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Taranto, Puglia – Quattro ettari è un luogo dove la natura regna sovrana, sussurrando i suoi segreti più intimi solo a chi ha il cuore abbastanza attento per ascoltarla. In questo paradiso avvolto in un’aura di mistero, con coordinate conosciute solo dal vento e dai suoi abitanti, il tempo rallenta: gli alberi secolari, i prati ondulati, i raggi del sole che filtrano fra le foglie, l’aria selvaggia. Qui ogni dettaglio descrive il legame profondo tra essere umano e natura. Andrea De Palma, avvocato di professione, è custode di questo luogo-non luogo, un giardino segreto: «Come ogni bambino bramoso di ottenere risposte ai propri quesiti alla domanda pluriposta a mio padre “quanto è grande questo terreno?” ottenevo la risposta “quattro ettari”», racconta.
Quattro ettari è dunque un’approssimazione attribuita dal padre di Andrea – «e ormai indelebilmente radicata in me», precisa lui – alle dimensioni di quell’appezzamento di terra nel quale custodisce la maggior parte dei ricordi più belli e che per lui rappresenta semplicemente casa. «Spesso mi viene chiesto come io riesca a conciliare la mia professione con la mia grande passione per la natura: negli anni ho imparato a intrecciare il diritto con essa studiando e approfondendo i diritti degli animali e i diritti relativi alla fauna selvatica».
QUATTRO ETTARI, UN RIFUGIO SENZA TEMPO NÉ LUOGO
«Fin da bambino ho sempre trascorso qui le vacanze estive, Quattro ettari era ed è la vera fuga dalla città. Con il tempo ho cercato di approfondire ed esplorare questo terreno, fin quando ormai adulto ho deciso di avvalermi dell’aiuto di amici, nonché esperti del mondo naturale e animale, tra i quali Mirko Galuppi, Marco D’Errico e Rosario Balestrieri. Grazie a loro è stato possibile catalogare oltre 240 specie di animali, tra rettili, anfibi, uccelli, mammiferi e insetti: così tanto in così poco». Un terreno di passaggio quello di Quattro ettari, un terreno al cui interno vi è un continente intero.
«Ancora tanti gli animali identificati e da identificare. Il terreno è terra fertile per le migrazioni, soprattutto per la sua posizione strategica sul Mar Ionio. All’interno di esso vi è un piccolo bosco e svariate grotte dalle quali sgorga dell’acqua: da una in particolare l’acqua sgorga durante tutto l’anno. Una vegetazione mista, una pineta, e alberi di vario genere rendono Quattro ettari un luogo ideale per poter procreare, per poter sopravvivere, un luogo dove potersi riconciliare, dove poter trovare cibo ed acqua, sia quando quando essi giungono sfiniti dall’Africa durante la migrazione primaverile, sia quando durante la migrazione autunnale devono intraprendere il viaggio che porterà loro verso l’Africa», spiega De Palma.
FRAGILI EQUILIBRI
L’equilibrio tra flora e fauna è un delicato sistema di interazioni reciproche che consente agli ecosistemi di prosperare e mantenere la loro biodiversità. Questo equilibrio si basa su una rete complessa di relazioni tra le specie e l’ambiente, ma cosa succede quando si constata la considerevole quantità di specie a rischio estinzione? Andrea nei suoi Quattro ettari ha deciso di tutelare la natura e gli ecosistemi dall’eccessiva antropizzazione, scegliendo di lasciare ignoto il suo piccolo angolo di paradiso. «Quello di Quattro ettari è un progetto di sensibilizzazione», sottolinea.
«Siamo circondati da invisibili, uomini, donne, animali ed esseri apparentemente inanimati. Attraverso questo terreno, il libro “Quattro Ettari”, edito da Scorpione editrice, e il documentario che stiamo realizzando e che contiamo di far uscire nel corso del 2025, mi sto confrontando con tanti pareri discordanti. L’unica cosa che desidero è coinvolgere e responsabilizzare le persone nei confronti della natura e del rapporto con essa. Magari solo quando – e se – l’essere umano inizierà a comprendere di essere semplicemente un altro ospite e non il proprietario della Terra potrà maturare l’idea di trasformarsi da attuale boia in parte inegrante di questa sfera blu».
UN UNIVERSO DI ECOSISTEMI
«Non mi piace l’idea di rendere Quattro ettari un’area protetta, sebbene pur informalmente lo sia: i veri abitanti non sono gli esseri umani, ma le piante e gli animali che la popolano. Negli anni ho imparato che non sempre è possibile mettere riparo a chi è in difficoltà: questo è stato uno dei tanti insegnamenti che la natura mi ha donato. Non sempre è possibile correre dietro alla sofferenza della natura; lei sa, sa come dare nuova vita attraverso la morte. Un albero sofferente rinasce dando linfa al terreno e fertilizzandolo naturalmente», spiega Andrea De Palma.
Nulla è lasciato al caso: «Mi piace osservare Quattro ettari e considerarlo come un grande palcoscenico dove recitano il loro spettacolo gli eccezionali attori che lo popolano. (…) Ho potuto osservare dalla prima fila della “platea” uno show di tale portata che mi ha arricchito e insegnato molto, partendo dalle più piccole formiche. In fin dei conti io sono solo una semplice comparsa, una voce narrante: i protagonisti sono loro».
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