Tassa di soggiorno record: nel 2024 vale 1 miliardo (per i Comuni). Ma dove vanno questi soldi?

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Redazione Economia

Uno studio di Jfc  segnala l’incremento delle tariffe applicate dai Comuni e l’introduzione della tassa in enti locali che non la prevedevano. La spinta dell’over-tourism aiuta le casse degli enti locali, ma non c’è trasparenza

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Il successo del turismo, che sta trainando il Pil italiano piegato dall’industria in crisi, giova anche alle casse degli enti locali grazie all’aumento record della tassa di soggiorno. Secondo un rapporto di Jfc, nel 2024 in tutta Italia la raccolta di questa tassa sfiorerà il miliardo di euro, fermandosi a 976 milioni. La soglia verrà superata nel 2025 stando alle previsioni dello stesso rapporto, che prevede un incasso di 1,52 miliardi di euro per il prossimo anno. Il gettito fiscale dell’imposta di soggiorno non è ripartito equamente. La regione che incassa più di ogni altra è il Lazio, grazie al gran numero di turisti attratti da Roma ogni anno, seguita dalla Lombardia.

La classifica delle regioni

Ma vediamo i numeri più nel dettaglio. A guidare la classifica degli incassi regionali, dicevamo, è il Lazio, con un totale di 295 milioni, seguito dalla Lombardia con 108,235 milioni di euro e dalla Toscana con 100 milioni circa. A seguire il Veneto con 98 milioni e il Trentino Alto Adige, che ha registrato un incremento del +40,9% rispetto al 2023, raggiungendo 87 milioni di euro. E’ un’altra testimonianza, indiretta, di un termine che abbiamo iniziato a usare con maggiore frequenza — «overtourism» — per sintetizzare l’eccesso di domanda e i rischi che corre l’offerta, come ha scritto di recente su queste colonne Dario Di Vico




















































Il rischio over-tourism

D’altronde la crescita del peso delle compagnie aeree low cost hanno consentito di viaggiare a prezzi più contenuti. Ma anche la crescita dell’offerta di servizi di alloggio in strutture private di piccola dimensione, come le case vacanze e i b&b offerti tramite le piattaforme digitali o i siti specializzati, tipo Booking e Airbnb, hanno spinto questa tendenza e si sono incrociate con il protagonismo delle classi medie dei Paesi emergenti in grado di accedere a questo mercato e a questi standard di consumo e di poterlo fare in percentuale sempre maggiore.

Le ragioni del gettito record

Ecco perché lo studio evidenzia come l’aumento degli incassi sia dovuto a diversi fattori tra cui anche l’incremento delle tariffe applicate dai Comuni, e soprattutto l’introduzione della tassa in enti locali che non la prevedevano. A contribuire anche la durata dell’applicazione e la riduzione delle esenzioni previste. Tra i nuovi ingressi nel 2025 Udine, Caserta, Bellaria Igea Marina, Torre del Greco e Castel Volturno, mentre in altri 27 Comuni si discute sull’eventuale introduzione dell’imposta. Sono ben 53 i Comuni che hanno già annunciato un aumento delle tariffe per il 2025, tra cui città di rilevanza turistica come Milano, Bologna, Bolzano, Pesaro, Vicenza, Sirmione e Rapallo.

La gestione delle risorse

La tassa di soggiorno si conferma dunque una fonte fondamentale per le casse degli enti locali, ma le critiche sulla trasparenza nell’utilizzo di queste risorse non accennano a diminuire. L’aumento dei flussi turistici e le tariffe in crescita potrebbero portare a nuovi record, ma il dibattito sull’impiego di questi fondi rimane aperto, con richieste sempre più pressanti da parte di associazioni per una gestione più trasparente.

La scelta di Roma

L’amministrazione di Roma Capitale a partire dall’ottobre 2023 ha aumentato l’imposta giornaliera. Chi pernotta in un hotel 4 stelle ora paga 7,5 euro al giorno (+25%), per un 3 stelle il rincaro è del 50%, in un B&B o in un alloggio a uso turistico +71%. Il Tar del Lazio, chiamato ad esprimersi sulla destinazione di queste risorse, ha registrato che si tratta di «un’entrata tributaria autonoma e differente rispetto all’imposta di soggiorno, sia per le fonti che la prevedono che per la ratio del prelievo, pur avendo in comune con l’imposta di soggiorno il fatto generatore del tributo nel pernottamento presso una struttura ricettiva». Questo gettito, in altre parole, dovrebbe servire per migliorare l’offerta turistica ma viene usato per coprire i buchi di bilancio.

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10 dicembre 2024

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