Scuole paritarie, bonus 2.000 euro alle famiglie con reddito inferiore a 40.000 e addio Imu per gli istituti: rispuntano gli emendamenti in Manovra

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Ci sono anche i bonus per le famiglie che iscrivono alle scuole paritarie tra gli emendamenti super-segnalati per modificare la legge di Bilancio: la richiesta è sempre quella a prima firma dell’on. Lorenzo Malagola (di Fratelli d’Italia), che prevede il riconoscimento fino a 1.500 euro alle famiglie con reddito Isee sotto i 40mila euro.

Gli emendamenti alla Legge di Bilancio

La richiesta emendativa, caldeggiata tra gli altri dall’ex ministra dell’Istruzione Mariastella Gelmini, però contestata dalle opposizioni e pure da qualche rappresentante della maggioranza per via di una possibile indifferenza verso i bisogni della scuola pubblica, è “rispuntata” dopo che sembrava essere svanita: non risultava infatti, come avevamo scritto, tra quelle segnalate dai gruppi parlamentari alle Commissioni di Montecitorio incaricate di realizzare una prima profonda “scremata” delle oltre 4mila richieste di cambiamento del disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri.

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Ma tra gli emendamenti super-segnalati ve ne sono anche altri due, proposti entrambi dall’on. Lorenzo Cesa (di Noi Moderati), attraverso i quali si chiede di finanziare 2.000 euro a studente, anche se sempre, come previsto dall’emendamento di Malagola, solo per le famiglie con figli alle paritarie con reddito non superiore a 40.000 euro “nel caso – si legge nell’emendamento – di scelta di una istituzione scolastica primaria o secondaria convenzionata ai sensi della presente legge, predisponendo una griglia di intervento per scaglioni inversamente proporzionali al reddito Isee”.

Sempre nella richiesta di Noi Moderati è presente, inoltre, l’esenzione dall’Imu per i fabbricati ‘destinati esclusivamente all’esercizio di attività scolastiche parificate’“.

Il consenso di Suor Anna Monia Alfieri

“Si tratta di emendamenti davvero importanti – dice all’Adnkronos Suor Anna Monia Alfieri, Cavaliere al Merito della Repubblica ed esperta in politiche scolastiche – perché prevedono misure per il sostegno alla libertà di scelta educativa della famiglia, diritto riconosciuto dalla Costituzione ma ancora negato, nei fatti, ai genitori italiani che, se scelgono una scuola paritaria per i loro figli, devono pagare una retta che l’Ente gestore della scuola deve chiedere per poter erogare il servizio”. Suor Alfieri sostiene che “la garanzia della libertà di scelta educativa è l’antidoto contro il monopolio educativo, elemento tipico dei regimi” e per questo, continua, “le misure previste dagli emendamenti rappresentano un passo determinante per salvare la percentuale assai ridotta di pluralismo educativo ancora presente in Italia, nell’attesa della piena realizzazione del diritto alla libertà educativa”.

Secondo la suora “chi sceglie una scuola paritaria non deve pagare, avendo pagato le tasse per i servizi pubblici, quale l’istruzione fornita dalla scuola paritaria è a pieno titolo, così come stabilito dalla legge 62/2000″.

Quindi Suor Anna Monia Alfieri invita “tutte le forze politiche ad agire responsabilmente per il bene dei cittadini” e “senza alcuna forma di chiusura ideologica. Il tema della formazione dei cittadini è troppo importante per diventare oggetto di discussioni sterili perché non fondate sulle ragioni del diritto e dell’economia”.

Finanziamenti alle paritarie in aumento costante

Ricordiamo che nell’ultimo decennio abbiamo assistito ad un incremento importante di finanziamenti pubblici per sostenere gli istituti scolastici paritari, anche con Governi di Centro e di Sinistra: i finanziamenti sarebbero addirittura triplicati, con un ulteriore incremento nel 2023 di altri 50 milioni di euro.

Sui finanziamenti statali anche noi avevamo detto: “Lo Stato spende circa 600 milioni di euro per le paritarie. La maggior parte dei soldi è ceduta alle scuole del primo ciclo. Le famiglie pagano comunque una retta”.

E comunque ci sono anche “delle scuole paritarie di buon livello. Dobbiamo differenziare le private e le paritarie. Queste ultime fanno parte dell’istruzione pubblica, rilasciano diplomi equipollenti alle statali, le private no. Le paritarie si devono quindi adeguare e hanno alcuni doveri da rispettare, come le aule adeguate, avere un numero di alunni definito per classe, e altro. Tutto deve essere autorizzato da un Usr. In caso di difformità intervengono gli ispettori”

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