È stata presentata l’edizione 2025 della guida Cantine d’Italia, pubblicata dall’associazione Go Wine. Con 874 cantine selezionate, 268 “Impronte Go Wine” per l’enoturismo, e una sezione dedicata ai Musei del Vino, il volume si conferma uno strumento di riferimento per gli appassionati e i turisti del vino. Teatro della presentazione, l’Hotel Melià di Milano.
Cantine d’Italia, la guida 2025
A differenza di altri strumenti editoriali, Cantine d’Italia 2025 si focalizza sulla cantina come luogo di produzione e accoglienza, valorizzando il ruolo del territorio e delle storie di uomini e donne che animano il settore. Non si limita a recensire etichette ma invita a esplorare la cultura e le tradizioni legate al vino. La novità di quest’anno è la sezione sui Musei del Vino, che racconta 15 cantine italiane con progetti culturali significativi. Tra i musei segnalati troviamo quelli di Castello di Razzano e Luca Ferraris (Piemonte), Ricci Curbastro (Lombardia), e Fattoria dei Barbi (Toscana).
La guida comprende interviste a nove protagonisti del vino italiano, tra cui Giovannella Fugazza (Castello di Luzzano, Lombardia) e Ferruccio Deiana (Sardegna). Inoltre, nelle “Finestre sul vino”, Andrea Terraneo e Arturo Rota rendono omaggio a Luigi Veronelli, a vent’anni dalla sua scomparsa. Con un approccio che unisce narrazione, analisi e dati, Cantine d’Italia 2025 si rivolge non solo agli esperti, ma a chiunque desideri scoprire la ricchezza e la diversità del mondo vinicolo italiano.
Cantine d’Italia, focus sull’accoglienza
Un’altra novità importante riguarda i costi delle visite in cantina. Per il secondo anno, le cantine sono state invitate a indicare il prezzo delle esperienze di base e di quelle più complete, offrendo un quadro chiaro e aggiornato per chi desidera pianificare un tour enoturistico. Le “Impronte Go Wine” rappresentano il riconoscimento per le cantine che eccellono in tre ambiti: qualità del sito (vigneti e architettura), capacità di accoglienza, e profilo produttivo dei vini. Sono 24 le cantine che raggiungono il vertice delle “Tre Impronte Go Wine”, mentre la Toscana guida la classifica regionale con 53 impronte, seguita da Piemonte (50) e Veneto (31).
Negli ultimi anni, il costo delle visite in cantina è diventato un aspetto sempre più rilevante, segno dell’evoluzione dell’enoturismo verso una maggiore professionalizzazione e organizzazione. L’edizione 2025 della Guida Cantine d’Italia di Go Wine analizza questa tendenza, raccogliendo dati significativi da oltre 540 cantine italiane. In passato, fino agli anni ’90, le visite in cantina erano spesso gratuite e basate sull’improvvisazione. Con il crescente interesse per l’enoturismo, le cantine hanno progressivamente strutturato l’offerta, introducendo un pagamento per valorizzare l’accoglienza e migliorare l’esperienza turistica, oggi paragonabile a quella di una visita a musei o edifici storici.
Cantine d’Italia, quanto costa una visita
Dai dati emerge che la maggior parte delle cantine offre due tipologie di esperienze. L’esperienza base ha un costo medio di 21,70 euro, con un aumento dell’8% rispetto ai 20,17 euro registrati nel 2024. L’esperienza completa, invece, include elementi più ricercati e suggestivi e ha un costo medio di 51,19 euro, in crescita rispetto ai 49,79 euro dell’anno precedente. Circa il 96% delle cantine prevede un costo minimo per l’esperienza base, mentre solo il 4,5% consente ancora visite gratuite. Un altro dato interessante riguarda le cantine che applicano costi inferiori o pari a 10 euro, che rappresentano solo il 12,5%, in calo rispetto al 15% del 2024. Le differenze regionali sono significative. Nel Nord Italia il costo medio dell’esperienza base si attesta a 21,09 euro, mentre nel Centro Italia raggiunge i 23,35 euro, con la Toscana al vertice con 26,70 euro. Nel Sud Italia il costo medio è di 21,23 euro, con la Sicilia che si distingue per gli investimenti nell’accoglienza, dove il prezzo medio è di 26,06 euro. Per le esperienze più complete, il costo medio nazionale è di 51,19 euro, ma alcune cantine propongono esperienze che superano i 100 euro. La Toscana si conferma la regione con i costi più alti per questa tipologia di attività, con una media di 61,74 euro, seguita dal Piemonte con 49,92 euro.
Cantine d’Italia, come cambia l’accoglienza
Un aspetto cruciale da non trascurare riguarda il valore aggiunto della visita in cantina rispetto ad altre esperienze turistiche, come la visita a un museo o a un edificio storico. Se pagare un prezzo per accedere a un servizio riconosce il lavoro e la disponibilità offerti, è altrettanto vero che l’esperienza in cantina include un “secondo momento” unico: l’acquisto diretto di bottiglie di vino. Questa pratica, incentivata fin dai primi anni di sviluppo dell’enoturismo, ha rappresentato una strategia fondamentale per le cantine, offrendo incassi immediati e l’eliminazione dei costi di intermediazione. Tuttavia, per mantenere questo vantaggio strategico, è essenziale che le cantine adottino un approccio equilibrato nella definizione dei costi di visita, evitando aumenti eccessivi. Un eccessivo incremento, sia del costo della visita che del prezzo delle bottiglie, potrebbe infatti portare a squilibri e limitare il potenziale di crescita del settore, come più volte evidenziato da Go Wine nel corso del 2024.
Parallelamente, il fenomeno dell’enoturismo sta evolvendo positivamente grazie alla crescente consapevolezza con cui molte cantine gestiscono l’accoglienza. Questa evoluzione si riflette nella comunicazione online, dove sempre più frequentemente, accanto alle classiche sezioni come “chi siamo”, “territorio”, “i vini” e “gallery”, appare la voce dedicata alle “esperienze”. Questa nuova offerta si traduce in una “doppia carta” che qualifica ulteriormente l’accoglienza in cantina. Da un lato, la carta dei vini presenta l’intera produzione della cantina; dall’altro, la “carta delle esperienze” illustra le attività proposte, specificando modalità e costi. Questa modalità di comunicazione, chiara e mirata, non solo valorizza l’immagine della cantina, ma favorisce anche un impatto economico positivo, contribuendo allo sviluppo del settore.
Cantine d’Italia, le Tre Impronte Go Wine
Sono 24 le cantine che raggiungono il vertice delle “Tre Impronte Go Wine”:
- Badia a Coltibuono (Toscana)
- Bellavista (Lombardia)
- Ca’ del Bosco (Lombardia)
- Capezzana (Toscana); Castello di Gabiano (Piemonte)
- Cà Rugate e Masi (Veneto) – novità
- Castello di Fonterutoli-Marchesi Mazzei (Toscana)
- Castello Vicchiomaggio (Toscana)
- Roberto Ceraudo (Calabria)
- Ceretto (Piemonte)
- Donnafugata (Sicilia)
- Feudi di San Gregorio (Campania)
- Ferrari (Trentino)
- Florio (Sicilia)
- Fontanafredda (Piemonte)
- La Raia (Piemonte) – novità
- Lungarotti (Umbria)
- Malvirà (Piemonte)
- Mamete Prevostini con Convento San Lorenzo (Lombardia)
- Masciarelli (Abruzzo)
- Mastroberardino (Campania)
- Planeta (Sicilia)
- San Felice (Toscana)
Cantine d’Italia, i premi speciali
Ecco, infine, i premi speciali di Cantine d’Italia 2025:
- Premio “Alto Confort” per l’ospitalità aziendale dell’anno: Tenuta Montemagno Relais & Wines (Montemagno, Piemonte)
- Premio “Cantine Golose” per la Tavola aziendale dell’anno: Agriturismo La Source (Saint Pierre, Valle d’Aosta)
- Premio “Cantine Meravigliose” per l’EnoArchitettura dell’anno: Antonelli (Montefalco, Umbria)
- Premio “Enocultura”: Museo del Contadino di D’Ambra (Forio d’Ischia, Campania)
- Premio “Autoctono si nasce”: Aglianico del Vùlture Caselle – D’Angelo (Rionero in Vùlture, Basilicata)
- Premio “Buono…non lo conoscevo!”: Tre Venezie Igp Piculit Neri – I vini di Emilio Bulfon (Valeriano, Friuli Venezia Giulia)
- Premio “Vini Storici d’Italia”: San Leonardo – Tenuta San Leonardo (Avio, Trentino)
- Premio “Gioacchino La Franca”: riconoscimento della Community dei soci Go Wine per l’esperienza in cantina dell’anno – Moris Farms (Massa Marittima, Toscana)
- Premio “La cantina realizzando un sogno”: Gavino Sanna, per la cantina Mesa (Sant’Anna Arresi, Sardegna)
- Premio “La vigna da camminare”: Tenuta Feudo a Cirò Marina – Ippolito (Cirò Marina, Calabria)
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