani regolatori di cui la Provincia di Trento ha competenza primaria da statuto speciale, si è riusciti a normare subito, nonostante fossero ancora emanate le linee guida ministeriali. La Legge ha superato anche il vaglio della Corte Costituzionale. «Come ulteriore specifica, è stato inserito un comma che dà facoltà ai Comuni, attraverso una variante semplificata, di individuare ulteriori aree idonee, inserendole nel proprio PRG», aggiunge Plazzer.

Vagliare il potenziale fotovoltaico

Una volta individuate le aree idonee per procedere all’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili nel paesaggio, la questione emersa riguardava la possibilità di soddisfare, grazie alle aree individuate, gli obiettivi fissati in termini di produzione da FER?

Per avere un quadro chiaro e completo, la Provincia autonoma di Trento, in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler, ha calcolato il potenziale installabile di fotovoltaico su tutte le aree idonee del Trentino, su tetti e a terra.

Così, nel Piano Energetico Ambientale Provinciale (PEAP) 2021-2030, documento di programmazione provinciale degli interventi in materia di energia, ha trovato spazio la stima del potenziale di energia da fonte fotovoltaica della Provincia di Trento.

Attraverso un applicativo GIS che ha interpolato il modello LIDAR del Database cartografico della Provincia Autonoma di Trento con il modello dell’irraggiamento solare, è stato calcolato per tutto il territorio provinciale, con la precisione di un metro quadro, quanta energia solare incide sul terreno. A tale dato, opportunamente corretto per tenere conto della nuvolosità, è applicato un fattore di produzione medio per i pannelli fotovoltaici.

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«È stato realizzato un modello digitale che, attraverso la mappa digitale del Trentino, ha permesso di avere un’esatta comprensione del potenziale. Sottratti i pannelli già installati e attivi, si è proceduto a ritagliare le are idonee, su tutte le coperture e a terra. Considerati opportuni correttivi (per esempio, considerando l’indice di nuvolosità di ogni Comune) si è poi giunti al calcolo del potenziale effettivo».

Il risultato ha messo anche in luce la superficie totale dell’installato esistente, corrispondente a un chilometro quadro di pannelli fotovoltaici installati su tutto Trentino. «Tuttavia, per riuscire a raggiungere l’obiettivo al 2030 dovremmo installarne un chilometro quadro ogni anno. L’obiettivo è altamente sfidante, ma le aree dove installare nuovi impianti e per raggiungerlo ci sono: in termini di potenziale, possiamo contare su una superficie dieci volte superiore». La Provincia di Trento ha, infatti, un valore teorico di potenza fotovoltaica installabile pari a 9,5 GW, che corrispondono a una produzione di 7884,51 GWh. Un valore che si ritiene notevole e che considera già sufficientemente ampia la possibilità di agire attraverso le “aree idonee” senza necessità di individuare altre aree.

Risultati e considerazioni

Quanto svolto dalla Provincia autonoma di Trento offre diversi spunti di riflessione. Innanzitutto il potere dei dati, per avere un quadro chiaro della situazione e poter prendere decisioni mirate.

«In termini regolatori, l’elemento più considerevole è dato dal fatto che per riuscire a raggiungere questo tipo di obiettivi non si devono slegare gli strumenti di pianificazione. Siamo partiti da un periodo in cui la pianificazione della transizione energetica veniva racchiusa in documenti volontari, come il Patto dei sindaci, a uno in cui, contando su disposizioni presenti negli strumenti ordinari di pianificazione, come i piani regolatori, il settore energetico può contare sugli strumenti ordinari. Così un PRG può tenere conto anche di questo aspetto, permettendo di pianificare non solo dal punto di vista dei metri cubi da costruire, ma anche dal punto di vista della transizione energetica».

Perché le decisioni possano trovare applicazione concreta è fondamentale il coinvolgimento dei cittadini. Lo stesso Plazzer illustra che in occasione della predisposizione del piano energetico è stato avviato il processo di partecipazione, oltre ai portatori di interesse c’è stata una consultazione pubblica. Su altri temi specifici, come la legge provinciale o la mappatura del potenziale fotovoltaico, è stata organizzata una campagna informativa, toccando numerosi Comuni del Trentino, promuovendo incentivi che la Provincia stanziava alle famiglie per installare il fotovoltaico.

Inoltre, la mappa del potenziale fotovoltaico è aperta all’accesso pubblico: ogni cittadino può, quindi, calcolare l’irraggiamento e l’opportunità di installare un impianto solare.

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Un’altra possibilità considerata nel lavoro sulle aree idonee ha riguardato la loro individuazione e connessione possibili con le cabine primarie, sul territorio, al fine di creare i presupposti per facilitare lo sviluppo delle comunità energetiche.

Il lavoro svolto ha conseguito risultati importanti: «il primo, a livello normativo, è costituito dal fatto che la Legge provinciale 4/2022 ha recepito il D.Lgs 387/2003, che contempla la razionalizzazione e semplificazione delle procedure autorizzative, istituendo il procedimento unico, facilitando il procedimento per realizzare grandi impianti non in copertura con autorizzazione integrata. Il secondo è che nel 2022 si è assistito a un incremento di installazioni fotovoltaiche, coadiuvato dai contributi alle famiglie e alle imprese. Speriamo che la tendenza espansiva prosegua», conclude Plazzer.

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