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di Sergio Restelli
La Siria rappresenta uno dei teatri di conflitto più complessi e duraturi degli ultimi decenni, una guerra che dal 2011 ha trasformato il paese in un mosaico di gruppi armati, interessi geopolitici e rivalità locali e internazionali.
A oltre dieci anni dall’inizio delle ostilità, il conflitto siriano è ancora caratterizzato da uno scenario frammentato in cui diverse fazioni perseguono obiettivi distinti e spesso contrapposti, con il sostegno di attori esterni.
Di seguito un approfondimento sui principali protagonisti e sui loro obiettivi.
HAYAT TAHRIR AL-SHAM (HTS)
Hayat Tahrir al-Sham (HTS) è una delle formazioni più influenti nel nord-ovest della Siria, con una base consolidata nella provincia di Idlib.
Deriva da Jabhat al-Nusra, ex affiliata ad al-Qaeda, ma nel corso degli anni ha tentato di riformulare la propria immagine prendendo le distanze dal jihadismo globale.
Il gruppo è guidato da Abu Mohammed al-Jawlani, una figura controversa che ha cercato di presentarsi come un leader pragmatico e locale, impegnato a gestire una sorta di governo parallelo attraverso il Governo di salvezza siriano.
Obiettivi e strategia:
Il fine dichiarato di HTS è l’instaurazione di uno stato islamico in Siria, ma il gruppo ha anche assunto un ruolo amministrativo e di governance nella regione di Idlib,e Controlla il valico di Bab al-Hawa, un punto cruciale per il passaggio di aiuti umanitari, e questo gli garantisce non solo risorse economiche, ma anche una leva politica nei confronti della comunità internazionale.
Sebbene dichiaratamente distante dalle sue “radici estremiste”, HTS è considerata un’organizzazione terroristica da Stati Uniti e altri paesi.
Tuttavia, il gruppo ha cercato di ottenere legittimità promettendo la protezione dei luoghi culturali e religiosi.
LE FORZE GOVERNATIVE SIRIANE
Il governo siriano, guidato da Bashar al-Assad, rappresenta l’unico attore statale tradizionale nel conflitto. Assad, in carica dal 2000,ha ereditato un regime autoritario dal padre, Hafez al-Assad, e ha risposto con una dura repressione alle proteste popolari del 2011,trasformando una rivolta civile in una guerra totale.
Alleati e supporto:
- Le forze governative sono sostenute da potenze chiave come Russia, Iran e Hezbollah libanesi.
Dal 2015, la Russia ha fornito un sostegno militare decisivo, soprattutto tramite l’uso dell’aviazione, permettendo al regime di riconquistare territori cruciali, tra cui Aleppo.
L’Iran, attraverso la sua rete di milizie sciite, offre supporto logistico e finanziario, consolidando la sua influenza in Siria come parte della strategia regionale di Teheran.
Obiettivi:
Il governo di Assad mira a ripristinare il controllo su tutto il territorio nazionale, anche se il nord-ovest e il nord-est restano fuori dalla sua portata e ha adottato una strategia di logoramento nei confronti delle forze ribelli, combinando offensiva militare, blocchi economici e negoziati politici.
ESERCITO NAZIONALE SIRIANO (SNA o ENS)
L’Esercito Nazionale Siriano è una coalizione di fazioni armate sostenute dalla Turchia, formata principalmente da combattenti arabi siriani, molti dei quali ex membri dell’Esercito Libero Siriano, ed è attivo nel nord della Siria, lungo il confine con la Turchia.
Ruolo e attività:
L’SNA combatte principalmente contro le forze curde delle Forze Democratiche Siriane (SDF),considerate da Ankara una minaccia per i loro legami con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK),ed ha anche partecipato a scontri con le forze governative e con gruppi jihadisti come HTS, riflettendo una posizione opportunistica basata sul contesto regionale.
Accuse di abusi:
L’SNA è stato accusato da organizzazioni internazionali di gravi violazioni dei diritti umani, tra cui esecuzioni sommarie, saccheggi e rapimenti.
Obiettivi:
Il gruppo opera sotto l’ombrello della politica turca, con l’obiettivo di creare una zona cuscinetto lungo il confine e ostacolare la formazione di un’entità curda autonoma.
LE FORZE CURDE (SDF o FDS)
Le Forze Democratiche Siriane sono una coalizione di milizie a guida curda che controlla il nord-est della Siria.
Sostenute dagli Stati Uniti, sono state fondamentali nella lotta contro lo Stato Islamico (ISIS) e hanno stabilito un’amministrazione autonoma nella regione.
Relazione con gli Stati Uniti e la Turchia:
Washington vede le SDF come un alleato cruciale contro il terrorismo, ma il sostegno americano alle milizie curde ha esacerbato le tensioni con la Turchia.
Ankara considera le SDF una minaccia diretta, accusandole di legami con il PKK, organizzazione terroristica secondo la Turchia e altri stati.
Sfide attuali:
Le SDF devono affrontare sia le incursioni turche sia le pressioni delle forze governative siriane, oltre a dover gestire le sacche residue di militanti dell’ISIS.
L’obiettivo principale delle SDF è preservare l’autonomia amministrativa e territoriale nel nord-est della Siria.
GLI INTERESSI DELLE POTENZE STRANIERE
La Siria è un campo di battaglia per diversi attori internazionali:
Russia:
mira a mantenere la sua base navale a Tartus e rafforzare la sua influenza geopolitica in Medio Oriente.
Iran:
vuole preservare il corridoio sciita che collega Teheran a Beirut.
Turchia:
cerca di impedire la formazione di un’entità curda autonoma lungo il suo confine meridionale.
Stati Uniti: mantengono una presenza limitata per contenere l’ISIS e contrastare l’influenza iraniana e russa.
IN CONCLUSIONE
Il conflitto siriano è una guerra “di tutti contro tutti”, caratterizzata da alleanze fluide e obiettivi divergenti.
Ogni fazione rappresenta un pezzo del puzzle di una crisi che, nonostante gli anni, sembra ancora lontana da una risoluzione definitiva. Gli equilibri regionali e internazionali, oltre alle dinamiche locali, continueranno a influenzare profondamente il futuro del paese.
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