Cresce la consapevolezza, ma il 73% dei giovani italiani ignora l’andrologia: un dibattito necessario

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Nell’era digitale, la salute sessuale maschile continua a sollevare interrogativi e preoccupazioni, ma un dato tragico emerge chiaramente: ben il 73% dei giovani italiani non ha mai effettuato una visita andrologica. Questo fenomeno si inserisce in un contesto di maggiore consapevolezza rispetto agli anni ‘80, ma molti giovani si affidano a informazioni trovate online, spesso poco verificate. L’uso di strumenti come “Dr. Google” e nuove figure come il “Prof. Gpt” aggiungono complessità alla questione, sfidando gli esperti dell’andrologia a gestire una situazione in continua evoluzione. I temi di questa crescente problematica saranno al centro del convegno “S3 – Salute Sessuale SIA”, organizzato dalla Società Italiana di Andrologia, in programma il 12 e 13 dicembre a Milano.

Andrologia: un bisogno crescente

Dal termine ‘andrologia‘ ci si può aspettare un’attenzione specifica per la salute maschile, ma in Italia, fino ad ora, questa figura professionale ha avuto un percorso travagliato. Diversamente dagli Stati Uniti e da altri paesi europei, dove le visite andrologiche sono un’abitudine consolidata, in Italia il passaggio da una visione di salute sessuale come tabù a una considerazione più aperta è ancora in fase di sviluppo. Con l’abolizione delle visite di leva nel 2004, l’andrologo è diventato una figura essenziale per la prevenzione e la salute maschile, ma i giovani sembrano ancora restii a cercare aiuto. La rilevanza di un professionista in questo campo è fondamentale, soprattutto nel monitoraggio di patologie che possono avere un impatto significativo sulla vita.

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La Società Italiana di Andrologia, attiva dal 1976, ha continuamente promosso campagne informative e iniziative per far conoscere l’importanza della prevenzione. Per esempio, la Settimana di Prevenzione Andrologica, avviata nel 1999, ha dato la possibilità a migliaia di uomini di accedere a controlli gratuiti, contribuendo alla raccolta di dati epidemiologici di importanza cruciale. A seguito di queste iniziative, risulta chiaro che un’educazione sanitaria mirata e il coinvolgimento diretto dei giovani siano requisiti fondamentali per costruire una cultura della salute sessuale maschile.

L’impatto delle nuove tecnologie

Le tecnologie digitali hanno un impatto significativo sulle abitudini di vita, e il campo della salute non è esente da queste influenze. Con la proliferazione di strumenti online per la ricerca di informazioni mediche, il rischio è che i giovani si rifugino in fonti non verificate, amplificando la presenza della “cybercondria”. La fiducia riposta in portali e app può condurre a diagnosi errate o a sovradosaggi di informazioni, creando confusione piuttosto che chiarezza. Le nuove campagne promosse dalla SIA mirano a utilizzare questi strumenti per educare, nutrendo una cultura dove il dialogo con i medici sia alla base della prevenzione.

Un elemento chiave è la recente campagna biennale #e-SIA-prevenzione, avviata nel 2023 e valida fino al 2024. Questa iniziativa si rivolge specificamente ai giovani tra i 16 e i 35 anni, sfruttando i social media e le piattaforme digitali. Attraverso questionari e ricerche, è emerso che la disinformazione sulle questioni andrologiche è intricata, nonostante una sensibilità crescente verso il tema. La sfida è quindi sensibilizzare i giovani affinché si informino correttamente e evitino di trascurare la loro salute, spingendoli verso le visite specialistiche.

I successi del passato e le strade future

La SIA ha ottenuto risultati notevoli nel corso dei suoi 48 anni di attività. La Settimana di Prevenzione Andrologica, in particolare, ha rivoluzionato l’accesso alle visite per moltissimi cittadini. Con la partecipazione di oltre 265 strutture in tutto il Paese, è stata instaurata una rete di supporto e informazione medica che ha condotto a risultati sorprendentemente positivi. Non solo il 62% dei partecipanti alla settimana ha effettuato la prima visita andrologica, ma nel 29% dei casi sono state diagnosticate malattie andrologiche. Questo ha reso evidente quanto siano necessari programmi di prevenzione costanti, mirati a mantenere alta l’attenzione sulla salute maschile.

Nel 2014, una nuova iniziativa ha visto la luce con il lancio di una proposta di legge regionale per la prevenzione andrologica. In particolare, la Regione Lazio ha approvato misure legislative per inserire strutture specializzate negli ospedali, garantendo l’assistenza a gruppi di giovani e riducendo il gap informativo. Queste misure non solo hanno riconosciuto l’importanza delle patologie andrologiche, ma hanno anche promosso una maggiore consapevolezza sociale riguardo questi aspetti della salute maschile.

L’andrologia ha futuro anche alla luce di tali successi, ed è chiaro che l’evoluzione del rapporto tra paziente e specialista sarà fondamentale per garantire una diagnosi tempestiva e una prevenzione efficace. La SIA continua a lavorare per sviluppare strategie di comunicazione più efficaci, con l’obiettivo di trasformare la salute sessuale da un argomento tabù a un tema di ampio dibattito pubblico.

Ultimo aggiornamento il 9 Dicembre 2024 da Armando Proietti

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