Sicilia, boom di presenze turistiche nel 2023: i dati

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La Sicilia torna a livelli pre-pandemici in termini di presenze, ma – tra destagionalizzazione ancora “incompiuta” e potenzialità ancora da sfruttare – la strada per il successo è ancora lunga.

Con oltre 447 milioni di presenze negli esercizi ricettivi nel solo 2023, il turismo italiano ha raggiunto numeri da record. A raccontarlo è l’ultimo report realizzato da Istat riguardante “società” e “flussi turistici”. La Sicilia, protagonista di questa crescita, si conferma tra le mete preferite soprattutto dagli stranieri, ma l’analisi dettagliata dei dati Istat mette in evidenza anche ombre meritevoli di un approfondimento.

Secondo i dati, nel 2023 la Sicilia ha registrato un significativo incremento di presenze turistiche rispetto all’anno precedente, superando anche i livelli pre-pandemici del 2019. L’Isola ha totalizzato 16.448.284 presenze turistiche, segnando un incremento dell’11,3% rispetto al 2022 e dell’8,8% rispetto al 2019, anno che precede la pandemia.

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Sicilia, boom di presenze turistiche nel 2023

Nel complesso, ha beneficiato di un forte ritorno dei turisti stranieri, che rappresentano oltre il 50% delle presenze totali in Italia, e di un ritrovato interesse per le destinazioni culturali e naturalistiche. A trascinare il settore turistico anche il segmento crocieristico, che in Sicilia continua a crescere. Solo nell’ultimo anno, sono stati oltre 1 milione e 900mila i turisti sbarcati sulle coste per visitare le bellezze dell’Isola e godere della “Sicilian experience”, come i tour operator la definiscono.

Numeri che hanno fatto registrare un anno da record per il crocierismo in Sicilia. Grazie alla spinta di Palermo (939mila passeggeri), Messina (525mila) e Catania (236mila), l’Isola è riuscita a piazzare il capoluogo e la città dello Stretto tra i migliori otto porti italiani e diciotto porti del Mediterraneo.

Sono inoltre stati circa 13 milioni i crocieristi che sono transitati nei porti di tutto il Paese, un numero che supera del 15% anche il record ottenuto in epoca pre Covid, inferiore di circa 700mila unità. Dati in netto e costante aumento confermati anche dalla Cemar, agenzia marittima che rappresenta alcune delle principali società di navigazione.

Un dato significativo riguarda il peso della componente internazionale: dei visitatori, oltre 8 milioni provengono dall’estero, pari a circa il 49% delle presenze complessive. Questo sottolinea l’attrattiva globale della Sicilia, che continua a essere scelta da turisti di ogni parte del mondo per la sua offerta culturale, paesaggistica e gastronomica.

Gli esercizi extra-alberghieri hanno registrato una performance migliore rispetto a quelli alberghieri, riflettendo una tendenza generale nel Paese. La domanda si è concentrata su agriturismi, bed and breakfast e case vacanza, con un impatto positivo sui flussi turistici regionali.

Stagionalità e brand

La stagionalità resta un fattore chiave per il turismo siciliano. Come nel resto d’Italia, la maggior parte delle presenze si concentra nei mesi estivi, con picchi tra giugno e settembre. Questo periodo rappresenta una sfida e un’opportunità: da un lato, conferma l’appeal dell’isola come destinazione balneare; dall’altro, pone la questione della destagionalizzazione, necessaria per sfruttare appieno le potenzialità del patrimonio culturale e naturale anche nei mesi invernali.

“Il turismo è un fenomeno in cui la componente territoriale rappresenta un elemento fondamentale e, all’interno del panorama nazionale, si distinguono aree caratterizzate da forti specificità, riconosciute e apprezzate a livello nazionale e internazionale: i cosiddetti ‘Brand turistici territoriali‘”, spiega l’Istat.

Tra i 22 Brand turistici individuati dall’Istituto tra i luoghi che rappresentano destinazioni e segmenti di mercato tipici e unici, che sono comunemente riconosciuti nell’immaginario collettivo perché caratterizzati da elementi ambientali, culturali e paesaggistici fortemente identitari e distintivi, per la Sicilia ci sono anche le Isole Eolie (+6% circa, ndr). Numeri Istat alla mano, la provincia di Messina è l’unica della Sicilia a poter dunque contare sulla presenza di due destinazioni altamente turistiche anche nel panorama nazionale.

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Presenze turistiche in Sicilia, il confronto con l’Italia (2023)

Roma si conferma anche nel 2023 la principale destinazione dei flussi turistici con circa 37,3 milioni di presenze, che rappresentano l’8,3% del totale nazionale (5,2% della clientela residente e 11,2% di quella non residente). La capitale ha recuperato e superato ampiamente i valori registrati nel 2019 (+6,3 milioni di presenze, equivalente a una variazione del 20,3%).

Al secondo posto per numero di presenze è Venezia (con 12,6 milioni di presenze), seguita da Milano (circa 12,5 milioni). Firenze è il quarto comune più visitato d’Italia con oltre 8,9 milioni di presenze. Tra i primi 10 comuni italiani per presenze quattro sono localizzati in prossimità di Venezia e della sua laguna: Cavallino-Treporti, Jesolo, San Michele al Tagliamento e Caorle.

Napoli guadagna posizioni rispetto al diciassettesimo posto del 2022 raggiungendo la dodicesima posizione nella graduatoria e con oltre 3,6 milioni di presenze si classifica come primo comune del Sud.

Nonostante la crescita, la Sicilia rappresenta solo il 3,7% del totale delle presenze italiane, collocandosi dietro regioni come Veneto, Trentino-Alto Adige e Toscana. Questo dato evidenzia il potenziale ancora inespresso dell’Isola e la necessità di strategie mirate per aumentare la quota di mercato nazionale e internazionale.

Tra le prime 50 città, Palermo si classifica al 28esimo posto con oltre 1 milione e 885mila presenze registrate ed è non solo la prima città della Sicilia ma anche la seconda del Sud Italia. Per trovare la terza è necessario giungere alla 48esima posizione, dove è presente Taormina con il suo milione e 183mila turisti. Un dato che permette alla perla dello Ionio di ricoprire il secondo posto in Sicilia.

L’indice di stagionalità conferma come le grandi città, con valori dell’indicatore di stagionalità inferiori al 30% (la media italiana è pari al 59,3%), mantengono un flusso di turisti tendenzialmente in tutto il corso dell’anno e dimostrano una capacità di attrazione indipendente dalle stagioni. In questo Palermo presenta un indice di stagionalità al 29,8%; Taormina è molto più trasversale nelle stagioni con un 65,7%.

Un altro aspetto rilevante è l’impatto economico del turismo sul mercato del lavoro. Nel 2023, le attività turistiche hanno contribuito significativamente alla creazione di nuovi posti di lavoro in Italia, con un incremento dell’occupazione del 5,8% rispetto al 2022. In Sicilia, il trend positivo si riflette in un maggiore dinamismo del settore, che resta cruciale per l’economia regionale.

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Chi visita l’Italia

Nel 2023, le presenze estere sono poco più di 234 milioni: ben 13,5 milioni in più rispetto al 2019, anno in cui era stato raggiunto il picco storico (220,7 milioni di presenze straniere). La Germania è storicamente il principale Paese di provenienza dei turisti stranieri ospiti in Italia. Nel 2023 i cittadini tedeschi hanno trascorso negli esercizi ricettivi italiani 63,1 milioni di notti: una quota pari al 27,0% del totale delle presenze dei turisti non residenti. Seguono, con percentuali decisamente inferiori, i turisti provenienti dagli Stati Uniti (9,1% del totale presenze estere), dalla Francia, dal Regno Unito (con quote intorno al 6%) e quelli provenienti da Svizzera e Liechtenstein, Paesi Bassi e Austria (circa 5%).

Rispetto al 2022, aumentano in valore assoluto soprattutto i turisti provenienti dagli Stati Uniti (+6,1 milioni di presenze), dall’Australia (+2,3 milioni), dalla Polonia (2,1 milioni), dalla Germania (1,8 milioni) e dalla Cina (1,7 milioni). In proporzione, gli incrementi maggiori si registrano per i clienti provenienti da Giappone (+218,6%), Cina (+211,6%) e Australia (+147,9%), Paesi ai quali, però, corrispondono quote sulle presenze totali dei non residenti piuttosto basse (inferiori al 2%).

Per quanto riguarda gli esercizi ricettivi individuati dalla classificazione ATECO come “alloggi per vacanze e altre strutture per brevi soggiorni” (codice 55.2), le presenze turistiche rilevate dalle indagini statistiche dell’Istat e quelli ricavabili dalle informazioni fornite dalle quattro principali Piattaforme3 (Platform) di prenotazione digitale di alloggio, sebbene siano fonti di natura estremamente diversa, descrivono un andamento coerente.

Entrambe le fonti evidenziano nel 2019 una crescita dei pernottamenti nel periodo compreso dal 2018 al 2023, (+15% secondo la fonte Platform e +2%, rispetto al 2018, secondo la statistica ufficiale), il successivo crollo causato dagli effetti della pandemia da Covid-19, e la progressiva ripresa iniziata nel 2021 e proseguita negli anni successivi. Nello specifico, i valori della statistica ufficiale sono più alti rispetto a quelli di fonte Platform ma la differenza tende a ridursi soprattutto nell’ultimo biennio.

La Sicilia si presenta al quarto posto nazionale con il 9,5% di prenotazioni riguardanti l’Isola. Davanti a sé solo Lazio (13,5% delle presenze), la Toscana (13,3%) e la Lombardia (13,0%). Subito dietro il Veneto con un 13,1%.

Sfide e opportunità per il futuro del turismo

Se da un lato i dati sottolineano una ripresa e un’espansione del turismo in Sicilia, dall’altro evidenziano alcune criticità. La dipendenza dalla stagionalità e la necessità di migliorare l’offerta alberghiera e infrastrutturale sono punti deboli che devono essere affrontati per consolidare e incrementare la crescita.

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Al di fuori di Palermo e Taormina, il resto dell’Isola non presenta ancora numeri all’altezza che possano consentirle di competere con i flussi turistici delle località del Veneto e del Trentino Alto Adige.

Insufficiente risulta ancora essere la promozione di eventi culturali e itinerari tematici, insieme a politiche di sostenibilità ambientale, che possono rappresentare leve strategiche per diversificare l’offerta turistica e attrarre visitatori durante tutto l’anno.

La Sicilia, con le sue bellezze naturali, il patrimonio storico e culturale, e la gastronomia unica, ha tutte le carte in regola per affermarsi come una delle destinazioni turistiche di punta in Italia e nel Mediterraneo. Tuttavia, per raggiungere questo obiettivo, sarà fondamentale investire in infrastrutture, marketing e formazione professionale, puntando su una visione strategica che unisca innovazione e sostenibilità.

I dati Istat del 2023 rappresentano dunque un punto di partenza, ma non possono segnare invece un traguardo. Per una sfida di mercato che, seppure con grave ritardo, gli imprenditori che intendono investire a queste latitudini sembrano adesso intenzionati a cogliere.

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