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AOSTA (Valle d’Aosta). Un incontro tra la viticoltura eroica della Valle d’Aosta e del Trentino Alto Adige. Un confronto tra esperienze e metodi, ma anche un parallelismo sulla storia e sulle sfide che attendono il comparto del vino. Un appuntamento sulla cultura e sulla tradizione di un mondo in costante evoluzione e strategico per entrambe le Regioni.
Questi i contenuti dell’evento, “Valle d’Aosta: territori dall’anima eroica“, andato in scena nella suggestiva cornice dell’area Megalitica di Saint-Martin-de-Corléans e coordinato da Liber Experience di Trento nell’ambito del Mercatino di Natale di Aosta, il Marché Vert Noël.
“Il Mercatino di Natale è un evento di richiamo ma l’intenzione è quella di aumentare il numero degli eventi collaterali per promuovere il patrimonio culturale, anche immateriale, della città. In questo caso specifico l’obiettivo è valorizzare e approfondire le similitudini e le differenze tra i vini di montagna”, dice Alina Sapinet (assessora alla Pianificazione territoriale, mobilità, verde pubblico, ambiente e Sviluppo sostenibile del Comune di Aosta), mentre Jean-Pierre Guichardaz (assessore ai Beni e alle attività culturali, sistema educativo e politiche per le relazioni intergenerazionali della Regione Valle d’Aosta) aggiunge: “Questo luogo così suggestivo diventa una location naturale per questo appuntamento che parla delle radici e dell’identità del territorio: la viticoltura è tra le più elevate testimonianze del nostro passato che si intreccia con il presene e guarda al futuro di un percorso di trasformazione della promozione”.
I protagonisti del primo dialogo sono stati la Cantina Ottin con il titolare Elio Ottin (Valle d’Aosta) e la Cantina Valle Isarco con il direttore generale Armin Gratl (Alto Adige). Un incontro guidato da Andrea Farinetti, enologo di Borgogno, storica cantina del Barolo, premiata e riconosciuta in tutto il mondo, amministratore delegato del gruppo Fontanafredda.
Un viaggio con le degustazioni di La Petite Arvine 2022, Nunaces 2021 e Fumin 2020 per la Cantina Ottin e Aristos Kerner, Aristos Gruner Veltliner e Aristos Sylvaner, tutti annata 2023, per la Cantina Valle Isarco.
La viticoltura eroica, una produzione sfidante e certamente di nicchia, un’unicità spendibile anche dall’Italia all’estero a livello turistico per un paesaggio, spesso terrazzato, e per la qualità di un prodotto peculiare per i territori che si misurano in questo settore. Un comparto che per contrastare la crisi climatica guarda verso l’alto: progressivamente spostare i vitigni più in quota, una strategia non possibile per i vini di pianura.
Storie che presentano similitudini e analogie. Il vino è una tradizione forte in tanto in Valle d’Aosta come fornitore del Regno di Francia e l’Alto Adige che rifornisce invece l’Impero Austroungarico. Poi c’è il passaggio al Regno d’Italia: il commercio si blocca tra nuovi confini, difficoltà linguistiche e un inserimento non semplice in un contesto completamente nuovo e relazioni da ricostruire da zero.
E’ con l’ingresso nell’Italia che la Valle d’Aosta crolla dai circa 4 mila agli attuali 400 ettari coltivati a vite. Questa produzione riprende, infatti, progressivamente forza solo dal secondo Dopoguerra con l’apertura di una Scuola di agricoltura per riprendere la tradizione. Un territorio di rossisti che negli ultimi 30 anni si è avvicinato ai bianchi e che oggi è composto da una sessantina di produttori e 6 cooperative.
Una dinamica simile per l’Alto Adige che, però, negli Anni ’80 compie un salto in avanti sul fronte della commercializzazione. E’ in quel periodo che i bianchi diventano un marchio distintivo in provincia di Bolzano, che punta sulla tenuta del valore dell’etichetta: un equilibrio tra qualità, salvaguardia dei vitigni identitari e prezzo della bottiglia.
Pur profondamente diversi per geografia, caratteristiche e caratterizzazioni, sono molti i tratti in comune per un’agricoltura impervia e difficile, soprattutto in un’epoca di crisi climatica. Il futuro? Stimolare il ricambio generazionale e spostare i vitigni più in alto per una resa che possa continuare a garantire una produzione di alto livello.
Un dialogo che prosegue sabato 14 dicembre con Cave Mont Blanc (Valle d’Aosta) e Corvée (Trentino) nell’incontro moderato da Helmuth Köcher, presidente e fondatore del Merano WineFestival, unico amministratore di Gourmet’s International e The WineHunter (Qui info e prenotazioni).
Questi eventi, ideati e curati da Liber Experience, società trentina altamente specializzata in eventi di alto profilo qualitativo legati in questo caso al mondo vitivinicolo con il supporto di Euregio Media Group, prevedono il coinvolgimento di SlowFood e la visita all’area Megalitica di Aosta.
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