Il neo presidente della Regione Emilia-Romagna sulla sua presenza alla kermesse dei meloniani: «Occasione per discutere di autonomia dopo la sentenza della Consulta». A breve l’annuncio della sua nuova squadra
Tra una settimana esatta ci sarà l’insediamento della nuova assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, quindi entro quella data (ma probabilmente anche prima) sarà ufficializzata la squadra che insieme al neo governatore Michele de Pascale guideranno la regione. «Sorprese? Saranno tante», assicura.
Il Patto per il lavoro e il clima
Sale l’attesa per la nuova giunta e de Pascale, in attesa dell’insediamento dell’Assemblea legislativa fissato per il 13 dicembre a cui seguirà, ha annunciato ieri, giovedì 5 dicembre, il Patto per il lavoro e per il clima, anticipa che le novità rispetto ai rumors di queste settimane ci saranno eccome. E aggiunge anche un altro elemento: la squadra è fatta in buona parte, ma manca ancora qualche tassello. «Nei giorni immediatamente precedenti» la scadenza di venerdì prossimo «annunceremo la giunta, che poi sarà operativa dal 14. Siamo perfettamente in regola, molta parte ce l’ho chiara, qualcosa ancora la sto ragionando. È una scelta che si fa una volta per tutta la legislatura quindi va fatta pensando e riflettendo bene».
«Non c’è nessun nodo Bologna»
Parlando ieri a margine di un evento nella sede Inps di Bologna de Pascale assicura che «non c’è nessun nodo Bologna, nel senso che io sto valutando tutti i profili da tutta la regione». «È chiaro — aggiunge — che è una regione plurale, quindi è bene che siano rappresentati più territori possibili ma non ci sono quote. Non è che c’è una quota per provincia e una quota per territorio. Si valuta una squadra nel suo complesso». Un’altra cosa che de Pascale sottolinea con forza è che pur tenendo conto delle differenze territoriali («non è una regione che va omogeneizzata, perché sarebbe mancarle di rispetto»), gli assessori «si occupano di tutto il territorio regionale». Quindi «al di là della provincia in cui risiedono, che è comunque, ripeto, un tema, tutti gli assessori si occupano di tutto il territorio». Insomma, «sarà una squadra unica che si occupa di tutto il territorio regionale».
Il pluralismo territoriale
Per quanto riguarda i criteri per la formazione della giunta de Pascale ricorda il pluralismo territoriale, le competenze e anche il consenso ottenuto in termini di preferenze, che «non è l’unico elemento, perché le competenze sono importantissime». E la giunta «nel suo complesso deve conoscere tutta la regione, non è questione che ogni territorio rivendica un peso», afferma ancora il dem. «È che la giunta nel suo complesso deve conoscere in maniera molto approfondita tutta la regione. Ed è chiaro che io in primis molti territori della regione, penso all’Emilia occidentale, devo dimostrare di studiare, di conoscere e di voler comprendere. Questo devono fare tutti gli assessori».
La partecipazione ad Atreju
Unica certezza ufficializzata da tempo dallo stesso de Pascale è Vincenzo Colla, assessore «uscente ed entrante» come l’ha definito ancora ieri il presidente regionale durante l’incontro all’Inps in cui era seduto al suo fianco. Per il resto i nomi che sono circolati sono sempre gli stessi, con la grossa incognita che riguarda la casella più importante, che è quella della sanità, che vale da sola oltre l’80% del bilancio regionale. De Pascale ieri ha risposto anche a chi gli chiedeva le ragioni della sua partecipazione ad Atreju (la kermesse di Fratelli d’Italia, quest’anno dall’8 al 15 dicembre al Circo Massimo di Roma). «Perché spero di convincere Fratelli d’Italia a tornare indietro sull’autonomia», spiega, «è un’occasione di discutere col collega Acquaroli delle Marche e col ministro Calderoli di autonomia differenziata dopo la sentenza della Corte Costituzionale. Io ho un’altra idea di autonomia, non differenziata e non da azionare tramite il 116. È l’autonomia dei Comuni, diciamo l’autonomia della prossimità nei confronti dei cittadini. E spero di convincere Fratelli d’Italia, che storicamente sarebbe una forza per l’unità nazionale, che questa sentenza può essere un’occasione anche per Fratelli d’Italia per abbandonare questa strada e intraprenderne un’altra».
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