Rapina di 30 chili di hashish, i carabinieri eseguono 10 misure cautelari

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Le accuse sono, a vario titolo, di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e rapina a mano armata.

Nelle prime ore della mattinata del 6 dicembre 2024, i Carabinieri del Nucleo Investigativo della Spezia, della Stazione di Deiva Marina e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sestri Levante (GE), a conclusione di una complessa indagine, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale della Spezia che ha disposto l’applicazione della custodia cautelare nei confronti di 10 indagati a vario titolo (tra loro alcuni giovanissimi di origine nordafricana e stranieri di seconda generazione domiciliati a Milano) per i reati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, rapina aggravata e detenzione illecita di armi da fuoco.

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L’operazione è stata eseguita in simultanea nei comuni di Sestri Levante, Milano e hinterland, con l’impiego di militari del Comando Provinciale di Genova, La Spezia, Milano, del Reggimento Carabinieri “Lombardia” con l’ausilio del Nucleo Cinofili di Casatenovo (LC) che hanno effettuato anche diverse perquisizioni domiciliari e personali.

L’indagine – coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale della Spezia – ha avuto origine nel gennaio 2024, con l’arresto di due giovani, provenienti da Milano, che sono stati fermati a bordo della propria autovettura all’uscita del casello di Sestri Levante, trovati in possesso di 5 kg di hashish. Gli accertamenti successivi – condotti in sinergia dall’Aliquota Operativa della Compagnia di Sestri Levante e dal Nucleo Investigativo della Spezia – hanno permesso di ricostruire le interazioni e le attività di due distinti gruppi criminali aventi base a Milano che sono venuti in contatto tra di loro grazie alla “mediazione” di un soggetto, di origine straniera ma domiciliato nel levante genovese: il primo, composto in prevalenza da soggetti italiani di età compresa tra i 25 e i 52 anni, è ritenuto responsabile di un fitto traffico di sostanze stupefacenti nel Nord Italia. Il secondo, composto in prevalenza da ragazzi di origini straniera, di età compresa tra i 20 e i 30 anni, legati alla subcultura giovanile delle baby gang e dei cosiddetti “maranza”, è ritenuto responsabile anch’esso di un considerevole traffico di sostanze stupefacenti tra la Lombardia e la Liguria, nonché di reati contro la persona ed in materia di armi.

Nel focus degli investigatori dell’Arma dei Carabinieri vi è un particolare episodio delittuoso molto efferato, ovvero una compra-vendita di stupefacente culminata, però, in rapina, che ha avuto luogo a Deiva Marina il 25 gennaio 2024. In tale occasione, presso un appartamento affittato tramite un noto portale on line, il gruppo che aveva trattato l’acquisto di 30 kg di hashish per un valore di circa 100.000 euro, con l’uso di una pistola semiautomatica, minacciava e rapinava dello stupefacente e di alcuni effetti personali i fornitori della droga. In quella circostanza, in particolare, il gruppo dei “rapinatori” non esitava ad usare metodi particolarmente violenti, legando e imbavagliando (tecnica dell’incaprettamento) il gruppo dei “venditori” che venivano poi fatti sdraiare sui letti, al fine di guadagnare quanto più tempo possibile per darsi a precipitosa fuga.

Tra le prove acquisite durante le complesse investigazioni figurano numerosi video, tratti dai profili social degli interessati, nei quali alcuni degli odierni indagati fanno mostra della disponibilità di ingenti quantitativi di stupefacente e denaro, nonché di grande spregiudicatezza nel maneggio e nell’utilizzo di armi da fuoco.

L’operazione – frutto dell’efficace sinergia investigativa tra l’Aliquota Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sestri Levante ed il Nucleo Investigativo della Spezia – ha consentito di ricostruire i gravi episodi delittuosi con conseguente emissione del provvedimento restrittivo del G.I.P. della Spezia che ha disposto la traduzione in carcere di sei degli arresti e la sottoposizione al regime degli arresti domiciliari degli altri quattro.

 

Si rappresenta che, per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna. Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari.

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