Strategia nazionale idrogeno: nuovi scenari per la transizione energetica

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Il passaggio che determina l’evoluzione dalle aspettative e dalle prospettive alla realtà si concretizza con la definizione di una strategia nella quale rientra la visione degli obiettivi principali, dei mezzi necessari per raggiungerli e dei principi che devono guidare l’attuazione della visione del futuro. Con la presentazione della Strategia Nazionale dell’Idrogeno da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica MASE si delinea il quadro di riferimento del ruolo che potrà essere svolto dall’idrogeno e dall’idrogeno verde in particolare a supporto della transizione energetica e per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione.

Strategia Nazionale dell’Idrogeno

La struttura adottata per la Strategia nazionale (si può leggere QUI il documento completo n.d.r.) prevede una matrice con tre possibili scenari che coprono un orizzonte temporale di lungo periodo.

Innanzitutto in termini di prospettive dalla strategia emerge una stima a livello di domanda nazionale compresa in una forbice tra 6 e 12 Mtep. “Tradotto” in elettrolizzatori la stima prevede una ulteriore forbice che passa da alcuni GW fino ad alcune decine di GW.

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Relativamente ai costi nel medio e lungo periodo grazie allo sviluppo di una produzione “large scale” e di un’infrastruttura dedicata sarà possibile contare su costi di produzione più accessibili rispetto a quelli attuali. L’integrazione dell’Italia nel progetto “Southern Hydrogen Corridor”, potrà posizionare il nostro paese come un un hub europeo dell’idrogeno, con una serie di vantaggi dal punto di vista dei flussi di importazione. Nello stesso tempo una logistica su gomma di idrogeno gassoso e liquido potrà facilitare la diffusione sul territorio.

Idrogeno verde e decarbonizzazione

La Strategia nazionale dell’Idrogeno setta le aspettative indicando che nel processo di decarbonizzazione dei consumi è necessaria una combinazione di diverse fonti. Il Green Hydrogen svolge un ruolo importante unitamente a un indispensabile aumento della produzione di energie rinnovabili, lo sviluppo di progetti di Carbon Capture Storage, di biofuel, biometano, di un possibile ruolo del nucleare e, appunto, dell’idrogeno.

Il concetto di diversificazione che sta alla base della strategia è indispensabile per gestire una domanda di energia con fonti che non sono programmabili e che hanno la caratteristica di essere intermittenti. Una delle sfide più importanti della Strategia con un ruolo chiave per l’idrogeno è appunto quella di gestire la “non programmabilità” con la possibilità di trasporto di grandi quantità di energia su lunghe distanze e a costi competitivi.

Anche a questo scopo sono tante le alternative che sono destinate ad essere considerate proprio perché incidono sullo sviluppo dell’idrogeno: la crescita delle rinnovabili naturalmente, i vantaggi che si possono ottenere in termini di decarbonizzazione a livello di trasporto pesante, di evoluzione del settore marittimo e negli ambiti del trasporto aereo. Per queste possibilità di sviluppo un punto qualificante della Strategia nazionale è rappresentato dall’integrazione dal sistema energetico e dalla realizzazione di una filiera dell’idrogeno completa in tutte le sue componenti.

Diversi scenari nell’orizzonte 2050

La Strategia nazionale dell’Idrogeno ha come orizzonte temporale primario il 2050 all’interno del quale sono stati sviluppati diversi scenari intermedi: di breve, medio e appunto lungo termine.

Il riferimento primario agli obiettivi di decarbonizzazione del PNIEC (Piano nazionale integrato per l’energia e il clima) riguarda la necessità di arrivare all’obiettivo Net Zero entro il 2050 con una serie di investimenti che ammontano a oggi a 6 miliardi di euro.

In questi scenari si collocano non solo gli obiettivi di sostenibilità ma anche quelli, importantissimi, legati alla sicurezza energetica. In questo scenario rientrano gli impegno per l’aumento della sicurezza negli approvvigionamenti di energia e il contributo dell’idrogeno. In questo senso si collocano le prospettive e gli obiettivi per l’Italia di affermare un ruolo di hub energetico nel Mediterraneo.



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