L’accordo raggiunto dalla Commissione europea contiene nuove disposizioni che cercano di rispondere alle critiche degli oppositori. Ma il processo prima della firma e della ratifica è tutt’altro che semplice per l’esecutivo europeo
A soli tre giorni dall’annuncio della conclusione dell’accordo Mercosur, i trattori degli agricoltori si sono già fatti sentire, lunedì, davanti all’edificio del Consiglio dell’Unione europea, dove erano riuniti i 27 ministri europei dell’Agricoltura.
Organizzata dalla lobby europea degli agricoltori, Copa-Cogeca, e dai sindacati belgi degli agricoltori, la manifestazione ha denunciato la concorrenza sleale che gli agricoltori europei subiranno una volta entrato in vigore l’accordo Mercosur.
“Non troviamo in questo accordo alcun beneficio per gli agricoltori”, ha dichiarato a Euronews il presidente di Cogeca, Lennart Nilsson, “Vogliamo reciprocitànegli standard di produzione nei Paesi del Mercosur e in Europa”.
Dopo 25 anni di negoziati, il 6 dicembre è stato firmato l’accordo Mercosur tra l’Unione Europea e i Paesi del Mercosur – Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay – che creerà un’area di libero scambio che coprirà 780 milioni di persone, con un mercato cruciale di 280 milioni di consumatori in America Latina per le aziende europee, 30mila delle quali operano già nell’area.
I dazi doganali, attualmente compresi tra il 10 per cento e il 35 per cento, scompariranno gradualmente sulla maggior parte dei prodotti; la Commissione europea prevede un boom delle esportazioni europee nei settori del vino, degli alcolici e dei latticini.
Le preoccupazioni per il tema ambientale
La questione agricola e quella ambientale sono sempre state al centro delle preoccupazioni da quando un gruppo di Paesi guidati dalla Francia si è opposto all’accordo politico raggiunto con i Paesi del Mercosur nel 2019.
Cosa è cambiato da allora? “Abbiamo ascoltato attentamente le preoccupazioni dei nostri collegi elettorali”, ha dichiarato un alto funzionario della Commissione dopo l’annuncio dell’accordo di venerdì. Uno degli elementi chiave del nuovo accordo, presentato dalla Commissione europea, riguarda gli standard ambientali.
Come richiesto da tempo dalla Francia e dagli ambientalisti, il trattato internazionale firmato nel 2016 durante la Cop di Parigi è diventato un “elemento essenziale” dell’accordo Mercosur. Ciò significa che se questi standard ambientali non vengono rispettati dall’una o dall’altra parte, l’accordo può essere parzialmente o totalmente sospeso. “Questo è solo il nostro terzo accordo di libero scambio che include una clausola del genere, dopo quelli con la Nuova Zelanda e il Regno Unito“, ha aggiunto lo stesso funzionario.
Un altro grande cambiamento è l’impegno giuridicamente vincolante dei Paesi del Mercosur a fermare la deforestazione illegale entro il 2030. Si tratta di una novità assoluta per un accordo commerciale. La deforestazione è stata al centro dei negoziati negli ultimi anni.
Il tema aveva bloccato le discussioni quando Jair Bolsonaro era alla guida del Brasile tra il 2019 e il 2022, ma alla fine ha trovato spazio sul tavolo dei negoziati. A partire dal 2025, “solo i prodotti ‘che non comportano deforestazione’ potranno entrare nel mercato dell’Ue, tra cui soia, carne bovina, olio di palma, legname, cacao e caffè“, ha precisato un altro alto funzionario della Commissione. L’impegno del Mercosur comprende anche il rispetto delle norme sulla deforestazione attualmente in fase di adozione a livello Ue.
Il settore agricolo e l’industria automobilistica
Nel settore agricolonon è cambiato moltodal 2019. La Commissione aveva già negoziato quote per l’importazione con tariffe più basse di prodotti sensibili come la carne bovina, il pollame e lo zucchero. Tali quote saranno introdotte gradualmente nei sette anni successivi alla ratifica dell’accordo.
La grande novità è la decisione della Commissione di costituire una riserva di 1 miliardo di euro, “nell’improbabile caso in cui il settore agricolo europeo subisca ripercussioni negative“, ha dichiarato lo stesso funzionario, aggiungendo: “È la nostra polizza assicurativa per gli agricoltori e le zone rurali”.
Anche l’industria automobilistica è stata un tema cruciale nei negoziati per entrambe le sponde dell’Atlantico, poiché gli europei, colpiti dalla concorrenza cinese, sono alla ricerca di nuovi mercati.
Per proteggere la loro industria, i Paesi del Mercosur hanno ottenuto un periodo più lungo prima della soppressione totale delle tariffe sui veicoli elettrici e sulle auto ibride. Invece dei 15 anni previsti dall’accordo del 2019, le tariffe saranno soppresse 18 anni dopo l’entrata in vigore dell’accordo. Le tariffe scenderanno comunque automaticamente dal 35 al 25% per cento per le esportazioni di auto europee.
Manca ancora la firma e la ratifica
L’accordo politico raggiunto dalla Commissione e dai Paesi del Mercosur è “solo una prima fase di un lungo processo“, ha dichiarato venerdì un portavoce della Commissione. Infatti, una volta tradotto, l’accordo sarà presentato al Consiglio, la cui adozione è necessaria per la firma. È qui che si combatterà nei prossimi mesi.
“La Commissione ha completato i negoziati con il Mercosur, che è di sua competenza, ma l’accordo non è stato né firmato né ratificato. Quindi, non è la fine della storia“, ha avvertito l’Eliseo venerdì sera. La Francia, principale oppositore dell’accordo, sta cercando di creare una minoranza di blocco contro l’accordo.
La Polonia ha già espresso la sua opposizione. Il voto di Irlanda, Paesi Bassi e Austria rimane incerto. Ma per la Francia, l’alleato chiave sarà l’Italia, poiché la minoranza di blocco richiede quattro Stati membri che rappresentino il 35 per cento della popolazione europea.
Finora l’Italia si è espressa a favore dell’accordo, a condizione che contenga garanzie per i suoi agricoltori. “L’Italia sosterrà l’accordo”, ha previsto un funzionario del Parlamento, “I fornitori di attrezzature per auto della Lombardia dipendono dalla potente industria automobilistica tedesca, il cui interesse è esportare auto in America Latina”.
Anche gli eurodeputati sono già al lavoro. Una volta firmato dal Consiglio, l’accordo arriverà al Parlamento che dovrà dare il proprio consenso alla sua conclusione. L’approvazione degli eurodeputati non è garantita. La posizione di Fratelli d’Italia, il partito della premier italiana Giorgia Meloni, sarà esaminata anche in quella sede.
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