Ue-Mercosur: accordo firmato, ratifica incerta – Economia e politica

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Oggi a Bruxelles va in scena la seconda manifestazione indetta dai sindacati agricoli dell’Unione Europea aderenti al Copa e al Cogeca per dire un no categorico all’accordo di libero scambio tra Ue e Mercosur, firmato il 6 dicembre 2024 dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen e dai suoi omologhi di quattro Paesi del Mercosur: il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, il presidente argentino Javier Milei, il presidente paraguaiano Santiago Peña Palacios e il presidente uruguaiano Luis Alberto Lacalle Pou.

 

Per le organizzazioni agricole, che hanno inscenato una prima manifestazione nella capitale belga già nella serata di ieri, l’accordo – che pure farà risparmiare secondo i calcoli della Commissione Ue oltre 4 miliardi di euro di dazi alle aziende europee – penalizzerà fortemente l’agricoltura dell’Unione Europea, poiché non blinda il principio di reciprocità e quindi non protegge dal dumping sociale, ambientale e sanitario le imprese agricole unionali.

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Contraria la Francia mentre l’Italia è fortemente scettica, con il presidente francese, Emanuelle Macron e la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, che dovranno esprimersi nel Consiglio Ue. La ratifica dell’accordo inoltre dovrebbe trovare anche il voto favorevole del Parlamento di Strasburgo, dove sono molti i no e i distinguo sia a sinistra che a destra.

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Il testo dell’accordo firmato il 6 dicembre scorso dalla von der Leyen a Montevideo, in Brasile, non è ancora ufficialmente noto, dovrebbe esserlo entro metà settimana, ma la stessa presidente della Commissione Ue, proprio nel giorno della finalizzazione dell’intesa con i Paesi del Mercosur, aveva fatto intendere che il testo del 2019 – a tutti noto – era stato ampiamente superato, e secondo alcuni alti funzionari della Commissione, il nuovo testo non è ulteriormente negoziabile. Pertanto, nel caso dovesse fallire il processo di ratifica da parte dell’Unione, l’accordo salterebbe definitivamente, seppur dopo venti anni di trattative.

 

Le dichiarazioni della von der Leyen

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, il 6 dicembre ha affermato: “Questo è un accordo win-win, che porterà vantaggi significativi ai consumatori e alle aziende, da entrambe le parti. Ci concentriamo sull’equità e sul reciproco vantaggio. Abbiamo ascoltato le preoccupazioni dei nostri agricoltori e abbiamo agito di conseguenza”.

 

“Questo accordo include solide garanzie per proteggere i vostri mezzi di sostentamento” ha aggiunto von der Leyen, che ha sottolineato: “Ue-Mercosur è il più grande accordo di sempre, quando si tratta di protezione dei prodotti alimentari e delle bevande dell’Ue”.

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Sull’agricoltura ha dettagliato: “Oltre 350 prodotti dell’Ue sono ora protetti da un’indicazione geografica. Inoltre, i nostri standard sanitari e alimentari europei rimangono intoccabili. Gli esportatori del Mercosur dovranno rispettare rigorosamente questi standard per accedere al mercato dell’Ue. Questa è la realtà di un accordo che farà risparmiare alle aziende dell’Ue 4 miliardi di euro di dazi all’esportazione all’anno”.

 

L’accordo politico

Ma c’è di più, con l’accordo arrivano 1,8 miliardi di euro di sostegno dell’Ue per facilitare un’equa transizione verde e digitale nei Paesi del Mercosur, nell’ambito del Global Gateway. Inoltre, secondo la nota diffusa a Bruxelles dalla Commissione Ue, l’accordo “Rappresenta una pietra miliare nella lotta al cambiamento climatico, con impegni forti, specifici e misurabili per fermare la deforestazione e considera gli interessi di tutti gli europei, incluso il settore agricolo dell’Ue di importanza critica. Aiuterà ad aumentare le esportazioni agroalimentari dell’Ue proteggendo al contempo i settori sensibili”.

 

Inoltre, sempre secondo la nota della Commissione Ue, l’accordo contiene “Impegni chiari e applicabili in materia di sviluppo sostenibile, compresi i diritti dei lavoratori e la gestione sostenibile e la conservazione delle foreste“.

 

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L’accordo Ue-Mercosur proposto è composto da un pilastro politico e di cooperazione e da un pilastro commerciale. La fine dei negoziati costituisce il primo passo nel processo verso la conclusione dell’accordo. I documenti ufficiali saranno pubblicati online nei prossimi giorni. Dopo l’ultima revisione giuridica da entrambe le parti, il testo sarà tradotto in tutte le lingue ufficiali dell’Ue e poi presentato al Consiglio e al Parlamento.

 

L’accordo commerciale

In questo quadro sarebbero così recepite tutte le richieste delle organizzazioni agricole, inoltre sarebbe pronto un miliardo di euro l’anno di aiuti straordinari per soccorrere le aziende agricole in caso di perturbazioni del mercato, specie nei settori più sensibili di questo accordo: carni e zucchero e seminativi. Ma evidentemente le bozze dell’accordo che circolano non sono rassicuranti.

 

Secondo quelle più recenti preoccupa il pilastro commerciale, ecco alcuni esempi che riguardano il settore agricolo:

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  • carni bovine con importazione di 99mila tonnellate (55% fresche e 45% congelate) in 6 anni con un dazio del 7,5%, oltre alle 45mila tonnellate già esenti da dazi attraverso l’Organizzazione Mondiale del Commercio;
  • pollame con importazione di 180mila tonnellate a dazio zero, equamente suddivise tra carne con l’osso e disossata, in sei fasi annuali; 
  • riso con importazione di 60mila tonnellate esenti da dazio, che si aggiungono alle attuali 80mila tonnellate a dazio pieno;
  • etanolo con importazione di 450mila tonnellate di etanolo per usi chimici esenti da dazi 200mila tonnellate per usi generici con un dazio contingentale di un terzo del dazio per la nazione più favorita, introdotte in sei fasi annuali.

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Lollobrigida, l’accordo penalizza l’agricoltura

Il ministro dell’Agricoltura italiano, Francesco Lollobrigida, da oggi impegnato a Bruxelles nel Consiglio Agricoltura e Pesca, affida a Facebook le sue impressioni sull’accordo: “Riguardo al Mercosur, non condivido i trionfalismi su un ipotetico accordo che, pur avvantaggiando alcuni settori strategici, ne penalizza altri che lo sono analogamente. La posizione del nostro Governo è chiara: l’approvazione del trattato è vincolata ad adeguate garanzie su reciprocità, protezione delle nostre produzioni e compensazione per eventuali danni che settori del mondo agricolo potrebbero subire. Sono in costante contatto con le associazioni di categoria e domenica sarò a Bruxelles per incontrare i colleghi ministri e i commissari europei competenti”.

 

Inoltre Lollobrigida conclude il suo messaggio sottolineando che “Questo accordo giunge in un momento critico per entrambe le parti e offre opportunità per importanti guadagni reciproci attraverso il rafforzamento della cooperazione geopolitica, economica, di sostenibilità e di sicurezza”. Un colpo al cerchio e uno alla botte in attesa di vederci chiaro e verificare tutto sul testo firmato dalla von der Leyen.

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Da notare: un eventuale voto contrario del nostro Paese nel Consiglio Ue potrebbe mandare definitivamente in soffitta l’accordo Ue-Mercosur, perché, da quel che ne si sa, non basterebbero i voti dei Paesi favorevoli a bilanciare i veti di Francia (che ha già una posizione definitiva) e Italia, considerato che i voti dei singoli Paesi pesano in relazione alla popolazione.

 

Coldiretti, tutele agricoltura Ue note del tutto insufficienti

“La von der Leyen – sottolineano Coldiretti e Filiera Italia in una nota del 6 dicembre scorso – ha detto che nell’accordo ci sono adeguate tutele per la produzione agricola europea. Vedremo se sono state inserite nell’ultima versione del testo che sarà reso noto da metà della settimana prossima, quelle già note al momento sono del tutto insufficienti. Non svenderemo mai il futuro degli agricoltori e la salute dei consumatori europei per un accordo che è lontanissimo dalle reali esigenze di tutela per il comparto agroalimentare. Non accetteremo forme di compensazione di chi vorrebbe usare fondi per prepensionare gli agricoltori europei che vogliono essere protagonisti del proprio futuro”.

 

I rischi maggiori per i consumatori, secondo Coldiretti, vengono soprattutto dagli insufficienti controlli alla frontiera in Paesi come il Brasile, per esempio, dove normalmente è ammesso l’uso di ormoni della crescita per velocizzare l’accrescimento dei bovini, pratica tollerata anche negli Usa, ma vietata in Ue, dove è anche sanzionata penalmente.

Pericoli anche per le colture seminative, con il 52% delle sostanze attive usate sul mais in Brasile e Argentina che sono vietate in Europa, come l’atrazina, vietata da oltre 15 anni. Rischi anche per la barbabietola da zucchero con circa 30 sostanze attive usate sulla canna da zucchero in Brasile non sono più autorizzate in Europa.

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Ma non solo. Secondo Coldiretti l’accordo prevede abbattimenti daziari e contingenti tariffari che aggraverebbero la concorrenza sleale per i produttori europei.

 

Confagricoltura, intesa non garantisce equità e reciprocità

Confagricoltura apprende con disappunto la notizia dell’accordo Ue-Mercosur al quale si è sempre opposta fermamente per i rischi che comporta per il settore primario.

 

“L’intesa non garantisce equità e reciprocità nei rapporti, né protezione per il nostro modello agricolo – ha dichiarato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura -. Comprendiamo la necessità di approfondire le relazioni commerciali internazionali, ma questo non deve avvenire a discapito degli agricoltori europei e delle nostre produzioni”.

 

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Le preoccupazioni principali riguardano l’impatto derivante da una maggiore apertura alle importazioni di prodotti agroalimentari dal Mercosur, in particolare carni bovine, pollame, riso, mais e zucchero. Pur presentando potenziali vantaggi per alcuni settori, l’intesa è altamente penalizzante per le produzioni europee e italiane in termini di concorrenza e sicurezza alimentare. Confagricoltura, in linea con il Copa, aspetta di valutare con attenzione i termini dell’accordo per capire se sarà stato inserito il tema della reciprocità che deve essere la base di un’intesa capace di garantire gli stessi standard di sicurezza alimentare, di tecniche di produzione, di regole del lavoro e di competitività.

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Cia, accordo appare squilibrato

“Cia-Agricoltori Italiani non si oppone in linea di principio agli accordi commerciali bilaterali, tuttavia l’accordo Ue-Mercosur ci pare molto squilibrato e colpisce alcuni settori sensibili, che potrebbero subire la prevedibile concorrenza che Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay sarebbero in grado di introdurre. Speravamo che questa nuova Commissione considerasse l’agricoltura un settore strategico, ma il segnale di oggi sembra andare nella direzione opposta”. Così il presidente Cia, Cristiano Fini, commentando l’accordo commerciale in dirittura d’arrivo tra Unione Europea e i Paesi del Mercosur che mette in allarme il settore agroalimentare, a rischio di una forte penalizzazione per la liberalizzazione dell’82% delle importazioni agricole dal Sudamerica.

 

Secondo Cia l’accordo sembra non tenerne adeguatamente conto, mentre in Ue si guarda soprattutto ai benefici che otterranno comparti come il farmaceutico e l’automotive, rilevanti soprattutto per l’export tedesco, e interessati al quinto maggior mercato fuori dai confini comunitari, con 260 milioni di consumatori latinoamericani.

 

“C’è, dunque, il rischio per l’Italia di essere sommersi dai prodotti agricoli del Sudamerica, abolendo dazi e altre barriere” è scritto in un nota di Cia, che ricorda: “in Ue vigono i più alti standard in termini di sicurezza alimentare, ambiente, salute e benessere degli animali che garantiscono il successo dei prodotti agroalimentari europei nel mondo, sarebbe dunque dannosa una concorrenza di prodotti che non rispettano il principio di reciprocità delle regole comunitarie”.

 

Altragricoltura, l’accordo è un’oscura vicenda

“L’aspetto più orrendo di questa che resta per certi aspetti un’oscura vicenda – afferma Gianni Fabbris, segretario generale di Cssa Altragricoltura – è che l’Ue, dopo aver promesso ancora con il discorso del candidato commissario all’Agricoltura Christophe Hansen al Parlamento Europeo di voler limitare le importazioni agroalimentari per non ripetere gli errori del passato compiuti dall’Unione in altri settori economici, è pronta invece ad intervenire con fondi propri per coprire i danni che gli agricoltori europei certamente subiranno come conseguenza diretta della firma dell’accordo, veramente un modo triste, umiliante e falso di tutelare la sovranità alimentare, senza nemmeno lasciarsi sfiorare dal dubbio che forse quei danni vadano semplicemente evitati non firmando l’accordo così come è stato scritto o non firmandolo affatto, o almeno firmandolo stralciando il capitolo sui beni agroalimentari”.



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