Effetto Buchmesse su vendita diritti, i piccoli soffrono – Libri – Approfondimenti

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#finsubito

Conto e carta

difficile da pignorare

 


(di Mauretta Capuano)
Si sente l’effetto Buchmesse sulla
vendita dei diritti di traduzione all’estero che resta però
dominata dai gruppi editoriali e dai grandi editori. I piccoli
editori sono il fanalino di coda con una media di 3 contratti
stipulati all’anno (5 per gli editori tra 500mila e 5 milioni di
euro di venduto 2 per gli editori sotto i 500mila euro), contro
i 34 dei gruppi editoriali o editori sopra i 5 milioni di euro
di venduto.

   
Il 18% delle vendite nel 2023 è stata fatta da case editrici
sotto i 5 milioni di euro di venduto nei canali trade (
narrativa e saggistica venduta nelle librerie fisiche e online e
nella grande distribuzione).

   
L’approfondimento, sulla base dei dati dell’Osservatorio sui
diritti che l’Associazione Italiana Editori conduce dal 2001, e
che stima nel 2023 i contratti per la vendita di diritti di
traduzione pari a 7.838 (9.328 invece gli acquisti), è stato
presentato il 6 dicembre a Roma a Più libri più liberi,
nell’incontro ‘Quali politiche pubbliche per la vendita di
diritti dopo la Buchmesse?’
In particolare, secondo l’indagine, la vendita di diritti
all’estero è un’attività praticata dal 92% degli editori sopra i
5 milioni di euro di venduto o appartenenti ai gruppi, dal 58%
degli editori con un venduto nei canali trade tra 500mila euro e
5 milioni, dal 27% degli editori con un venduto nei canali trade
sotto i 500mila euro.

   
Gli editori sotto i 5 milioni di euro di venduto hanno saputo
però ritagliarsi fette di mercato più grandi in settori
specifici come i libri di argomento religioso (siglano il 72% di
tutte le vendite di titoli all’estero in questo settore), i
libri per bambini e ragazzi (32%), i libri d’arte e illustrati
(19%). Le aree geografiche in cui questi editori sono più forti
sono il Pacifico con il 60% dei contratti stipulati, il Sud
America con il 26% e l’Asia con il 26%. Cina, Polonia e Francia
sono in particolare i Paesi dove i piccoli vendono di più.

   
“Ci sono questioni di economie di scala che rendono più
difficile per i piccoli editori agire
sull’internazionalizzazione, per questo sono importanti tutte le
iniziative, come le collettive all’estero, o i bandi per le
traduzioni, che permettono di superare gli ostacoli” dice
Lorenzo Armando, presidente del Gruppo Piccoli editori di Aie.

   
Secondo le elaborazioni dei dati sull’utilizzo dei fondi
pubblici per le traduzioni, presentate per la prima volta, nel
2023, grazie ai bandi del Ministero degli Affari Esteri e della
Cooperazione Internazionale e a quelli del Centro per il libro e
la lettura, che valgono circa un milione di euro l’anno, sono
state finanziate 546 traduzioni di titoli italiani all’estero,
contro le 442 del 2022 e le 392 del 2021. Il 61% delle
traduzioni finanziate nel 2023 riguarda romanzi, il 21%
saggistica, il 16% libri per bambini e ragazzi, il 2% fumetti.

   
Gli editori che hanno avuto accesso ai finanziamenti sono 103.

   
In più della metà dei casi, ovvero il 52%, si tratta di editori
fino a un milione di euro di venduto nei canali trade. Nel 13%
dei casi sono editori con vendite tra un milione di euro e
cinque milioni di euro.

   
“La Buchmesse è stata molto importante, solo con Ice gli editori
erano 130. Sicuramente c’è un crescente interesse della nostra
industria verso le opportunità all’estero e un appetito
all’estero nei confronti della nostra produzione editoriale. Ice
con il ministero degli Affari esteri asseconda questo slancio
investendo denaro pubblico.

   
Dobbiamo cogliere l’attimo, siamo sempre più interessati a
sostenere con il nostro lavoro e il nostro impegno, con le
risorse che il governo e il ministero ci assegna, il lavoro
degli editori e anche dei traduttori che è fondamentale” ha
detto Lorenzo Galanti, direttore generale Ice.

   
“Dopo Italia Ospite d’Onore 2024 alla Fiera del Libro di
Francoforte che ha donato una rinnovata visibilità alla nostra
editoria, è importante sfruttare al massimo tutti gli strumenti
che consentano al nostro Paese di crescere ancora sui mercati
internazionali” sottolinea Fabio Del Giudice, direttore di Aie.

   
“I dati – aggiunge -mostrano che il sistema pubblico di sostegno
alle traduzioni, che può e deve essere migliorato ancora, come
spesso la nostra Associazione ha chiesto, sta comunque
raggiungendo buoni risultati”.

   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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