Lazio&Musica, il Napoli e le canzoni del 1979

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Cari fratelli Laziali,

oggi vi porteremo alla riscoperta delle emozioni che ci dava una vecchia Lazio, nel sottofondo delle canzoni che ascoltavamo nel dicembre 1979.

Ritorneremo a domenica 16 dicembre ‘79, quando per l’ottava giornata del campionato di Serie A, andavamo a far visita a un Napoli assai ben attrezzato.

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In un San Paolo con qualche vuoto di troppo, agli ordini di Luis Vinicio sfilano Castellini, Bruscolotti, Marino, Bellugi, Ferrario, Tesser, Capone, Vinazzani, Musella, Filippi e Speggiorin.

Nel corso dell’estate, l’ingegner Ferlaino ha costruito una squadra con tanta gente esperta. Napoletani veraci, come l’indigeno Bruscolotti, lo scugnizzo Musella, i “nazionali” Castellini e Bellugi, e attaccanti all’ultima moda, come Filippi, prelevato a peso d’oro dal Lanerossi-Vicenza dei miracoli, e Speggiorin, che ha infervorato la tifoseria perugina nel corso della stagione precedente. Hanno anche una discreta panchina, composta da Di Fusco, Improta e Damiani. Insomma, il Napoli di quei tempi era un mezzo squadrone.

Ragazzi, stiamo parlando di quarantacinque anni fa! Sembra trascorsa un’era geologica, tanto per il calcio quanto per la musica. Sapete cosa ascoltava un “Eagles Supporters” in quel periodo?

Sicuramente, un po’ come tutti noi, era perso per Heather Parisi, la nuova star della tv lanciata dal varietà del sabato sera Fantastico. La sua canzoncina Disco bambina, per quanto semplice e sgrammaticata, era diventata la colonna sonora delle nostre avventure, di quelle reali e di quelle soltanto sognate. Sì, forse ci accontentavamo di poco. Ma, ditemi voi, il sapersi accontentare, non è già di per sé un indizio di felicità?

E noi eravamo “felici” anche di quella Lazio, che Bob Lovati, confermato alla guida dal Sor Umberto, mandava in campo senza troppi pensieri: Cacciatori, Tassotti, Citterio, Wilson, Manfredonia, Manzoni, Garlaschelli, Montesi, Giordano, D’Amico e Viola. Siamo decisamente autarchici. Oggi potremmo definirla “una squadra a Km Zero”: Tassotti, Manfredonia, Manzoni, Montesi, Giordano e Vincenzino, la meglio gioventù. Il fiore all’occhiello della Lazio di Lenzini, secondo noi era il suosettore giovanile.

Sono le 14 e 30 e al San Paolo ci sono meno di cinquantamila anime.

Nonostante i cinque miliardi spesi nella campagna acquisti, i Partenopei non se la passano bene. Stanno andando male e qualcuno auspica il licenziamento del tecnico brasiliano.  

Anche noi abbiamo i nostri guai. Ad una promettente Coppa Italia e ad una buona partenza in campionato, è seguito un periodo altalenante, inframmezzato dall’incomprensibile tragedia di Vincenzo Paparelli. L’ambiente non è sereno. La classifica è deficitaria e difficilmente conquisteremo la quinta piazza, il prestigioso lasciapassare per la Coppa UEFA.

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Il Napoli parte bene, sviluppando un gioco che passa prevalentemente per le vie centrali. Tuttavia, i tiri verso la porta di Cacciatori sono assai scarsi.  Alla mezz’ora iniziamo a produrre azioni in avanti, orchestrate da Garlaschelli, D’Amico e Viola. Purtroppo, Giordano non è al meglio. Bob ne ha deciso l’impiego solo un’ora prima di consegnare la lista all’arbitro, il signor Mattei di Macerata. Giochiamo in scioltezza, Wilson e Manfredonia si alternano nelle offensive, Tassotti e Citterio annullano i loro avversari diretti. Davanti, Vincenzino e Viola scorribandano con relativa facilità. Si rientra negli spogliatori abbastanza soddisfatti, nel silenzio di un San Paolo che ha scelto di non fischiare la squadra. La nostra impressione è che la Lazio stia vincendo “ai punti”.

Nel secondo tempo proviamo a vincere. Il Napoli è infatti calato, sembra non credere nelle proprie forze, rifugiandosi spesso all’indietro con snervanti retropassaggi a Castellini.

Al 53’, Viola effettua uno slalom tra i difensori, entra in zona tiro e scaglia un bolide dal vertice destro dell’area che termina di poco fuori. Cinque minuti più tardi, D’Amico calcia bene una punizione, al centro c’è Wilson, tiro di collo pieno del Capitano e pallone deviato in corner da Ferrario.

Poi ancora un tentativo di Giordano, che entra in area circondato da due inseguitori. Spinto verso l’esterno, è costretto a un tiro troppo decentrato per diventare realmente pericoloso. Dopo quasi venticinque minuti di dominio, nell’ultimo quarto d’ora il pallino del gioco passa al Napoli. Ma né Vinazzani, né Capone, né soprattutto Speggiorin riusciranno a mettere paura ad una Lazio che ha provato a vincere per quasi settanta minuti.

Quel giorno giocammo bene, una volta tanto in leggerezza. Era dicembre, si stava chiudendo il decennio della Lazio a colori di Tommaso Maestrelli. Stavano per arrivare “gli Anni Ottanta dei tifosi della Lazio” ma noi non lo sapevamo ed eravamo felici.

Era un altro Calcio e anche un’altra Musica. Il giorno prima di quel Napoli Lazio, l’hit Parade dei 45 giri più venduti era un misto di ingenuità e grande classe.   

Vi presentiamo una nuova playlist, che potremmo intitolare “sabato 15 Dicembre 1979”

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Ricordate? Remi, uno dei primi “manga” per bambini. Prima in classifica, incontravamo la canzoncina della sigla televisiva, Remi e le sue avventure, eseguitadai Ragazzi di Remi.

Poi, la già citata Disco bambina di Heather Parisi, e ancora Cicciottella di Loretta Goggi, sigla della Trasmissione TV Bis. Quarta posizione per l’idolo delle nostre zie, Julio Iglesias, con la fascinosa Se tornassi.

Al quinto incontriamo la dolceamara Buona Domenica, di un Antonello Venditti al top della forma.

Loretta Goggi al tempo era famosissima e poteva permettersi di monopolizzare l’hit parade con ben due brani in classifica. Oltre a Cicciottella, anche L’aria del sabato sera sta vendendo tantissimo ed occupa la sesta posizione.

Segue Che ne sai, di un romanticissimo Riccardo Fogli. L’ottava e nona posizione è in mano a due brani stranieri. I Kiss hanno fatto un sacco di soldi durante l’estate con Dynasty, il loro ultimo LP, dal quale è emerso il singolo I was made for lovin’ you, un “pezzone” che ha segnato, per la band newyorkese, un deciso (e abbastanza traumatizzante) cambiamento di rotta. Dal caratteristico glam rock dai toni fumettistici, sono passati a una sorta di discomusic, nel quale, il basso di Gene Simmons, accenna degli imbarazzanti 128 BPM, un’andatura molto dance e poco hard-rock.

Poi la divertente Pop Muzik del gruppo degli M. Chi si nascondeva dietro questa band che durò il tempo d’un battito d’ali? Il pezzo, dal sound new wave-synthpop, era opera del musicista e produttore inglese Robin Scott, attivo tra la fine degli anni Settanta e i primi Ottanta. Il successo della sua Pop Muzik resterà un mistero irrisolto, che – ogni tanto – fa piacere andare a riascoltare.

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Chiude questa classifica un pezzo proveniente dal profondo giurassico: Ciao nonnino di Macario.

Macario eraun popolare volto televisivo, nonché noto cabarettista di estrazione tardo ottocentesca. A noi Eagles Supporters di sedici-diciassette anni, appariva già molto anziano nel 1979.

Ciao Nonnino era una delle canzoni sigla di Buonasera con, un programma di cartoni animati. Dovete sapere che nel ‘77, la Rai aveva iniziato a adottare il format dei “contenitori preserali”. Uno di questi era destinato ai ragazzi e si intitolava appunto Buonasera con.

Il programma venne trasmesso dalla Rete 2 per 732 puntate, dal 1º novembre 1977 all’11 giugno 1982.

Vi rendete conto, di quanto siamo stati felici?

Domenica sera saremo a Napoli. Speriamo di ritrovarci felici, come e più di quel giorno di quarantacinque anni fa.

Alla prossima, ancora qui su Lazialità, con un nuovo appuntamento di Musica&Lazio!

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Ugo Pericoli



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