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L’impegno Uisp nelle carceri riconosciuto nei bandi Sport di Tutti

Il bando Sport di tutti, sezione carceri, ha riconosciuto l’idoneità di 9 progetti dei Comitati Uisp. Il commento di Loredana Barra e Salvatore Farina

 

Nei giorni scorsi sono state pubblicate le graduatorie del bando Sport di Tutti, promosso dal ministro per lo Sport e i Giovani, per il tramite del Dipartimento per lo Sport e realizzato in collaborazione con Sport e Salute. Sport di Tutti è un modello d’intervento sportivo e sociale che mira ad abbattere le barriere di accesso allo sport e declina concretamente il principio del diritto allo sport per le persone e nelle comunità. L’obiettivo è promuovere, attraverso l’attività fisica, la pratica sportiva e stili di vita sani, un miglioramento delle condizioni di salute e benessere psico-fisico degli individui e di favorire la coesione sociale delle comunità.

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Il progetto si divide in diverse sezioni, tra cui quella rivolta alle carceri, per promuovere lo sport come strumento ed opportunità di rieducazione per i detenuti, attraverso il potenziamento dell’attività sportiva negli istituti penitenziari per adulti e minorili per i giovani adulti in area penale esterna (USSM e Comunità), in collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità. Il progetto prevede la realizzazione di attività fisica/sportiva e di formazione all’interno di questi istituti.

L’Uisp ha partecipato al bando con i progetti di diversi Comitati territoriali Uisp, cinque di questi sono risultati idonei e ammessi al finanziamento e sono: Uisp Arezzo, con intervento presso la casa circondariale; Uisp Parma, presso la casa circondariale e di reclusione; Uisp Trapani, presso la casa circondariale e di reclusione; Uisp Ferrara, presso la casa circondariale; Uisp Potenza, presso l’istituto penale minorile. Altri quattro progetti sono risultati idonei ma non ammessi a finanziamento per esaurimento delle risorse a disposizione. “Questa partecipazione numerosa è un segnale importante – commenta Salvatore Farina, responsabile politiche per la progettazione Uisp I Comitati Uisp stanno accrescendo la loro cultura e preparazione, in modo da poter accedere direttamente ai finanziamenti utili alla prosecuzione dei loro interventi sul territorio. Su 70 progetti finanziati cinque sono dell’Uisp, siamo molto soddisfatti”.

L’attività Uisp nelle carceri ha una storia lunga e coinvolge tutto il paese, dal nord al sud, con varie esperienze di intervento, dalla pratica motoria alla formazione. Ogni giorno sul territorio operatori Uisp entrano negli istituti penitenziari e minorili per contribuire al benessere fisico e psicologico delle persone detenute e sostenere il loro percorso verso il reinserimento nella società.

L’avvio dell’esperienza Uisp all’interno delle strutture penitenziarie risale a più di trent’anni fa – spiega Loredana Barra, responsabile Politiche educative e inclusione Uisp – Il primo Protocollo del 1997 e i successivi rinnovi hanno consentito a DAP e Uisp di programmare insieme attività rispondenti ai bisogni dei vari istituti penitenziari, diversi per caratteristiche strutturali e tipologia della popolazione detenuta. Dopo la pandemia, da un’indagine interna, è emerso che solo il 7,7% dei nostri Comitati sono riusciti a proseguire le attività, contro il 65,4% che le hanno interrotte. La pandemia ha, in parte, legittimato l’esigenza di chiudere i cancelli e rendere il carcere impermeabile rispetto all’esterno. Non ci siamo arresi però, e nonostante le difficoltà, oggi il 46% dei Comitati Uisp sono tornati ad organizzare attività sportiva negli istituti penitenziari in modo continuativo”. 

Sono tantissimi i Comitati Uisp che da anni investono risorse proprie nelle attività con gli istituti di pena, facendo scelte politiche importanti in questa direzione e ribadendo l’importanza che per l’Uisp riveste l’attività sportiva, non solo come strumento di crescita e di riscatto sociale, ma rivolta alla singola persona, con i suoi sentimenti, sogni e ambizioni qualunque sia il crimine commesso. “L’Uisp entra negli istituti penitenziari con l’obiettivo di immaginare un carcere come struttura aperta e in dialogo con le comunità e i territori – prosegue Barra – un’aspirazione fondamentale che non può essere disattesa né finire in secondo piano. Per arrivarci è necessario un cambiamento culturale e collettivo che diventa un’opportunità educativa per aprire al “mondo di fuori’ le porte del “mondo di dentro”, favorendo contaminazioni positive, scambi, cultura, rispetto. Lo sport contribuisce all’abbattimento delle recidive e può aiutare, attraverso la generazione di benessere psico fisico, nella riduzione del tristissimo numero dei suicidi. Le persone detenute che dall’inizio dell’anno si sono suicidate in carcere sono infatti 69; si tratta di un dato più alto rispetto al 2023 in cui si registrarono 50 suicidi. Nonostante il carcere abbia un ruolo di istituzione educativa, la realtà racconta la sconfitta di un sistema che non sembra in grado di garantire l’effettivo ruolo rieducativo che si propone. Abbiamo bisogno di cambiare il paradigma del processo educante, sostituendo l’aiuto al giudizio: il giudizio condanna, cerca la colpa, stabilisce la pena; l’aiuto invece serve a superare l’errore, riconoscendolo e correggendolo. L’errore è portatore di tanta emozione, porta gratitudine quando ti aiutano a superarlo e ti accorgi di non essere solo. E l’Uisp, da sempre, si impegna per non lasciare indietro nessuno”. (A cura di Elena Fiorani)


pubblicato il: 06/12/2024 | visualizzato 68 volte



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