Germania e Austria le prime a varare lo stop. Da Parigi ai Paesi scandinavi raffica di provvedimenti comuni. Tajani: da Damasco segnali non negativi
Due giorni dopo la caduta del dittatore siriano Assad e la presa del potere delle milizie di Al-Jolani, l’Europa mantiene «preoccupazione» ed «estrema vigilanza» su quanto sta accadendo in Siria, ma intanto comincia a prepararsi non solo per fermare eventuali esodi e migrazioni, ma anzi per chiudere le porte a chi era in attesa di asilo politico per sfuggire al regime.
Anche l’Italia, alla fine di una giornata di prese di posizione simili, ha deciso di «sospendere i provvedimenti circa le richieste di asilo dalla Siria». Lo spiega una nota di Palazzo Chigi alla fine di un vertice sulla nuova crisi mondiale, al quale hanno partecipato la premier, i ministri di Esteri e Difesa Tajani e Crosetto, dell’Interno Piantedosi, il sottosegretario Mantovano e i vertici dei servizi segreti.
«In un momento in cui i combattimenti ancora proseguono in alcune regioni della Siria, la riunione ha ribadito l’assoluta priorità attribuita all’incolumità dei civili e alla necessità di assicurare una transizione pacifica e inclusiva — è la dichiarazione del governo — particolare attenzione è stata riservata alla sicurezza dei cittadini italiani, alla tutela dei cristiani e di tutte le minoranze».
E appunto, la decisione immediata: l’esecutivo ha stabilito che «analogamente a quanto fatto da altri partner europei» saranno sospesi «i procedimenti circa le richieste di asilo dalla Siria». Si rivendica poi la scelta di aver mantenuto aperta l’ambasciata a Damasco, esprimendo «profonda gratitudine» per il personale e si annuncia che continueranno i contatti con tutti i partner regionali, europei e del G7.
D’altra parte era stata la presidente della Commissione Ue a parlare in mattinata di una svolta in Siria che offre «opportunità ma anche rischi». E l’opportunità sembra anche quella di fermare i flussi migratori dalla Siria. La prima a decidere di congelare le richieste d’asilo è stata la Germania, poi l’Austria, che potrebbe anche revocare le autorizzazioni già concesse, e via via, dentro e fuori la Ue, Svezia, Danimarca, Grecia, Belgio, Norvegia, Francia e Regno Unito. Starà ora a Bruxelles decidere nei prossimi giorni se la Siria potrà essere inserita nella lista dei Paesi sicuri o no, se ne parlerà nel prossimo vertice.
Intanto però si percepisce un clima di cautissima speranza. Lo dice Antonio Tajani: «I primi segnali non sono negativi, vediamo come procederà ma vogliamo essere ottimisti. Al-Jolani vuole accreditarsi al mondo, vediamo se seguiranno fatti concreti, speriamo abbandoni i suoi trascorsi, per ora ha scelto un leader di transizione che appare più moderato di altri. Però le milizie sono di diverso tipo, bisogna seguire l’evoluzione, anche perché la Russia, la grande sconfitta, vorrà mantenere uno sbocco sul Mediterraneo.
Iran e Russia sono i grandi sconfitti, ma la Turchia è un interlocutore importante». E sui profughi e richiedenti asilo: «Abbiamo sospeso le richieste anche perché al momento in tanti stanno tornando in Siria, dal Libano, dalla Turchia. La situazione potrebbe andare nel verso giusto, ma serve grande cautela e attenzione, la seguiamo ora per ora». «Bene sospendere la raccolta di richieste di asilo», per il vicepremier leghista Matteo Salvini: «Io sospenderei anche Schengen».
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